Il dato

Più di una persona su tre, in Svizzera, crede alle teorie del complotto

A dirlo è uno studio del 2024 dell'Alta scuola di scienze applicate di Zurigo – Donne, persone con un livello di istruzione basso o medio e popolazione rurale sono più propense a credere alle teorie cospirative
Red. Online
26.05.2025 18:31

Più di una persona su tre, in Svizzera, crede alle teorie del complotto. A dirlo, come riferiscono le testate del gruppo CH Media, uno studio pubblicato l'anno scorso dall'Alta scuola di scienze applicate di Zurigo. La percentuale, per la precisione, è del 36,9%. Dirk Baier, ricercatore con focus sull'estremismo, ha chiesto a oltre 2 mila persone – tramite un sondaggio online – se sostenevano affermazioni come «Ci sono organizzazioni segrete che hanno una grande influenza sulle decisioni politiche» o «I politici e gli altri leader sono solo burattini dei poteri costituiti».

I risultati sono particolarmente interessanti, anche perché possono essere confrontati con i dati del passato. Una prima indagine, in questo senso, risale al 2018. All'epoca, il 35,9% degli intervistati credeva nelle teorie del complotto. Durante la pandemia, quando le teorie del complotto sono state oggetto di un intenso dibattito mediatico, la percentuale era invece scesa (sorprendentemente) al 27,1%. Dirk Baier ritiene che l'atteggiamento aggressivo dei cosiddetti coronascettici abbia agito da deterrente. L'ultimo sondaggio, per contro, mostra ancora una volta un chiaro aumento: quasi il 37% degli svizzeri crede alle teorie del complotto, già. Questa tendenza è particolarmente marcata in alcuni gruppi: l'anno scorso, ad esempio, le donne, le persone con un livello di istruzione basso o medio e la popolazione rurale erano più propense a credere alle teorie cospirative.

Va notato che le persone meno abbienti dal punto di vista economico continuano a essere complessivamente più favorevoli alle teorie del complotto rispetto alla media. Citiamo ancora lo studio: «Sembra che le varie crisi che si sono susseguite alla pandemia, come la guerra in Ucraina, l'approvvigionamento energetico, l'aumento delle migrazioni, l'inflazione, siano preoccupanti nel loro insieme e provochino un sentimento di minaccia e una paura di declassamento che portano maggiormente a cercare punti di riferimento nelle narrazioni cospirative».

Questo aumento potrebbe rappresentare un problema, ribadisce al riguardo Dirk Baier. Le tendenze cospirazioniste sono spesso legate all'estrema destra e all'estrema sinistra, oltre che ad atteggiamenti violenti. Secondo il sondaggio, anche questi ultimi sono aumentati nel 2024, anche se non sempre in modo significativo: «La sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle spiegazioni cospirative e sui pericoli a esse associati deve quindi assolutamente continuare».