Munizione da tasca, gli Stati vogliono approfondire prima di pronunciarsi

Consegnare la cosiddetta munizione «da tasca» o personale ai membri dell'esercito, una pratica in uso in Svizzera fino al 2007. È il succo della mozione di Werner Salzmann (UDC/BE) che il Consiglio degli Stati intende approfondire in commissione prima di pronunciarsi nel plenum.
Questa mozione è oggetto di discussioni accese poiché, se da un lato, riguarda la prontezza alla difesa, dall'altro suscita timori per il possibile uso criminale delle armi da fuoco in dotazione ai soldati, ha spiegato Marianne Binder-Keller (Centro/AG) nella sua richiesta di rinviare il dossier in commissione per ulteriori esami.
Il Consiglio federale aveva assicurato nel 2007 che avrebbe subordinato la consegna a domicilio di una confezione di munizioni alla situazione in materia di sicurezza, ha sostenuto in aula il «senatore» Salzmann. Con la guerra in Ucraina, ha aggiunto, «la situazione è cambiata drasticamente».
Nell'autunno 2007, su richiesta del Parlamento, il Consiglio federale aveva stabilito che la munizione personale sarebbe stata custodita presso l'esercito e non più a casa dei militi. La decisione era stata presa a seguito di diversi incidenti con armi dell'esercito. La rinuncia alla consegna a domicilio aveva già suscitato all'epoca accesi dibattiti.
Dal canto suo, il Consiglio federale raccomanda di respingere la mozione Salzmann. Nella sua presa di posizione scritta si legge che, alla luce del peggioramento della situazione geopolitica, l'acquisto e lo stoccaggio di munizioni in quantità sufficiente sono tornati d'attualità. Tuttavia, al momento non vi è una maggioranza politica favorevole alla consegna della munizione da tasca. Nel marzo del 2023, il Consiglio nazionale aveva respinto una mozione simile presentata da Jean-Luc Addor (UDC/VS) con 135 voti e 49.