Germania

Progettava di attaccare una sinagoga tedesca, 19.enne arrestato in Svizzera

Il giovane ha parlato delle sue intenzioni più volte su Telegram tra luglio dello scorso anno e febbraio – Il fermo riporta alla mente il tragico attentato antisemita del 9 ottobre 2019, proprio nella sinagoga di Halle
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Red. Online
29.04.2025 12:23

Un 19.enne fermato sul territorio svizzero è accusato di avere pianificato un attacco alla sinagoga di Halle, città della Sassonia-Anhalt, con motivazioni di estrema destra. Lo rende noto la Procura tedesca.

Il giovane avrebbe annunciato i suoi piani più volte su Telegram tra il luglio del 2024 e lo scorso mese di febbraio. Si sarebbe inoltro procurato un'arma. Secondo le indagini, non aveva ancora fissato una data per concretizzare il suo piano, scrive la Welt.

Il 19.enne è stato arrestato in Svizzera – dove viveva attualmente – il 14 febbraio. Otto giorni dopo è stato estradato e consegnato alle autorità tedesche. È accusato di avere preparato un grave atto di violenza che mette in pericolo lo Stato, oltre al possesso di un'arma da fuoco senza autorizzazione. Lui nega l'intenzione di portare realmente a compimento un attacco.

Durante l'arresto, oltre ai dispositivi elettronici, è stata sequestrata l'arma.

La sinagoga di Halle

L'arresto riporta alla mente il tragico attentato antisemita del 9 ottobre 2019. Era il giorno dello Yom Kippur, la festa dell’espiazione. Un «neonazista solitario» di 27 anni aveva provato a entrare nella sinagoga di Halle, dove erano riunite oltre 50 persone, con l'obiettivo di commettere una strage. Non riuscendo ad accedervi, aveva puntato le armi sui passanti e su una vicina tavola calda, uccidendo due persone e ferendone molte altre.

Nel dicembre del 2020 Stephan Balliet (questo il nome dell'attentatore) è stato condannato all'ergastolo. Il processo è durato cinque mesi. Il procuratore federale aveva insistito sull'importanza sociale del processo, precisando che «l'attacco alla sinagoga di Halle è stato uno degli atti antisemiti più ripugnanti dalla Seconda guerra mondiale». Secondo lui, Balliet aveva agito sulla base di una «ideologia razzista, xenofoba e antisemita» per sferrare un attacco non solo contro coloro che aveva ucciso, ma anche contro «la vita ebraica in Germania nel suo insieme». 

L'accusato si era ispirato a Brenton Tarrant, l'autore dei sanguinosi attacchi razzisti (51 morti) commessi pochi mesi prima contro due moschee a Christchurch in Nuova Zelanda, che aveva trasmesso in diretta i suoi crimini. Anche Stephan Balliet aveva filmato e diffuso in diretta su Internet le sue «gesta», con una camera installata sul casco. Nel video, di 35 minuti, aveva espresso tutto il suo odio nei confronti di ebrei, immigrati e femministe.

Durante il processo, l'imputato non aveva mai espresso il minimo rimorso e, in diverse occasioni, era stato richiamato all'ordine dal presidente del tribunale per le sue osservazioni complottiste, razziste, misogine e negazioniste. L'uomo aveva rivendicato la responsabilità delle sue azioni: attaccare la sinagoga «non è stato un errore» perché «sono i miei nemici», aveva detto. L'ambasciatore israeliano in Germania, Jeremy Issacharoff, aveva definito l'attacco «un episodio molto allarmante nella storia tedesca contemporanea».

La procura tedesca aveva chiesto l'ergastolo, la pena massima, con una detenzione in isolamento minima di 15 anni. L'avvocato dell'imputato aveva invece perorato «una giusta condanna».