Non mimose ma opportunità e istruzione: le rifugiate in Svizzera e la festa delle donne

In un mondo sospeso tra conflitti e speranze, tre giovani donne rifugiate hanno trovato il loro percorso verso la luce attraverso le borse di studio offerte dal programma DAFI dell'UNHCR l’agenzia ONU per i rifugiati. Le loro storie intrecciate narrano di coraggio, resilienza e del potere trasformativo dell'istruzione. Naomi (Burundi), Fatma (Yemen) e Liudmyla (Ucraina), anche se provenienti da angoli diversi del mondo e con esperienze uniche, condividono un legame profondo: il desiderio ardente di creare un futuro migliore per sé stesse e per le loro comunità.
Naomi, con il suo talento nel design e nella tecnologia tessile, visualizza un futuro in cui le giovani donne del suo Paese possano trovare indipendenza economica e espressione creativa. Fatma, immersa negli studi di medicina, sogna di tornare nello Yemen un giorno, armata di conoscenza e compassione, per curare le ferite fisiche e psicologiche lasciate dalla guerra. Liudmyla, con la sua determinazione ad imparare e a crescere nonostante le avversità, si vede come un ponte tra il suo Paese devastato dalla guerra e un futuro di prosperità e speranza.
Queste tre donne, sebbene lontane geograficamente, condividono un obiettivo: utilizzare l'istruzione come leva per superare le difficoltà e trasformare le loro realtà. Nel loro percorso, si sostengono a vicenda attraverso le sfide e le vittorie, condividendo consigli, speranze e sogni per il futuro.
«Vogliamo un'opportunità»
«Tutti si aspettano che i rifugiati chiedano di ricevere case: questo ci fa sentire molto piccoli» commenta Naomi. «Non sapete quanti di noi in realtà aspirano a ricevere il dono di un'opportunità che ci proietti nel futuro: ovvero studio, istruzione, le sole chance più grandi del dramma che viviamo».
L'accesso all'istruzione non è solo un diritto fondamentale ma uno strumento potente per liberare il potenziale di ogni persona. Per ragazze e donne rifugiate, l'istruzione non è semplicemente acquisire conoscenze; è un percorso verso l'empowerment, la resilienza e la prosperità per loro stesse, le loro famiglie e le loro comunità.
Le studentesse rifugiate affrontano ostacoli ancora più grandi, spesso dovendo bilanciare l'istruzione con responsabilità genitoriali e affrontando una mancanza di priorità all'interno delle loro famiglie. «Senza un'istruzione, le donne e le ragazze rifugiate vengono private della fiducia per parlare, per contribuire al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in tutto il mondo. Gli studenti di oggi sono i leader di domani. Sono loro che aiuteranno a promuovere pace e stabilità. Sono loro che apriranno nuove strade per gli altri e daranno esempio alle generazioni future che cercheranno di emulare. Per la sicurezza futura dei loro Paesi d'origine, è vitale che le donne e le ragazze rifugiate ricevano le chiavi dell'istruzione per sbloccare il loro potenziale come leader della pace», commenta Leandro Sugameli, delegato esecutivo della Fondazione Switzerland for UNHCR, il partner locale svizzero dell’UNHCR.
«Garantire che le ragazze rifugiate abbiano accesso all'istruzione è cruciale per il loro potenziamento e per la prosperità futura delle loro famiglie e comunità. Se tutte le ragazze rifugiate possono ricevere un'istruzione, le loro famiglie e comunità sono più propense a migliorare la loro posizione sociale ed economica. Maggiore è il livello di istruzione che riescono a ottenere, maggiori potrebbero essere questi benefici».
Ragazze discriminate tra i discriminati
Il DAFI si impegna a raggiungere la parità di genere tra i suoi studenti entro il 2025. Gli sforzi recenti hanno prodotto risultati promettenti, con il 43% dei borsisti donne nel 2022, in aumento rispetto al 41% nel 2021. Questo progresso sottolinea l'impegno del programma nell'assicurare un accesso equo all'istruzione per le donne rifugiate.
