Parlamento

Patriarcato o retaggio storico: sui doppi cognomi si tentenna

Il Nazionale rimanda in commissione la proposta: il problema non è per il matrimonio, ma per i figli - Gianini (PLR): «Non deve essere una decisione dello Stato» - Funiciello (PS): «Le donne devono avere più scelta»
©Chiara Zocchetti
Luca Faranda
14.03.2024 23:00

Lara Gut-Behrami è pronta per la fase finale della stagione, che prenderà il via domani sulle nevi austriache di Saalbach. L’atleta ticinese, nel novembre 2018 - pochi mesi dopo il matrimonio con Valon - ha deciso di gareggiare con il doppio cognome. Una scelta che in realtà - formalmente - in Svizzera non c’è più dal 2013: è possibile avere il doppio cognome sulla carta d’identità o sul passaporto, ma non sugli atti o sui certificati ufficiali. Lì bisogna scegliere uno dei due cognomi. Una prassi che il Parlamento sta cercando di correggere.

Oltre sei anni

Già nel dicembre del 2017, l’allora consigliere nazionale Luzi Stamm (UDC/AG) aveva chiesto - tramite un’iniziativa parlamentare - di modificare nuovamente la legge per consentire alle persone che si uniscono in matrimonio di adottare il doppio cognome.

Oggi, a distanza di oltre sei anni, la questione è ancora sui banchi di Palazzo federale. Il fronte borghese del Consiglio nazionale ha deciso di rispedire il progetto alla sua Commissione degli affari giuridici. «Come è stato possibile passare da una proposta tanto semplice a un mostro come questo?», si è chiesto il democentrista vallesano Jean-Luc Addor . Già, la questione non è così semplice. Sulla possibilità di lasciare libera scelta ai coniugi c’è ampio consenso, ma la discussione si fa molto più complicata per quanto riguarda i figli (l’UDC è particolarmente contraria). E poi i figli dei figli.

Non ci guadagna nessuno

«La revisione di legge entrata in vigore nel 2013, che a detta di tutti è un errore, è stata imposta da una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), proprio per una disparità di trattamento tra uomo e donna. Fino ad allora, infatti, il diritto imponeva il cognome del marito o al massimo il doppio cognome. Da undici anni, questo non è più possibile», ci spiega il consigliere nazionale Simone Gianini (PLR/TI). «Oggi questa imperfezione rimane e non ci guadagna nessuno».

Più combinazioni possibili

In realtà, «sembra esserci un certo consenso sui coniugi: sono sicuro che in futuro ci sarà una liberalizzazione, oserei dire totale, della scelta dei nomi dopo il matrimonio».

Oggi, le possibilità sono tre e impongono una rinuncia, da una parte o dall’altra. Tornando all’esempio di Lara e Valon: entrambi Gut, entrambi Behrami oppure ognuno mantiene il suo. E in futuro? Ammesso che la legge venga modificata, saranno le future generazioni a rappresentare un’incognita. I cognomi ammessi resteranno al massimo due, ma le possibilità di scelta saranno numerose (vedi box).

Addirittura, potrebbe capitare che mamma, papà e figli abbiano tutti cognomi differenti. Insomma, si potranno lanciare i dadi per trovare una possibile combinazione. Inoltre: con trattino o senza? «Anche questo sarà da chiarire. È probabile che in futuro la scelta del cognome dei figli sia più ristretta rispetto a quella dei coniugi», afferma Gianini, ricordando tuttavia che tale soluzione sarebbe comunque un passo avanti rispetto a oggi.

Discendenza poco chiara

Per il ticinese, «non deve essere lo Stato ad imporre un cognome, deve essere una scelta - a maggior ragione per i coniugi - perché è un elemento altamente personale». D’altro canto, ammette Gianini, si vuole anche evitare di cambiare una legge ogni 5 o 10 anni. Un po’ come sta accadendo adesso.

«Alla seconda, terza, o quarta generazione di doppi cognomi che si combinano, ecco che la discendenza non sarà più così chiara. Ma in tanti casi è già realtà oggi: pensiamo alle famiglie “non tradizionali”, oppure a chi si è sposato più volte. Non è sempre facile capire chi è figlio di chi solo dal cognome». Eppure, è necessario fare qualcosa. «La società è mutata e bisogna dare una risposta a questi cambiamenti».

«La ragione è chiara»

Oggi il figlio può prendere il cognome del padre, oppure quello della madre. Eppure, la scelta ricade quasi sempre sul nome di famiglia del papà. Ben tre volte su quattro, stando alle statistiche fornite nell’aula del Nazionale. Perché? «La ragione è chiara: il patriarcato. Qui il nome si tramanda di padre in figlio, anche se non lo trovo giusto», sostiene la consigliera nazionale Tamara Funiciello (PS/BE), che non ha particolarmente apprezzato l’ennesimo rinvio alla Commissione degli affari giuridici, nella quale sono presenti sia lei, sia Gianini. Il deputato PLR, tuttavia, sul tema non ha seguito il suo gruppo parlamentare. «È un vero peccato che i partiti borghesi abbiano deciso così. Ci vorrà ancora parecchio tempo, ma la società nel frattempo cambia», tiene a ricordare Funiciello. A suo avviso, le donne dovrebbero avere più libertà di scelta. E ciò anche attraverso il doppio cognome. «In fondo, sono le donne a mettere al mondo i bambini. Forse non sarebbe poi così ingiusto permettere loro di tramandare il cognome di famiglia».

Dello stesso avviso, seppur più cauto, anche Gianini. «È chiaramente un retaggio del passato, che arriva addirittura dal 1917. Per quasi 100 anni, il Codice civile - tranne una piccola revisione nel 1984 - imponeva il cognome del marito in caso di matrimonio. La moglie poteva tuttavia aggiungere il suo. E questo fino al 2013, ma questo effetto ancestrale lo si percepisce ancora oggi. Nella grande maggioranza dei casi è il cognome del marito a prevalere. Un’apertura farebbe superare questa limitazione che favorisce gli uomini».

Una serie infinita di opzioni

A seconda di come si chiameranno la madre e il padre, in futuro con una nuova modifica della legge si potranno scegliere tra numerose varianti. Inoltre, ogni doppio cognome potrebbe essere scritto con o senza trattino. Unica regola: i cognomi devono essere al massimo due. Prendendo ad esempio due cognomi composti (Baume-Schneider e Keller-Sutter), in futuro i figli di questa ipotetica coppia potrebbero chiamarsi in uno dei seguenti modi: Keller-Sutter, Baume-Schneider, Keller-Baume, Baume-Keller, Keller-Schneider, Schneider-Keller, Sutter-Baume, Baume-Sutter, Sutter-Schneider, Schneider-Sutter, oppure privilegiare uno solo dei cognomi disponibili.