Svizzera

Mister Prezzi bacchetta Booking.com: «Commissioni abusive ed eccessive»

Tramite una decisione formale il Sorvegliante dei prezzi ha ordinato alla piattaforma di prenotazione alberghiera di ridurre i costi dei suoi servizi in Svizzera – Booking.com ha presentato ricorso contro la decisione
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Red. Online
21.05.2025 08:36

(Aggiornato alle 15.08) Booking.com dovrà abbassare i propri prezzi. Tramite una decisione formale, ha comunicato oggi la Confederazione, il Sorvegliante dei prezzi ha ordinato alla piattaforma di prenotazione alberghiera di ridurre i costi dei suoi servizi in Svizzera. Dalla analisi di Mister Prezzi, infatti, è emerso che le commissioni applicate agli hotel svizzeri «sono abusive ed eccessivamente elevate».

Il taglio da applicare è rilevante: «Booking.com dovrà ridurre di quasi un quarto queste commissioni entro tre mesi dall’entrata in vigore della decisione e applicare la riduzione per tre anni». 

I dettagli

La misura, si legge nel comunicato diffuso da Berna, si è resa necessaria data l’impossibilità di trovare una soluzione amichevole.

«Secondo la legge federale sulla sorveglianza dei prezzi (LSPr; RS 942.20) il Sorvegliante dei prezzi deve impedire o eliminare i prezzi abusivi che non sono il risultato di un’efficace concorrenza. A tal fine, utilizza una procedura in più fasi basata su analisi della posizione di mercato, del contesto concorrenziale e della politica dei prezzi. Nel caso della piattaforma di prenotazione alberghiera Booking.com, gli accertamenti hanno rivelato che quest’ultima deve sottostare alla LSPr e che le commissioni applicate agli alberghi svizzeri sono eccessivamente elevate. Il Sorvegliante dei prezzi ha quindi contattato Booking.com per porre rimedio all’abuso tramite un accordo amichevole. Nonostante gli intensi negoziati, non è stato possibile trovare una soluzione di questo tipo».

Le modalità concrete della riduzione delle commissioni, fa sapere il servizio di sorveglianza dei prezzi, potranno essere stabilite dall’azienda: «La riduzione va effettuata entro tre mesi dall’entrata in vigore della decisione e, come previsto dalla legge, ha una durata limitata, in questo caso specifico tre anni». L’obiettivo della misura è duplice: «Rendere più competitivi gli hotel svizzeri per far fronte alla dura concorrenza su scala globale e, allo stesso tempo, ridurre direttamente l’onere finanziario per i clienti».

Il ricorso

In una presa di posizione inviata alla nostra redazione, Booking.com ha evidenziato di ritenere «che il costo del nostro servizio rifletta l’enorme valore che offriamo ai partner che scelgono di collaborare con noi perché ne riconoscono i vantaggi – pur avendo piena libertà di promuovere le loro strutture su numerose altre piattaforme esistenti».

Booking.com spiega inoltre di aver deciso di presentare ricorso: «I nostri partner dispongono di molteplici modi per promuovere le loro strutture presso i clienti, e sono liberi di scegliere se pubblicarle sulla nostra piattaforma o altrove. Non condividiamo l’idea di imporre una riduzione dei costi per un servizio che è del tutto facoltativo. Presenteremo ricorso. Nessuna modifica verrà apportata alle nostre commissioni in relazione a questa decisione, in attesa dell’esito del ricorso».

Soddisfazione

Dal canto suo, HotellerieSuisse si è detta soddisfatta della decisione di Mister Prezzi. Le commissioni eccessive applicate negli ultimi anni da Booking.com si sono aggiunte alla pressione generale sui costi del settore, ha precisato l'associazione di categoria del settore alberghiero svizzero. Quest'ultima valuterà se ora è possibile ottenere un risarcimento.

Inoltre, la decisione non è solo un «segnale forte» per la Svizzera, ma può anche dare un impulso a una discussione più ampia a livello europeo sulle condizioni quadro eque nel mercato delle prenotazioni online.

La politica dei prezzi della società statunitense era già stata messa in discussione in diverse occasioni: circa tre anni fa, il Parlamento ha vietato alle piattaforme di prenotazione come Booking.com di inserire clausole di fissazione dei prezzi nei loro contratti con gli hotel.

Ciò consente agli hotel di offrire camere sul proprio sito web a un prezzo inferiore rispetto a quello delle piattaforme. Nel settembre dello scorso anno, anche la Corte di giustizia europea si è pronunciata in tal senso.