Democrazia

Ora gli svizzeri all'estero esigono il voto elettronico

Domenica oltre 4 mila persone in tre cantoni hanno potuto esprimere le loro preferenze con il nuovo sistema – Non ci sono stati tentativi di attacchi informatici alla piattaforma della Posta – L'organizzazione «SwissCommunity» vuole far pressione in vista delle elezioni federali del prossimo ottobre
© KEYSTONE/Jean-Christophe Bott
Luca Faranda
20.06.2023 06:00

Oltre 15 anni di prove e test in diversi cantoni, poi una falla nella sicurezza, scovata nel 2019, ha spinto il Consiglio federale a bloccare ogni progetto. Quattro anni dopo, ecco una nuova chance al voto elettronico. «Buona la prima», festeggia la Posta, che ha sviluppato il sistema. Domenica nei cantoni di Basilea Città, San Gallo e Turgovia 4.239 persone, tra cui molti svizzeri all’estero, hanno potuto votare da casa in pochi clic.

«Si è trattato del 16% di tutte le persone che avrebbero avuto la possibilità di farlo», spiega Michael Egger, responsabile del voto elettronico, sul sito della Posta. Non tutti sono riusciti a completare l’operazione: il 7% di coloro che hanno iniziato il processo di voto non lo hanno concluso. La scheda, insomma, non è mai arrivata nell’urna elettronica. I voti espressi, invece, sono tutti validi: «La segretezza del voto è stata mantenuta in ogni momento e il risultato è stato conteggiato correttamente», assicura il Gigante Giallo.

Nessun ciberattacco

Egger conferma anche che non ci sono stati tentativi di attacco alla piattaforma. L’attenzione era alta: solo settimana scorsa diversi ciberattacchi - molto probabilmnente riconducibili all’organizzazione «NoName» - hanno colpito numerosi siti internet delle amministrazioni pubbliche e delle aziende parastatali.

L’attacco informatico denominato DDoS (acronimo inglese di Distributed Denial of Service), consiste nel sovraccaricare i portali con richieste mirate, in modo da non renderli più accessibili agli utenti. Tra i siti colpiti, mercoledì scorso, c’era anche quello del Cantone di Basilea Città e della Città di San Gallo. Tuttavia, «il voto elettronico non è stato interessato neppure dagli attacchi DDOS della scorsa settimana», assicura il responsabile della Posta, precisando che a luglio si terranno dei «test di intrusione» per scorprire eventuali vulnerabilità del sistema. 

Pressione dall’estero

Ora che il voto elettronico è tornato sulla scena, i cittadini elvetici che vivono al di fuori dei confini hanno ora una miglior possibilità di partecipare al processo democratico. A partire dalle elezioni federaali in programma il prossimo 22 ottobre. L’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE, oppure anche SwissCommunity) «si impegna a far sì che il maggior numero possibile di loro possa votare elettronicamente in ottobre per garantire che il loro voto sia preso in considerazione».

Per l’organizzazione che rappresenta la «Quinta Svizzera», i Cantoni devono subito chiedere l’autorizzazione per il voto elettronico entro l’autunno. «Sebbene possano votare per posta dal 1992, gli svizzeri all’estero (oltre 225 mila, ndr) incontrano regolarmente delle difficolta», ad esempio? Ricevono il materiale di voto troppo tardi. «Spetta ai Cantoni decidere se presentare la relativa richiesta al Consiglio federale. Dopo questo inizio ben riuscito, ci aspettiamo che lo facciano», si augura da parte sua Egger.