Il caso

Quando il viaggio con easyJet diventa un incubo: 32 ore per raggiungere Basilea

La storia di una passeggera svizzera di rientro dalla Corsica: «Il mio volo è stato prima ritardato e poi annullato, con la compagnia che non ha fornito alcuna assistenza»
Red. Online
21.10.2025 17:15

Il suo volo sarebbe dovuto durare un'ora e mezza. Alla fine, però, una passeggera di 32 anni – come scrive il Blick – è stata protagonista di un periplo di 32 ore. E così, un weekend lungo in Corsica si è trasformato in un incubo. A causa, nello specifico, di un volo easyJet per Basilea. I fatti: arrivata all'aeroporto di Ajaccio, la passeggera si è accorta che il volo in questione, previsto alle 11.30, è stato ritardato. I ritardi, con il passare delle ore, si sono accumulati. «Durante l'attesa, non ci è stato dato né da bere né da mangiare» ha raccontato la viaggiatrice. «Abbiamo dovuto arrangiarci pagando di tasca nostra. Ma il peggio è che non c'è stata alcuna informazione da parte di easyJet. È intollerabile il modo in cui la compagnia ha trattato i suoi passeggeri». Inciso: per il volo andata e ritorno la passeggera aveva speso 360 franchi. Non tanti, si dirà, ma nemmeno pochi.

Dopo otto ore, la compagnia low cost ha cancellato il volo. Il motivo? Una precedente collisione con un uccello, ovvero un birdstrike. I passeggeri sono quindi stati informati via SMS e sono stati invitati, tramite il messaggio, a prenotarsi su un altro volo. Peccato che tutti i posti sui voli successivi siano stati venduti nello spazio di pochi minuti. «Se non mi fossi arrangiata per conto mio, probabilmente sarei rimasta in Corsica per altri dieci giorni. Sì, easyJet ha fallito totalmente». La passeggera di 32 anni, leggiamo, ha chiesto il rimborso del volo di ritorno (arrivato alcuni giorni più tardi) e, come ha detto lei stessa, si è arrangiata per conto suo prenotando un volo con Air France, con scalo a Parigi, all'indomani. Il prezzo? 352 franchi, cui bisogna aggiungere una notte in più di albergo in Corsica e una giornata di lavoro persa. «Contavo che easyJet mi pagasse la differenza». E invece...

Non finisce qui: non appena è decollata, l'aereo di Air France ha avuto un'avaria al motore e ha dovuto fare marcia indietro. Al secondo tentativo, la passeggera è finalmente riuscita a raggiungere Parigi, ma ha perso la coincidenza. «Il servizio di Air France però è stato sensazionale, mentre quello di easyJet è stato inesistente«. Dopo un viaggio di 17 ore fra metropolitana, TGV e treno regionale, la passeggera ha finalmente riabbracciato la sua auto all'aeroporto di Basilea. Sul treno per Saint-Louis, una giovane donna incontrata per caso si è offerta di accompagnare lei e il suo compagno al parcheggio dell'aeroporto. »Un lieto fine« ha detto.

La rabbia della passeggera in ogni caso non si è placata. Quando ha controllato, ha infatti scoperto che la collisione con gli uccelli era avvenuta la mattina presto su un altro volo. La cancellazione del volo sarebbe quindi un'interruzione conseguente e, di riflesso, la passeggera avrebbe diritto a un risarcimento supplementare. Ma easyJet, contattata dal Blick, ha insistito: »Un incidente del genere è considerato una circostanza eccezionale, motivo per cui non c'è diritto a un risarcimento supplementare in questo caso«.

Philippe Strässle, esperto legale del portale Airhelp per i diritti dei passeggeri aerei, dal canto suo ha spiegato: »Non esiste una banca dati ufficiale per i birdstrike e le compagnie aeree lo sanno«. Strässle, addirittura, dubita che ci sia stato davvero un birdstrike. »Probabilmente si è trattato di un ritardo che, a un certo punto, si è trasformato in un birdstrike«. Detto ciò, easyJet avrebbe rispettato a grandi linee il quadro normativo. La compagnia aerea non è tenuta a organizzare un volo di ritorno sostitutivo. Altre compagnie aeree, come Swiss e Air France, effettuano alcune riprenotazioni per i loro passeggeri, ma non sono obbligate per legge a farlo. »È semplicemente parte del servizio. Le compagnie low cost come EasyJet, invece, non si preoccupano di ciò« ha aggiunto Strässle. D'altro canto, ha aggiunto, easyJet avrebbe dovuto fornire pasti e bevande dopo un ritardo di tre ore e rimborsare il costo della notte in albergo. Cosa che il vettore non ha fatto. Ecco perché la passeggera ha continuato a lottare per ottenere un risarcimento: »Si trattava di difendere i miei diritti. Ai miei occhi, easyJet ha mentito a noi passeggeri«. Ha continuato fino al punto di minacciare di rivolgersi all'Ufficio federale dell'aviazione civile (UFAC). Dieci giorni dopo il volo cancellato, easyJet si è infine mostrata comprensiva e inviandole un modulo per coprire le spese di alloggio.

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