«Le ragazze sono determinatissime. II loro e un percorso piu difficile e il Covid lo ha reso ancora piu incerto e complesso: la diminuzione dei redditi provocata dalla pandemia spinge le famiglie ad interrompere gli studi delle ragazze, magari per darle in sposa con un matrimonio combinato - prosegue Sugameli -. Mi sta particolarmente a cuore la crescita delle ragazze e sono convinto che, per loro che sono discriminate tra i discriminati, l'istruzione sia il più potente attivatore di cambiamento. Con studi di qualità le ragazze possono emanciparsi, rendersi pin autonome e puntare a diventare la futura classe dirigente, agendo per migliorare la condizione di tutte le altre».
Nel solo 2022, il programma DAFI ha concesso borse di studio ad oltre 9.000 studenti rifugiati provenienti da 50 Paesi, segnando un significativo aumento rispetto all'anno precedente. Questo programma gioca un ruolo cruciale nel plasmare il futuro degli studenti rifugiati, offrendo loro un faro di speranza in mezzo all'incertezza.
Gli studenti DAFI studiano preferibilmente medicina e materie sanitarie, oppure commercio e business, quindi scienze sociali e del comportamento, ingegneria, matematica e computer science. «Sono tutti brillanti e molto motivati, sono senza dubbio i più bravi, perché per essere ammessi alle borse di studio bisogna superare selezioni stringenti sul piano del merito. Ma sono, decisamente, ancora troppo pochi» commenta il delegato svizzero. «Abbiamo fatto moltissimo per l'istruzione dei più piccoli, ma per i giovani c'e ancora tanto da fare. Oggi, la realtà dipinge un quadro drammatico di disparità globale: mentre il 40% della popolazione generale accede all'istruzione superiore, solo un misero 7% della popolazione rifugiata lo fa. Per questo, l'UNHCR ora vuole fare di piu: attraverso il programma DAFI si e data l'obiettivo di far crescere al 15 per cento, entro il 2030, i giovani rifugiati che accedono all'istruzione superiore». «Il DAFI mi ha fatto credere in me stessa e nelle mie capacità di donna mediorientale, come prima donna della mia famiglia ad ottenere l'opportunità di un'istruzione superiore», racconta Fatma.
«Il momento di agire è adesso»
L'UNHCR e i suoi partner stanno lavorando attivamente per ampliare l'accesso all'istruzione per le ragazze rifugiate, rafforzando le possibilità delle ragazze di essere ammesse all'università, come in Pakistan, fornendo lezioni extra che permettono il superamento degli esami nazionali o creando un ambiente favorevole per le donne a prosperare accademicamente come in Uganda, Etiopia e Congo, mediante la fornitura di materiali igienico-sanitari al sostegno per la cura dei bambini.
«Il momento di agire è adesso. Non possiamo permetterci che le donne restino ancora più indietro nell'accesso alle opportunità di istruzione. È necessario un investimento urgente per ampliare le opportunità di borse di studio, creare reti di supporto e assicurare che le voci delle donne siano centrali nella definizione di programmi che agevolino il loro percorso verso l'istruzione superiore e oltre - spiega Sugameli - Mentre celebriamo la Giornata Internazionale della Donna, riaffermiamo il nostro impegno nell'empowerment delle donne rifugiate attraverso l'istruzione. Con questa convinzione la Fondazione Switzerland for UNHCR, lancia una nuova campagna volta a consentire ai rifugiati più talentuosi di accedere all’istruzione superiore attraverso borse di studio universitarie e corsi di formazione per l’acquisizione di competenze tecniche. La nuova campagna, intitolata Aiming Higher, chiede al settore privato, fondazioni, aziende e loro dipendenti cosi come ai cittadini, di contribuire a sostenere 70 borse di studio della durata di 4 anni, garantendo una chance alle rifugiate di talento».
«Sono sicuro che il Ticino risponderà in maniera molto generosa» commenta Leandro Sugameli. «Chi dona in Ticino è una persona colta e sceglie di investire nel futuro di una persona molto motivata, in un progetto lungimirante che cambia la vita al singolo e da benefici ad ampio raggio».
Per contribuire agli studi universitari o equivalenti di una donna rifugiata, potete andare su donate.unrefugees.ch. Le aziende interessate a finanziare borse di studio possono contattare Leandro Sugameli (Delegato Esecutivo, Switzerland for UNHCR) scrivendo a [email protected] o 079 315 9893