Nel futuro della Svizzera più caldo, meno neve e forti piogge

In futuro, in Svizzera, farà sempre più caldo, si avrà meno neve e le piogge saranno più forti e imprevedibili: sono questi gli scenari climatici presentati oggi a Berna dall'Ufficio federale di meteorologia e climatologia (MeteoSvizzera) e dal Politecnico federale (ETH) di Zurigo alla presenza della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider.
Tali scenari costituiscono la base della strategia del Consiglio federale per l'adattamento ai cambiamenti climatici, hanno indicato gli esperti di MeteoSvizzera e dell'ETH, per i quali già molti effetti di questi mutamenti sono misurabili e tangibili.
I nuovi risultati confermano e completano quanto finora noto, ma le conseguenze per la Confederazione si sono intensificate e accelerate: mentre la temperatura media globale è aumentata di 1,3 gradi rispetto all'era preindustriale, in Svizzera il riscaldamento raggiunge già i 2,9 gradi. Ciò significa un aumento del 10-15% rispetto a quanto previsto nel 2018.
«I nuovi scenari climatici offrono un quadro più concreto (...) per i prossimi decenni. Ci aiutano a identificare i possibili sviluppi e a pianificare provvedimenti adeguati per proteggere il nostro ambiente, le città e l'agricoltura», ha affermato Baume-Schneider durante la conferenza stampa.
Ma la consigliera federale ha aggiunto che già di recente, grazie ai modelli scientifici, si è potuto evitare una catastrofe ben peggiore a Blatten (VS): il dramma per gli abitanti avrebbe potuto essere ben peggiore se non ci fossero stati dei monitoraggi che hanno permesso di agire in modo più efficace e rapido al deteriorarsi della situazione, ha aggiunto.
I quattro principali cambiamenti
Il nuovo rapporto degli esperti è più dettagliato e preciso, ha affermato il direttore di MeteoSvizzera Christof Appenzeller: un riscaldamento globale complessivo di 3 gradi centigradi comporterà un aumento della temperatura molto più marcato in Svizzera (+4,9 gradi) a causa anche della sua orografia. Secondo i ricercatori, ciò avrà innumerevoli ripercussioni, di cui quattro caratterizzeranno il clima della Confederazione.
In primis, in futuro, i giorni di caldo torrido e le notti tropicali saranno molto più frequenti. «Le città, quali Zurigo, saranno particolarmente colpite», ha affermato la responsabile del progetto di MeteoSvizzera Regula Mülchi. Ma le ondate di caldo potranno verificarsi sempre più spesso anche in regioni prealpine e alpine.
In secondo luogo, i suoli in Svizzera diventeranno sempre più aridi in estate. La siccità estiva è già aumentata negli ultimi 40 anni circa. In futuro una tipica siccità estiva sarà più marcata nella misura del 44% rispetto ad oggi. L'aridità del suolo e il rischio di incendi boschivi aumenteranno, ha spiegato Mülchi.
A lungo termine, inoltre, le precipitazioni intense aumenteranno in tutte le stagioni e si prevedono sempre più temporali violenti e di breve durata. Anche se pioverà più raramente, durante singoli eventi cadranno in breve tempo maggiori quantitativi di pioggia, come si è constatato l'anno scorso con i tragici eventi in Mesolcina e Vallemaggia.
Infine, in inverno, le precipitazioni si verificheranno sempre più sotto forma di pioggia anziché di neve. E la quota invernale media dell'isoterma di zero gradi si spingerà fino a circa un'altitudine di 1450 metri. Si tratta di un innalzamento di 550 metri rispetto a oggi, è stato precisato. Quale conseguenza, la durata della copertura nevosa al suolo diminuirà ulteriormente, soprattutto a basse quote.
Baume-Schneider: «Adattarsi non basta»
Come detto, tali scenari dovrebbero aiutare il Consiglio federale a definire strategie di adattamento al nuovo clima. «Ma questo non basta», ha sottolineato ancora Baume-Schneider. Nonostante gli sforzi, nel migliore dei casi il riscaldamento globale potrà essere solo limitato.
Allo stesso tempo, occorrerà fare della prevenzione, riducendo le emissioni di CO2 e di altri gas serra dannosi per il clima. «I risultati sono allarmanti. Ma ciò non significa che non si possa fare nulla per contrastarli», ha affermato Baume-Schneider.
Ogni decimo di grado fa la differenza, ha affermato Reto Knutti, climatologo dell’ETH di Zurigo. Più il clima si riscalda, maggiori sono gli effetti sulla natura (inondazioni), sulla società (evacuazioni di villaggi) e sull'economia svizzere (ricostruzioni di immobili).