Perché far capo a immagini porno?

BERNA - Il consigliere federale Alain Berset martedì pomeriggio aveva respinto le accuse del consigliere nazionale Erich von Siebenthal (UDC/BE) che aveva tacciato di pornografia la campagna "LOVE LIFE - Nessun rimpianto" contro le infezioni sessualmente trasmissibili. Chi si oppone alla discutibile promozione dell'UFSP però non demorde e mercoledì, come d'altronde aveva promesso di fare all'indomani del lancio a metà maggio, il consigliere nazionale ticinese PPD Fabio Regazzi ha lanciato un'interpellanza all'indirizzo del Consiglio federale, denominata "Per la tutela dei minori e del buon senso: una campagna anti-AIDS deve necessariamente far capo ad immagini pornografiche?".
Regazzi, che lo scorso 15 maggio si era detto "schifato" e aveva parlato di "una vera vergogna" a proposito della campagna dell'UFSP, chiede dunque al Governo di chinarsi nuovamente sulla portata delle crude immagini proposte per sensibilizzare la battaglia contro le infezioni sessualmente trasmissibili. "Quel che preoccupa – scrive Fabio Regazzi nella motivazione alla sua interpellanza - è che tali immagini, diffuse da un'autorità federale, sono potenzialmente pericolose per bambini e minori che le vedono. Studi e ricerche hanno dimostrato che l'esposizione di minori ad immagini porno tende a rafforzarne il comportamento aggressivo e spesso porta i giovani spettatori ad atti di emulazione, comportamenti devianti che possono sconfinare in abusi perpetrati e subiti, al sexting, ecc.".
Considerazioni, queste ultime, alle quali Regazzi ritiene opportuno aggiungere una valutazione critica sul programma nazionale "Protezione della gioventù dai rischi dei media e competenza mediali 2011-2015" che, alla luce di quanto promosso dalla campagna LOVE-LIFE, rischia di rivelarsi contraddittorio proprio perché situato agli antipodi rispetto "politica di prevenzione e sensibilizzazione di minori e adulti nei confronti dell'abuso di immagini dannose".