Penuria alloggi e caro affitti, avanti con le contromisure

Il problema a livello federale è noto, tanto che il consigliere federale Guy Parmelin, lo scorso anno, aveva adottato un piano d’azione con l’obiettivo di contrastare il problema della carenza di alloggi a prezzi accessibili.
Ieri, a quasi un anno di distanza, il Governo ha infine adottato un rapporto sul tema, confermando la radiografia scattata dal consigliere federale. «Mentre nel 2020 la situazione sul mercato dell’alloggio era ancora tranquilla – si legge nel documento redatto in risposta a due postulati del consigliere agli Stati Damian Müller (PLR) – negli ultimi tempi la Svizzera sta affrontando un periodo caratterizzato da varie tensioni: il tasso di alloggi sfitti è infatti passato dall’1,72% nel 2020 all’1,08% nel 2024». Numeri e tendenze che confermano la crescente penuria di alloggi.
Per quanto concerne le cause, il documento indica, sul fronte della domanda, l’aumento del numero di nuclei familiari e l’incremento del consumo di superficie abitativa pro capite. Sul fronte dell’offerta, invece, il fatto che la costruzione di un alloggio dipende dalla disponibilità di zone edificabili, dal quadro giuridico e dalla situazione economica generale.
Tra il 2000 e il 2024 l’indice degli affitti – che misura il rincaro delle abitazioni locate in maniera permanente in Svizzera – ha subito un aumento del 38 %, crescendo più rapidamente dell’inflazione e dei salari, si legge nell’analisi. Secondo il rapporto, il motivo di questa impennata va ricercato nello scarto crescente tra domanda e offerta. Scarto che comporta un rialzo degli affitti e rende ancora più difficile la ricerca di un alloggio. «Questa situazione può avere ripercussioni negative a livello sociale, ecologico ed economico», riconosce il Governo che pertanto ricorda alcune possibili soluzioni individuate nel piano d’azione del 2024, elaborato con la partecipazione dei Cantoni, dei Comuni, del settore edilizio e immobiliare e della società civile. Nel concreto, il piano prevede una trentina di misure volte a favorire lo sviluppo edilizio, soprattutto nelle aree urbane, attraverso interventi come la semplificazione delle procedure edilizie e la promozione di alloggi a canone moderato. Al riguardo, il rapporto indica che l’Ufficio federale delle abitazioni questa primavera realizzerà una prima inchiesta per verificare i passi fin qui compiuti. Intanto, i dati sulle domande di costruzione sembrano indicare una lieve ripresa, così anche quelli sulle autorizzazioni edilizie. «Occorrerà tuttavia verificare se queste tendenze saranno sufficienti per creare un mercato immobiliare più equilibrato», conclude l’Esecutivo.
Affitti meno cari?
Nei prossimi giorni, intanto, per la precisione il 3 marzo, l’Ufficio federale delle abitazioni (UFAB) dovrebbe comunicare la correzione al ribasso del tasso ipotecario di riferimento. L’indicatore, impiegato per calcolare gli adeguamenti delle pigioni al cambiamento del tasso guida, dovrebbe scendere dall’1,75% all’1,50%. Una buona notizia per gli inquilini che potranno richiedere una riduzione delle pigioni, a condizione che i proprietari abbiano anche applicato gli aumenti precedenti, come ricorda UBS in un’analisi pubblicata negli scorsi giorni. Secondo UBS, «se il tasso di interesse di riferimento si riduce di 0,25 punti percentuali i proprietari devono ridurre l’affitto del 2,9%. Questi sono comunque autorizzati a compensare il 40% dell’inflazione accumulata e dell’aumento generale dei costi». Per la maggior parte delle famiglie il diritto di riduzione effettivo sarà quindi probabilmente pari a circa il 2% dell’affitto netto. E questo varrà dalla prossima data possibile di rescissione del contratto, ricorda UBS.
Sempre secondo gli esperti dell’istituto bancario è probabile che il tasso ipotecario di riferimento rimanga al nuovo livello dell’1,5% per tutti gli altri mesi del 2025. Il mercato prevede infatti che la Banca nazionale svizzera (BNS) taglierà in marzo per l’ultima volta in questo ciclo il suo tasso di riferimento (dallo 0,5% allo 0,25%), il che causerà un nuovo calo dei tassi di interesse sui mutui del mercato monetario di circa 25 punti base. «Prevediamo inoltre che il costo delle ipoteche a tasso fisso scenderà leggermente, dopo un aumento temporaneo all’inizio del 2025», concludono gli specialisti dell’istituto.