Confederazione

Maggiore trasparenza per le pellicce

A partire da aprile dovrà essere possibile per il consumatore distinguere chiaramente se sono state ottenute nel rispetto della protezione degli animali
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Ats
19.02.2020 11:55

A partire da aprile dovrà essere possibile per il consumatore distinguere chiaramente se una pelliccia è stata ottenuta nel rispetto della legislazione svizzera in materia di protezione degli animali. È quanto stabilisce la revisione dell’ordinanza sulla dichiarazione delle pellicce adottata oggi dal Consiglio federale.

Per evitare fraintendimenti, dal prossimo aprile questi capi di abbigliamento dovranno indicare sull’etichetta se composti di «vera pelliccia», affinché al consumatore non venga rifilato un articolo farlocco, ossia una pelliccia sintetica.

In questo modo, il consumatore potrà fare anche una scelta più mirata, precisa una nota dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV).

Oltre a ciò, le pellicce provenienti da animali cacciati o allevati con metodi palesemente non conformi alla legislazione elvetica in materia di protezione degli animali o di caccia (per esempio caccia con trappole o allevamento in gabbia con fondo a griglia) vanno dichiarate come tali.

Qualora non fosse possibile avere informazioni affidabili sul modo di ottenimento, sull’etichetta può essere apposta la dichiarazione «Modo di ottenimento sconosciuto - può essere stato ottenuto mediante una forma di allevamento o di caccia non autorizzata in Svizzera». I consumatori potranno in questo modo decidere di non acquistare quei prodotti che non soddisfano le loro aspettative in materia di protezione degli animali.

Margine di miglioramento

L’ordinanza sulla dichiarazione delle pellicce è in vigore dal 2013. Dai controlli eseguiti regolarmente dall’USAV presso i punti vendita è emerso che vi è ancora margine di miglioramento.

Stando ai risultati dei controlli effettuati nel periodo 2018-2019 e divulgati l’estate scorsa, in 163 punti vendita, tra cui boutique, negozi specializzati, catene e commerci online, sono state rilevate inesattezze nella dichiarazione delle pellicce e dei prodotti di pellicceria in oltre sette casi su dieci.

Nel 71% dei casi sono state riscontrate lacune nella dichiarazione delle pellicce, ad esempio informazioni sulla specie animale, il Paese di origine e il metodo di ottenimento. Questi dettagli devono essere chiaramente visibili sul prodotto in almeno una delle lingue ufficiali.

I prodotti in cui sono state riscontrate più irregolarità riguardano i colli delle giacche (63%). I controlli hanno anche rivelato 10 casi di irregolarità riguardanti pelliccia di lince, animale protetto in svizzera, e di leopardo, oltre a cinque di giaguaro e quattro di lupo.