Per il congedo parentale è solo questione di tempo

Il nocciolo della questione non è se verrà introdotto un congedo parentale, ma quando. E soprattutto, in che forma? Il Consiglio nazionale ha definitivamente affossato un’iniziativa cantonale del Ticino, che chiedeva l’introduzione di un «congedo nazionale parentale» con una durata complessiva di almeno 20 settimane: almeno 14 per la madre (come oggi), mentre per il padre, che attualmente ha a disposizione due settimane, «la quota fissa deve rappresentare almeno il 20% del congedo parentale totale» (nel caso di 20 settimane, equivarrebbe a quattro settimane, ndr).
La proposta ticinese non è piaciuta al Parlamento (gli Stati l’avevano già respinta lo scorso marzo), che ha deciso di non dare seguito nemmeno a un’altra iniziativa del Canton Vallese dello stesso tenore. Il motivo? «Sono troppo vincolanti». Eppure, qualcosa si sta muovendo.
Le iniziativa di Giura e Ginevra
Le Camere federali, in realtà, stanno già elaborando un progetto di legge per l’introduzione di un congedo parentale a livello federale. E lo stanno facendo sulla base di altre due iniziative cantonali, formulate in modo molto più vago, presentate da Giura e Ginevra.
«La formulazione generale e aperta proposta dalle due iniziative offre il margine di manovra necessario per elaborare una proposta pragmatica, sostenibile e in grado di raccogliere una maggioranza politica», ha detto la consigliera nazionale Diana Gutjahr (UDC/TG), a nome della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Nazionale. Se sul principio in molti si dicono favorevoli, il discorso cambia quando si tratta del numero di settimane da concedere.
Un attacco alle neo-mamme?
Su questo punto, la battaglia politica è appena iniziata. A incendiare il dibattito è stata proprio la commissione del Nazionale, che lo scorso maggio ha reso noto di voler favorire «una soluzione incentrata su una flessibilizzazione dei congedi maternità e paternità già esistenti piuttosto che sulla loro estensione». Significa che in totale le settimane di congedo rimarrebbero invariate rispetto alle attuali 16 (14 settimane le madri, due i padri). Tuttavia, se il papà volesse restare a casa per più tempo, potrebbe attingere dal congedo di maternità della neo-mamma.
«È scandaloso. Con questa “flessibilizzazione” ai danni delle madri si andrebbe in una direzione completamente sbagliata. Si indebolirebbe ulteriormente un congedo, quello di maternità, che già oggi è molto debole», critica la consigliera nazionale Greta Gysin (Verdi). «Chiunque sa che 14 settimane bastano a malapena per riprendersi, soprattutto per chi ha avuto difficoltà o complicazioni», spiega l’ecologista, sottolineando che il congedo è a protezione della salute delle madri. «Con questa maggioranza di destra, l’Iniziativa per un congedo familiare (vedi box, ndr) è più che mai necessaria. Siamo già fanalino di coda in Europa», aggiunge Gysin, ricordando che la Svizzera è tra i Paesi europei che concede meno giorni di congedo ai neo-genitori (le due settimane per i papà sono realtà solo dal 2021).
Margine di manovra
La maggioranza della commissione è inoltre dell’idea che l’introduzione di un congedo parentale minimo a livello federale debba essere «accompagnata dalla delega ai Cantoni della competenza di prevedere soluzioni più generose». Il Canton Ginevra, ad esempio, ha già approvato in votazione popolare, con quasi il 58% di sì, un congedo parentale di 24 settimane. Tuttavia, non può farlo entrare in vigore poiché (per il momento) non è compatibile col diritto federale.