Giustizia

Perquisizioni corporali solo per seri motivi

Il Tribunale federale ha accolto il ricorso di un estone costretto a denudarsi dagli agenti dell’aeroporto di Zurigo per un controllo di sicurezza – Va rispettata la proporzionalità
© CdT/Archivio
Giovanni Galli
29.01.2020 22:00

Prima di essere messo in cella ha dovuto togliersi gli indumenti della parta alta dei corpo, poi rivestirsi, abbassare pantaloni e mutande e accovacciarsi, di modo che gli agenti potessero vedere se nascondeva qualcosa fra le natiche. Ritenendo questo controllo sproporzionato – non c’era alcun indizio di una possibile messa in pericolo di altre persone o di se stesso – ha ricorso (invano) al tribunale cantonale, lamentando di essere stato trattato in modo umiliante, e poi a quello federale. I giudici di Losanna gli hanno dato ragione, riconoscendogli anche un’indennità di 4 mila franchi. La polizia non ha il diritto di esigere che le persone destinate a finire in cella si spoglino completamente per una perquisizione corporale, a meno che non sussistano motivi seri e concreti per sospettare che il perquisito nasconda oggetti o sostanze vietate in quella parte del corpo.

Pregiudicata l’intimità

Il protagonista della vicenda è un cittadino estone che nel mese di luglio del 2018 era stato fermato all’aeroporto di Zurigo su segnalazione della procura del Canton Argovia, per danneggiamento di dati. Il tribunale zurighese aveva tagliato corto sostenendo che queste pratiche sono previste dai regolamenti interni della polizia cantonale, per evitare che una volta in cella la persona rappresenti un pericolo per sé e per gli altri.

In base alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, attraverso una perquisizione corporale ed eventualmente un controllo degli orifizi corporei una persona viene pregiudicata nella sua intimità e dignità. Questo tipo di controlli comunque è ammesso per garantire la sicurezza della polizia e della persona perquisita. Le circostanze sono da considerare in ogni singolo caso e il controllo deve essere effettuato in modo conforme allo scopo.

Né l’infrazione che aveva portato al fermo dell’estone né il comportamento indicavano la presenza di un pericolo. A maggior ragione considerando che prima di lasciare l’aeroporto di Londra l’uomo aveva aveva dovuto superare i controlli di sicurezza. L’interessato si era dimostrato cooperativo. Se invece fosse stato aggressivo, questo genere di perquisizione sarebbe stato considerato ammissibile.

Bastava tastare

Secondo il Tribunale federale, sarebbe stato sufficiente se gli agenti avessero perquisito l’uomo attraverso i vestiti. Prima di portarlo in cella (dov’è poi rimasto per quattro ore) avrebbero inoltre potuto levargli la cintura e le stringhe delle scarpe. La perquisizione corporale è quindi stata sproporzionata.

I giudici sostengono che per gli agenti è più facile se non devono riflettere sulla proporzionalità. I giudici losannesi giungono tuttavia alla conclusione che queste considerazioni d’ordine pratico non devono pregiudicare un’effettiva protezione dei diritti fondamentali. Il fatto che un agente di polizia debba sempre confrontarsi con la proporzionalità dei suoi metodi è strettamente legato al suo lavoro.