Etica nella pandemia

Quelle regole per scegliere chi mettere in terapia intensiva

Presto si teme di dover ricorrere molto presto al triage - Gli anziani stessi però spesso non vogliono andare in ospedale
© CdT/ Chiara Zocchetti
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02.11.2020 06:00

Secondo le regole che vigono nell’ambito del cosiddetto «triage», i pazienti sopra gli 85 anni non possono avere accesso a terapie intensive se i posti letto in questi reparti non sono sufficienti per tutti. La norma elvetica, che ha recentemente fatto discutere sui media italiani, ieri è stata ricordata da vari domenicali svizzeri. I posti letto negli ospedali potrebbero infatti presto scarseggiare. Gli anziani stessi ad ogni modo scelgono sovente di non essere posti in terapia intensiva.

Terribile dilemma

Immaginatevi la seguente drammatica situazione: due pazienti gravemente malati di COVID-19 sono davanti al reparto di terapia intensiva di un ospedale. Il nosocomio però ha un solo letto libero. A chi va dato? Chi va lasciato invece morire? Se nella prima ondata della pandemia i medici svizzeri non hanno dovuto prendere decisioni tanto severe, visto che in generale c’erano abbastanza posti nei reparti di terapia intensiva, non si può escludere che presto sarà necessario procedere ad una scelta. Messi davanti a tale situazione, i medici possono contare su linee guida fornite dall’Accademia delle scienze mediche e dalla Società di medicina intensiva. Tuttavia, ricorda la «NZZ am Sonntag», vi è una forte critica alle regole che possono fare la differenza tra la vita e la morte quando le risorse sono scarse. Come accennato, una volta occupati tutti i letti, è previsto che per i pazienti di età superiore agli 85 anni siano attivate «solo» cure palliative. Tuttavia, non tutti gli anziani vogliono essere ricoverati in ospedale in caso di COVID-19, soprattutto quelli che vivono nelle case di riposo. Lo dimostra un sondaggio condotto dal «SonntagsBlick» in 18 cantoni. Solo circa la metà dei decessi di COVID-19 si sono verificati in ospedale. Anche secondo la «SonntagsZeitung», gli anziani stessi di solito non vogliono andare in terapia intensiva.

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