Svizzera

Maltempo in Vallese, ma dov'è finita la terza correzione del Rodano?

Il progetto punta a creare maggiore spazio al fiume e, di conseguenza, dovrebbe evitare conseguenze catastrofiche in caso di piena – Ma una perizia e la politica stanno rallentando l'iter
© OLIVIER MAIRE
Marcello Pelizzari
04.07.2024 15:30

È stato definito il progetto del secolo. Riguarda il Rodano o, meglio, i 162 chilometri in cui il fiume avrebbe bisogno di maggiore spazio per non esondare. Certo, le difese contro piene ed esondazioni – in Vallese – esistono già. Alcune, però, sono obsolete come sottolinea Watson. Denominato terza correzione del Rodano, il progetto dovrebbe consentire di evitare danni per 10 miliardi di franchi. Analogamente, la correzione dovrebbe consentire a 100 mila persone che vivono nel fondovalle, fra Vallese e Vaud, di vivere in sicurezza.

La terza correzione, di per sé, richiederà decenni per essere completata. Il costo del progetto, stimato in 3,6 miliardi di franchi dall'Ufficio federale dell'ambiente, con la Confederazione che coprirà due terzi della somma, riflette le sue ambizioni. I danni provocati lo scorso fine settimana, con il fiume straripato in diversi punti, dimostrano quanto possa essere pericoloso il Rodano. La portata del corso d'acqua ha toccato livelli simili a quelli raggiunti nell'ottobre del 2000, quando le forti precipitazioni provocarono inondazioni di proporzioni incredibili, a immagine della frana che spazzò via parte del villaggio di Gondo portandosi appresso 13 vite. 

Detto della necessità di intervenire, il progetto si è arenato spiega sempre Watson. Alla fine di maggio, ad esempio, il governo vallesano ha tirato il freno a mano, affermando che la terza correzione del Rodano, com'è stata concepita, è troppo ampia: un gruppo di lavoro è stato incaricato di rielaborare il progetto e allestire un nuovo calendario. Il punto, hanno spiegato le autorità, è che il corso del fiume non solo va abbassato ma, in alcuni punti, anche allargato. Detto in altri termini: servono terreni, attorno al Rodano, per completare questa opera faraonica. Terreni «da rubare» all'agricoltura. Di qui la rabbia delle associazioni di settore del Basso Vallese, oppostesi sin dal principio alla realizzazione del progetto. Secondo le stime del Cantone, circa 300 ettari di terreno coltivabile andrebbero compensati. Parliamo di circa 420 campi da calcio. Il costo stimato dal governo vallesano, considerando quanto siano preziosi quei terreni, è di un miliardo di franchi.

Il Consiglio di Stato, leggiamo, ha frenato sulla base di una perizia che traccia un quadro disastroso della terza correzione del Rodano. Il progetto, secondo questa perizia, sarebbe costoso e sproporzionato, dal momento che il rischio di inondazioni sarebbe sovrastimato. In particolare, la terza correzione del Rodano si baserebbe su uno scenario di inondazione estremamente raro che potrebbe causare 300 morti e danni fino a 10 miliardi di franchi. Questo rapporto è stato commissionato dal consigliere di Stato Franz Ruppen, esponente dell'UDC che aveva fortemente criticato il progetto prima di entrare in governo. Nel 2014, addirittura, aveva chiesto uno stop. Ora, per contro, dalle colonne del Blick ha negato che il Consiglio di Stato vallesano abbia tirato il freno a mano: «Bisogna rendersi conto che questo progetto si sta trascinando da 20 anni. Durante la perizia, iniziata nel 2022, il lavoro in realtà è continuato. Non è vero che tutto è stato sospeso. Basta guardare gli stanziamenti d'impegno per le varie sezioni che sono stati approvati dal Gran Consiglio».   

WWF, Pro Natura e Federazione cantonale dei pescatori sportivi, dal canto loro, hanno definito la perizia un vero e proprio regolamento di conti. Le associazioni ambientaliste, ancora, ritengono che la società chiamata a esprimersi sul progetto non abbia le necessarie competenze per esprimersi. Anche perché, principalmente, opera nel settore immobiliare. A loro giudizio, il Consiglio di Stato non sta facendo abbastanza per attuare un grande progetto approvato dalla popolazione. «Non stiamo giocando con la sicurezza della popolazione» si è affrettato a dire Ruppen. «Abbiamo appena vissuto un'alluvione con un periodo di ritorno di 100 anni che, come quella del 2000, non ha causato vittime legate al Rodano».

Il corso del Rodano, ha scritto l'Ufficio federale dell'ambiente, è stato oggetto di interventi già in passato. Un primo intervento ebbe luogo nel diciannovesimo secolo. Con i suoi rami laterali, questo fiume all'epoca dominava il fondovalle e provocava di continuo inondazioni. Provocando danni, morte e malattie come la malaria, che imperversava nelle zone più paludose. La prima correzione del Rodano, realizzata tra il 1863 e il 1884, ne aumentò la sicurezza. Il fiume fu rettificato e furono costruite dighe di protezione. La bonifica delle paludi, poi, consentì di recuperare molti terreni. Nel ventesimo secolo seguì una seconda correzione: fra il 1930 e il 1960 il letto del fiume subì un ulteriore restringimento.

Le ultime grandi inondazioni, nel 1987, 1993 e 2000, secondo l'Ufficio federale dell'ambiente hanno dimostrato una volta di più che la seconda correzione non era più sufficiente e, quindi, che occorreva un nuovo approccio. Un approccio che garantisse sia la protezione contro le piene sia un fiume più naturale nel suo corso. Di qui il progetto della terza correzione.