Sanità

«Possibili infezioni di West Nile Virus: le zanzare sono anche in Svizzera»

Nel Nord Italia aumentano i contagi da virus del Nilo occidentale: di cosa si tratta? L'UFSP: «Quest'anno ancora nessun caso, ma non si possono escludere»
Michele Montanari
25.08.2022 10:30

Se c’è una cosa che abbiamo imparato durante la pandemia è che quando si parla di diffusione di virus i confini tra i Paesi diventano praticamente inesistenti. Proprio per questo motivo l’aumento di infezioni da virus del Nilo occidentale (WNV: West NIle Virus) nel Nord Italia non può lasciare indifferente la Svizzera. Anche se va sottolineato che, a differenza del coronavirus Sars- CoV-2, il WNV non si trasmette per contatto tra persone (a meno che non vi sia un'esposizione a sangue infetto), ma attraverso la puntura di zanzare. L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), contattato dal CDT, fa sapere che quest’anno non sono stati ancora riscontrati casi di WNV nella Confederazione. Tuttavia, gli esperti evidenziano che «in Svizzera sono presenti zanzare dei generi Culex e Aedes, che possono fungere da vettori. Queste includono sia specie autoctone come Culex pipiens sia specie invasive come la zanzara tigre asiatica Aedes albopictus. Non si può dunque escludere la trasmissione del WNV nel nostro Paese». Dall'inizio della sorveglianza del virus del Nilo occidentale nel 2006, in Svizzera sono stati rilevati solo quattro casi certi in persone che lo avevano contratto all'estero. Questi contagi si sono verificati nel 2012, nel 2013, nel 2019 e nel 2020.

La situazione in Italia

Nell’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, diffuso lo scorso 17 agosto, sono stati segnalati 230 casi in tutta Italia. A Padova, città più colpita dall’infezione, la situazione inizia a destare preoccupazione: dei 176 casi registrati nel Veneto, ben 94 sono localizzati proprio in provincia di Padova. Qui i decessi per la febbre West Nile (West Nile Fever), la malattia causata dal WNV, sono stati 6 sui 13 totali a livello nazionale. Nella vicina Penisola è stata diagnosticata a 127 pazienti la forma più grave della febbre West Nile, ossia quella neuro-invasiva (53 casi a Padova). Quest’anno i contagi sono iniziati prima del solito, a giugno anziché agosto, e l’età media dei pazienti si è abbassata rispetto al 2021: è compresa tra i 50 e i 60 anni, mentre l’anno scorso era di 82 anni.

Il virus portato dalle zanzare

La febbre West Nile è la malattia provocata dal virus del Nilo occidentale, un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile. È diffuso soprattutto in Africa, ma anche in Asia occidentale, in Europa, in Australia e in America. La malattia si manifesta soprattutto negli uccelli, che sono il maggior serbatoio di infezione, ma può essere trasmessa anche agli esseri umani, ai mammiferi (specialmente ai cavalli) e agli anfibi. La trasmissione avviene principalmente per mezzo delle zanzare. In Europa le specie di zanzara Culex pipiens e Culex modestus svolgano un ruolo importante nella diffusione WNV. Tra i potenziali vettori della malattia, sottolninea l’UFSP, si contano diverse zanzare della specie Aedes (A): A. albopictus, A. japonicus, A. vexans e A. cinereus. Altri mezzi di infezione documentati, più rari, sono legati ai trapianti di organi, alle trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette tra gli esseri umani tramite il contatto con persone infette.

Incubazione e sintomi

Circa il 75% delle infezioni del WNV nell'uomo non presenta sintomi. Nel 25% dei casi, i sintomi sono simil-influenzali: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Solitamente compaiono dopo un periodo di incubazione che va da 2 a 14 giorni. Dopo alcuni giorni (di solito tra i 3 e i 6) o settimane, la malattia spesso guarisce senza alcuna terapia. Le complicazioni gravi, in particolare encefaliti, anche letali, si verificano in meno dell'1% delle persone infette, anche se gli anziani sono più frequentemente colpiti. L'infiammazione del cuore o del fegato è una complicanza rara (circa lo 0,1% delle persone infette): queste complicazioni possono portare alla morte. Tra i sintomi più gravi si citano inoltre febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti.

Non esiste vaccino

Per il West Nile Virus non esistono vaccini e non c'è alcuna terapia specifica: la prevenzione rimane il metodo più efficace per contastare l'infezione. La lotta a WNV è soprattutto una lotta alle zanzare: la stategia più efficace è ridurre al minimo l’esposizione alle punture degli insetti. Le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità sono: usare repellenti e indossare pantaloni lunghi, magliette e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; usare zanzariere alle finestre; svuotare di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante, cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali; tenere le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate e coprire le piscine più grandi.