Preventivo 2026 della Confederazione, atteso un deficit di finanziamento di 845 milioni

Nella sua seduta di ieri, 20 agosto 2025, l’Esecutivo ha adottato il messaggio concernente il preventivo della Confederazione svizzera per il 2026 con piano integrato dei compiti e delle finanze 2027–2029 (preventivo con PICF), in cui sono riportate tutte le entrate e uscite della Confederazione pianificate per il 2026 come pure le previsioni per i tre anni di pianificazione successivi.
Per il 2026 è atteso un deficit di finanziamento pari a 845 milioni di franchi. La Confederazione dovrà dunque indebitarsi nuovamente per un ammontare corrispondente. Nel bilancio ordinario il deficit di finanziamento ammonta a 609 milioni ed è quindi inferiore al limite ammesso dal freno all’indebitamento in relazione alla congiuntura (-717 mio.). Il margine di manovra disponibile è pertanto di 108 milioni di franchi. Nel 2026 le uscite ordinarie aumenteranno del 5,1 per cento, principalmente a causa della 13esima mensilità AVS, del budget dell’esercito, della quota spettante ai Cantoni sui ricavi dell’imposizione minima dell’OCSE e dei contributi ai programmi di ricerca dell’UE. È inoltre preventivato un fabbisogno finanziario eccezionale di 600 milioni di franchi a favore delle persone in cerca di protezione provenienti dall’Ucraina.
La pianificazione finanziaria aggiornata alla situazione attuale conferma la necessità del pacchetto di sgravio 27. Senza la sua attuazione, si rischierebbero deficit fino a 3 miliardi di franchi dal 2027 e di oltre 4 miliardi di franchi dal 2029. Anche con il pacchetto di sgravio, le uscite della Confederazione aumentano da poco meno di 91 miliardi di franchi nel 2026 a circa 98 miliardi nel 2029. Pertanto, per garantire l’equilibrio di bilancio anche sul lungo periodo saranno verosimilmente necessarie altre misure.
Il preventivo 2026 si basa sulle previsioni congiunturali di giugno 2025 elaborate dal gruppo di esperti, che ipotizzano dazi statunitensi bassi. Al momento non è chiaro per quanto tempo tali dazi resteranno in vigore e come l’economia svizzera risponderà a questa situazione inedita. Qualora i dazi supplementari dovessero produrre un rallentamento congiunturale, nel 2026 le entrate dall’imposta sul valore aggiunto potrebbero essere più contenute. Tuttavia, questo non inciderebbe direttamente sulle uscite della Confederazione, poiché le minori entrate sarebbero compensate dal fattore congiunturale del freno all’indebitamento, che ammetterebbe un deficit di finanziamento più consistente. Altri effetti sul fronte delle entrate si produrrebbero più in là nel tempo.