Relazioni

Mandato negoziale con l'Ue: tutti d'accordo tranne l'UDC

La sinistra e i sindacati insistono però sulla protezione dei salari
©Gabriele Putzu
Ats
29.03.2023 20:28

Con l'eccezione dell'UDC, l'annuncio relativo a un mandato negoziale con l'Ue entro giugno è accolto con favore dai partiti e dall'economia. La sinistra e i sindacati insistono però sulla protezione dei salari.

Commissione europea: l'esecutivo comunitario manifesta soddisfazione compiacendosi della modernizzazione delle relazioni tra la Svizzera e l'Ue. La decisione del Consiglio federale aiuterà ora a «liberare il pieno potenziale della nostra cooperazione, anche in altri settori come l'elettricità, la salute e la sicurezza alimentare», si legge in un comunicato. Tutto questo fa parte di un pacchetto, comprese le questioni istituzionali. L'obiettivo rimane lo stesso: «Migliorare le relazioni tra l'Ue e la Svizzera in modo da riflettere la profonda integrazione della Svizzera nel mercato interno dell'UE» a condizioni uguali.

CdC: la Conferenza dei governi cantonali osserva che il dialogo tra Confederazione e Cantoni ha permesso di «definire proposte di soluzione sia in merito agli aiuti di Stato sia riguardo alle questioni relative all'immigrazione», scrive il presidente della stessa CdC Markus Dieth in risposta a una domanda di Keystone-ATS.

PS: il copresidente del PS Cédric Wermuth accoglie con favore la decisione del governo. Tuttavia, ci sono ancora questioni aperte, come la tutela dei salari, l'elettricità e il servizio pubblico, per le quali andranno elaborate soluzioni di politica interna.

USS: analogamente al PS, l'Unione sindacale svizzera insiste sulla necessità di proteggere i salari e il servizio pubblico, indica una nota odierna.

Travail.Suisse: per la centrale sindacale, la protezione salariale è possibile solo con una concessione da parte dell'Ue, che finora non è stata resa pubblica. Le proposte della Commissione europea sulle misure di accompagnamento non costituiscono una base sufficiente per negoziati, si legge in un comunicato.

Verdi: «Se dovesse essere possibile condurre di nuovo veri negoziati (con l'Ue), ne sarei felice», dice a Keystone-ATS il presidente del partito Balthasar Glättli, per il quale i tempi previsti dal Consiglio federale sono tuttavia eccessivi. Inoltre anche lui insiste sulla necessità di proteggere gli stipendi elvetici.

PVL: per i Verdi liberali il passo odierno del Consiglio federale va nella giusta direzione, ma il ritmo è troppo lento, indica su Twitter il presidente del partito Jürg Grossen. «Il Consiglio federale avrebbe dovuto avviare subito i negoziati con l'UE».

Centro: per l'Alleanza del Centro l'annuncio del Consiglio federale di un nuovo mandato negoziale non è sufficiente. Il partito chiede al governo di «assumersi una maggiore responsabilità sociale». Sono necessari progressi concreti e un chiaro impegno a proteggere i livelli salariali e le assicurazioni sociali, indica un comunicato diffuso tramite Twitter.

PLR: i liberali radicali accolgono con favore il fatto che «le discussioni tra la Svizzera e l'UE proseguono» sotto la guida di Ignazio Cassis, consigliere federale del PLR. Sottolineando l'importanza cruciale delle relazioni tra Berna e Bruxelles per l'economia e la società, il partito sostiene lo sviluppo e il consolidamento a lungo termine della via bilaterale, si legge in una presa di posizione inviata a Keystone-ATS.

UDC: il capogruppo democentrista alle Camere federali Thomas Aeschi, interrogato da Keystone-ATS, esprime sconcerto per il fatto che il Consiglio federale stia progettando un nuovo accordo quadro. L'UDC continuerà a opporsi all'adozione automatica del diritto dell'Ue e alla sottomissione della Svizzera alla Corte di giustizia dell'Unione europea: entrambe le cose fanno parte dei piani del Consiglio federale, sostiene.

Economiesuisse: l'associazione che rappresenta decine di migliaia di imprese, tra cui le più grandi multinazionali, parla di un «passo importante per le relazioni politiche con l'Europa, ma anche per l'economia svizzera». La decisione è una buona notizia, si legge in un comunicato diramato via Twitter.

Interpharma: l'associazione che fa gli interessi delle 23 aziende farmaceutiche attive nella ricerca, tra cui i due colossi Novartis e Roche, accoglie con favore la decisione del Consiglio federale. In una nota chiede alle autorità di proseguire con l'attuale dinamica, ricordando che, secondo un recente sondaggio da essa commissionato, gli accordi bilaterali rimangono l'opzione migliore agli occhi degli svizzeri.

Swissmem: il presidente dell'associazione di categoria dell'industria metalmeccanica ed elettrica svizzera (industria MEM), Martin Hirzel, ha espresso su Twitter la propria soddisfazione per il passo compiuto verso nuovi negoziati. Incoraggia il Consiglio federale ad adottare rapidamente il mandato negoziale annunciato.

Movimento europeo Svizzera: l'associazione apartitica che si batte per l'adesione della Confederazione all'Ue saluta la dinamica attuale, di cui il Consiglio federale dovrebbe continuare a fare tesoro. Invita il governo a presentare una proposta di mandato negoziale già durante ilo mese di maggio, si legge in una nota.