Per il raddoppio della galleria del San Gottardo si temono ritardi fino a due anni

«Seconda canna del San Gottardo: si scava nel cuore della montagna». E poi: «Le due frese meccaniche per lo scavo del secondo traforo sono state messe in moto il 14 febbraio 2025 alla presenza del consigliere federale Albert Rösti. Sul versante nord tutto procede come previsto, mentre a sud il metodo meccanizzato è stato sostituito dalla modalità convenzionale dell’esplosivo. La data di apertura prevista rimane il 2030». L’Ufficio federale delle strade (USTRA), a fine agosto, spiegava con toni ottimistici (sulla rassegna annuale delle attività) quanto sta accadendo sul cantiere del raddoppio del San Gottardo.
Ieri, la SRF, ha però lanciato l’allarme, parlando di «Debakel am Gotthard». Fonti dell’emittente - che sul tema ha sentito anche alcuni geologi - indicano però un possibile ritardo fino a due anni. Come è possibile? «Dopo soli 192 metri, all’inizio dell’estate la fresa meccanica “Paulina” si è incastrata nelle rocce fratturate. In realtà, rivela l’inchiesta della SRF, la fresa si era bloccata una prima volta - per circa un mese - già dopo appena cinque metri. Il problema si è poi ripetuto meno di 200 metri dopo. Lo scavo per la seconda canna del tunnel autostradale del San Gottardo rischia pertanto di essere più complicato e più costoso del previsto. Stando alla SRF, che ha sentito anche alcuni geologi, già in passato vi erano stati dei «segnali» di avvertimento, tra cui il crollo di un foro di sondaggio nella cosiddetta «serie della Tremola» nel 2016.
Per l’USTRA, sempre secondo quanto comunicato a fine agosto, «sul cantiere di Airolo è stato necessario interrompere l’attività della TBM (tunnel boring machine) dopo circa 200 metri, date le difficoltà poste da una zona di roccia instabile incontrata sul percorso. Per questo tratto, che si estende per circa 500 metri, si è pertanto optato per la tecnica di abbattimento tradizionale mediante esplosivo. Il cambiamento non dovrebbe comunque influire né sui costi totali preventivati, né sulla data di inaugurazione della galleria, programmata per luglio 2030, grazie anche alla turnazione continua 7 giorni su 7 e 24 ore su 24».
La SRF, citando l’USTRA, indica che il passaggio alla perforazione con esplosivo comporterà costi aggiuntivi fino a 20 milioni di franchi svizzeri e ritardi fino a otto mesi. Ma che nonostante ciò, la data di apertura non verrà posticipata. Le fonti della SRF temono però che i tempi potrebbero allungarsi.
«Un certo rischio residuo esiste sempre. Non possiamo costruire un tunnel senza rischi», ha indicato, citato dalla SRF, il vicedirettore dell’USTRA Guido Biaggio, secondo cui la decisione di impiegare la fresa già in quel tratto è stata presa sulla base di rapporti geologici approfonditi.
Stando al calendario stilato dall’Ufficio federale delle strade, i lavori di scavo meccanizzato su entrambi i versanti si protrarranno fino al 2027, quando è prevista la caduta dell’ultimo diaframma. «A partire dall’autunno 2027 si procederà con la posa delle dotazioni del cunicolo tecnico, l’installazione dell’impiantistica di esercizio e sicurezza nel nuovo traforo, il collaudo e infine la messa in servizio».
Una volta che la seconda canna sarà agibile, inizieranno i lavori di risanamento sul primo tubo: le due gallerie saranno entrambe percorribili a partire dal 2033.