Berna

Proposta una nuova tassa per le auto elettriche

Per colmare il calo del gettito delle accise sulla benzina, il Governo propone una tassa per i veicoli a propulsione alternativa calcolata sul numero di chilometri percorsi: l'ultima parola spetterà al popolo
© Shutterstock
Ats
29.06.2022 11:52

Viaggiare con un’auto elettrica potrebbe costare di più. Per colmare il calo del gettito delle accise sulla benzina, il Consiglio federale propone una tassa per i veicoli a propulsione alternativa calcolata sul numero di chilometri percorsi. L’ultima parola spetterà al popolo. Attualmente le strade sono in parte finanziate con le tasse sui carburanti – con l’imposta e il supplemento fiscale sugli oli minerali –. Le auto elettriche, che sono sempre più numerose, per definizione non pagano questi balzelli, le cui entrate sono quindi in diminuzione. Considerando che nel lungo periodo il parco veicoli dovrà essere prevalentemente elettrico, le risorse per finanziare l’esercizio, la manutenzione e il potenziamento delle infrastrutture stradali saranno insufficienti. Per questo motivo l’Esecutivo ha chiesto al Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti e dell’energia (DATEC) e a quello delle finanze (DFF) di preparare entro la fine del prossimo anno un disegno di legge che consenta l’introduzione di una tassa sostitutiva per i veicoli a propulsione alternativa, come le auto elettriche.

Entro il 2030

Il nuovo balzello prevede un importo fisso per chilometro percorso e categoria di veicolo. Avrà un’impostazione analoga al sistema attualmente in vigore per i motori a benzina e gasolio, che resterà invariato. Le modalità di riscossione non sono ancora state precisate. La nuova tassa, negli auspici del Governo, dovrebbe entrare in vigore entro il 2030. I criteri di ripartizione del gettito saranno gli stessi applicati al sistema attuale: i ricavi vengono impiegati per finanziare le infrastrutture stradali e i progetti di trasporto negli agglomerati. Circa il 40% per cento dell’imposta sugli oli minerali, inoltre, finisce nella cassa generale della Confederazione. L’introduzione della tassa sostitutiva richiede una modifica della Costituzione. Ciò significa che ci sarà in ogni caso una votazione popolare nella quale sarà necessario disporre della doppia maggioranza di popolo e cantoni.

L’emendamento Ferrari

Intanto, il tema della mobilità sostenibile è stato affrontato anche a livello europeo. Nella notte tra sabato e domenica, il Consiglio dei ministri dell’Ambiente dell’UE ha infatti annunciato di aver raggiunto l’intesa sul pacchetto di misure green per il clima «Fit for 55» che prevede tra l’altro la riduzione del 100% delle emissioni di CO₂ entro il 2035 per auto e furgoni nuovi, quindi lo stop alla vendita di vetture a benzina e diesel entro quella data. La misura è intesa a contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici del continente, in particolare la neutralità del carbonio entro il 2050.

Su richiesta di Paesi tra cui Germania e Italia, l’UE-27 ha anche convenuto di considerare un futuro via libera per l’uso di tecnologie alternative come carburanti sintetici o ibridi plug-in se capaci di raggiungere la completa eliminazione delle emissioni di gas serra. I ministri europei dell’Ambiente riuniti a Lussemburgo hanno anche approvato una proroga di cinque anni dell’esenzione dagli obblighi di CO₂ concessa ai produttori cosiddetti ‘di nicchia’, ovvero quelli che producono meno di 10 mila veicoli all’anno, fino alla fine del 2035. La clausola, talvolta chiamata «emendamento Ferrari», andrà a beneficio in particolare dei marchi del lusso.

Queste misure dovranno essere negoziate con i membri del Parlamento europeo e nel frattempo l’intesa è stata definita «un enorme progresso per la neutralità climatica nei trasporti e un risultato storico per una maggiore tutela del clima» dalla ministra dell’Ambiente tedesca, Steffi Lemke. Sulla stessa linea il collega di partito Robert Habeck, ministro dell’Economia: «Nel mezzo della più grande crisi energetica d’Europa, abbiamo lanciato uno dei pacchetti di protezione del clima più completi nella storia dell’UE». In questo modo, ha affermato, «è stata tracciata la rotta per la conversione dell’economia verso la neutralità climatica» e le misure renderanno «irreversibile la protezione del clima in Europa». «Non c’è stato un voto del Nord-Ovest» dell’UE