Società

Ogni anno migliaia di scomparsi, ma gran parte di loro ritorna

Il caso di Denise Pipitone ha riacceso l’interesse mediatico per un fenomeno significativo dal punto di vista numerico anche in Svizzera - Uno dei problemi è la mancanza di coordinamento a livello federale - Il ruolo giocato dalle associazioni appare determinante
Un quadro più chiaro sulla scomparsa dei minori in Svizzera emerge dal lavoro di alcune associazioni. ©Shutterstock
Dario Campione
07.04.2021 06:00

Quante persone scompaiono ogni anno in Svizzera? E quante sono ritrovate?

Il caso di Denise Pipitone, con il suo inevitabile corredo di sensazionalismi, ha riacceso sui media di tutto il mondo l’interesse per un tema tanto ricorrente quanto complesso da affrontare. “Missing” è una parola che risuona ormai familiare un po’ ovunque. Grazie ai titoli di film famosi, certo; ma anche perché in grado di garantire quasi sempre stupori e sbalordimenti. E suggestioni. A uso e consumo di un sistema fondato molto più sui turbamenti emotivi che non sui fatti.

Differenza non solo lessicale

«I casi di persone scomparse - spiega la Polizia federale elvetica (Fedpol) - non vanno confusi con quelli concernenti persone sparite». Chi si allontana volontariamente, ad esempio, ha tutto il diritto di farlo. Sparire è un po’ morire, e chi ti vuole bene deve farsene una ragione. La scomparsa è invece tutta un’altra storia. Soprattutto se riguarda un minore. In questo caso, si mettono in moto importanti meccanismi di ricerca. E il quadro cambia in modo radicale.

I numeri, si diceva. Secondo il rapporto annuale 2019 di Fedpol (è l’ultimo disponibile, il prossimo sarà pubblicato a maggio) in Svizzera «scompaiono» tra le 4 e le 5 mila persone all’anno. Le cifre registrate nell’elenco delle ricerche della stessa Fedpol vanno dalle 3.571 del 2015 alle 4.796 del 2019, con punte di 5.910 nel 2017. Numeri impressionanti, che devono però essere letti nel modo giusto. Nove volte su dieci, infatti, il mistero si risolve nel giro di poche ore o di pochi giorni. Tornano sui loro passi i mariti o le mogli che non sopportavano più il ménage familiare, i figli che avevano litigato con i genitori, le persone stanche di una quotidianità improvvisamente diventata insopportabile. Tuttavia, c’è anche chi sparisce sul serio. Il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) affronta ad esempio ogni anno centinaia di casi “internazionali”: svizzeri, cioè, di cui si sono perse le tracce all’estero; o turisti stranieri dei quali non si sa più nulla dopo il loro arrivo nella Confederazione.

I numeri reali

Nel 2019, stando al rapporto sui «Riscontri positivi nel Sistema d’informazione Schengen (SIS)», è stata segnalata dalla Fedpol la scomparsa di 492 cittadini svizzeri e di 127 cittadini stranieri. Sono questi, probabilmente, i numeri “veri” del fenomeno.

Numeri che comunque, per ciò che riguarda la Svizzera, restano difficili da individuare con certezza. Contattata ieri dal Corriere del Ticino, la stessa Fedpol ha infatti spiegato come «La valutazione e il chiarimento dei casi di sparizione siano di competenza della polizia locale o cantonale che accoglie la denuncia di scomparsa e avvia le prime misure. La polizia valuta se diffondere una segnalazione di persona scomparsa nel sistema di ricerca nazionale RIPOL e, eventualmente, nel sistema d’informazione Schengen (SIS). La polizia registra in RIPOL le pertinenti segnalazioni o da Interpol le persone scomparse al di fuori dello spazio Schengen. Questo significa che soltanto ogni cantone ha una panoramica dei casi mancanti e risolti. Fedpol non tiene statistiche sulle persone scomparse e ritrovate, ma conosce unicamente le segnalazioni di persone scomparse in relazione con l’estero».

IMissing Children Switzerland

Paradossalmente, informazioni e maggiore attenzione sono riscontrabili nel lavoro di alcune associazioni, la più importante delle quali nella Confederazione è certo Missing Children Switzerland, fondata nel 2011 da Irina Lucidi, la mamma delle gemelline Schepp Livia e Alessia.

In un’intervista alla rivista romanda “L’Illustré”, pubblicata alla fine di gennaio, proprio la direttrice di Missing Children Switzerland, Lucie Zimmitri, ha fatto notare come ancora oggi, «a livello di polizia federale», manchino strumenti di base indispensabili per la ricerca, ad esempio, dei bambini scomparsi. «Non ci sono pagine ufficiali dedicate alle sparizioni attuali - ha detto Zimmitti - Niente è centralizzato. Siamo in un sistema in cui c’è poca visibilità, nessuna statistica nazionale. Se non misuriamo il fenomeno, non abbiamo risorse per la prevenzione. Attualmente, gli strumenti esistono, ma sono efficaci solo nella misura in cui il bambino o il giovane scomparso è già stato localizzato».

Missing Children Switzerland chiede un cambio di passo. E si batte, come ha scritto “L’Illustré”, per una collaborazione più attiva con la polizia. Per fare un esempio, in Belgio l’associazione Child Focus ha accesso diretto al pubblico ministero. «C’è ancora molto lavoro di sensibilizzazione da fare con gli organi di governo della polizia, con i quali non siamo in concorrenza», ha aggiunto Zimmitri, facendo tuttavia notare come il sito di Missing Children Switzerland, inserito in due reti mondiali collegate a oltre 50 Paesi sia, allo stato attuale, uno strumento in grado di raccogliere e riversare in Rete informazioni a volte più rapidamente dei canali ufficiali.

La storia, tra avvistamenti e false piste

Il 1. settembre 2004 la piccola Denise Pipitone - non ha ancora compiuto 4 anni - scompare a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, mentre gioca davanti casa. L’ultima a vederla è una zia, attorno alle 11.45.

Le segnalazioni

Dal 2004 a oggi le segnalazioni alla famiglia sono state molte, ma nessuna si è rivelata utile. Il caso è stato clamorosamente riaperto dopo l’apparizione in una Tv russa di una ragazza che sostiene di essere stata rapita da bambina. La donna, Olesya Rostova, almeno in foto dimostra di avere una somiglianza stupefacente con la madre di Denise, Piera Maggio.

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