Patrick Walder prosciolto dall'accusa di discriminazione razziale

Il Tribunale distrettuale di Uster (ZH) ha prosciolto l'ex presidente dell'UDC cantonale zurighese Patrick Walder dall'accusa di discriminazione razziale. Nel 2019 la sezione zurighese del suo partito aveva etichettato in un comunicato gli eritrei come «criminali violenti che non possono essere integrati».
Non ci sono prove che Walder abbia collaborato alla stesura del controverso comunicato, ha dichiarato il giudice all'apertura della sentenza. Il 37enne ex presidente del partito aveva sostenuto di essere stato in vacanza e di non sapere chi avesse scritto il testo.
Sebbene Walder abbia ammesso in una mail di aver autorizzato la diffusione del comunicato, questa mail non può essere usata come prova in quanto il poliziotto che gli ha posto la domanda al riguardo non l'aveva informato del suo diritto di non rispondere.
Walder non è quindi penalmente responsabile per il testo e non deve scusarsi pubblicamente con la comunità eritrea, cosa richiesta da diversi querelanti privati che avevano denunciato l'UDC. Il tribunale ha criticato tuttavia Walder e quindi anche il suo partito per il fatto che il comunicato violi in alcune sue parti la norma penale contro il razzismo, in particolare per la «generalizzazione indifferenziata» con cui ha descritto gli eritrei, creando così «un clima ostile e discriminatorio».
Secondo l'UDC zurighese, la sentenza rappresenta una «vittoria per la libertà di espressione». Questa assoluzione è un «segnale importante del fatto che il discorso politico libero deve continuare», ha scritto.
Il Ministero pubblico aveva chiesto nei confronti del 37enne una pena pecuniaria sospesa di 40 aliquote giornaliere da 210 franchi e una multa di 800 franchi. Walder, difeso dall'ex granconsigliere UDC Valentin Landmann, si era detto innocente e aveva chiesto l'assoluzione.
La vicenda era stata innescata da un dramma avvenuto alla stazione centrale di Francoforte nel luglio del 2019, quando un eritreo residente nel canton Zurigo aveva improvvisamente spinto un bambino di 8 anni e sua madre sui binari all'arrivo di un treno. Il piccolo era stato travolto ed era morto.
In una nota, l'UDC aveva scritto che questo atto efferato dimostra ancora una volta che queste persone sono «criminali violenti che non possono essere integrati» e non hanno posto in Svizzera. Metterebbero «in pericolo le famiglie, soprattutto le donne e i bambini».
La Procura aveva aperto un fascicolo perché con la sua frase l'UDC aveva dato l'impressione che gli eritrei, e in particolare i richiedenti asilo eritrei, fossero tutti inclini alla violenza.