Previdenza

Rendite più alte per i coniugi e su l’IVA per pagare la 13.AVS

La commissione sociale del Nazionale intende abolire il tetto massimo per le coppie di futuri pensionati - La nuova mensilità dovrà essere finanziata fino al 2030 con 0,7 punti d’imposta in più – Meno prestazioni per le vedove
©Chiara Zocchetti
Giovanni Galli
30.08.2025 11:48

Il mese prossimo saranno prese decisioni importanti a Berna sull’AVS, che riguardano le rendite per i coniugi, le vedove e il finanziamento della 13. mensilità. Ieri, la Commissione della sicurezza sociale del Consiglio nazionale ha fatto le sue scelte, spesso con maggioranze molto ristrette. In aula le cose potrebbero cambiare.

Cosa fare con la tredicesima

Un grosso nodo da sciogliere riguarda come pagare la 13. AVS, che sarà versata per la prima volta alla fine del 2026. L’impatto è stimato fra i 4 e i 5 miliardi di franchi. Il Consiglio degli Stati, in giugno, aveva abbinato il finanziamento della nuova mensilità all’iniziativa del Centro che vuole sopprimere il tetto massimo della rendita per i coniugi. La soluzione dei «senatori » prevede un aumento dei contributi salariali e dell’IVA di 0,5 punti (dall’attuale 8,1% all’8,6%). Un secondo rialzo di mezzo punto è previsto dal 2030 per pagare l’eventuale soppressione del tetto massimo delle rendite per i coniugi, sempre che nel frattempo la proposta sia stata approvata alle urne. La Commissione del Nazionale, però, non ne vuole sapere di aumentare i prelievi a carico dei dipendenti e dei datori di lavoro. Anche alla luce delle ultime prospettive sull’AVS, che prevedono deficit minori, ha deciso di attenersi alla proposta del Consiglio federale di aumentare provvisoriamente l’IVA di 0,7 punti. La fattura a carico dei consumatori sarebbe di 2,5-3 miliardi di franchi l’anno. Questo aumento dovrebbe restare in vigore fino al 2030, per poi fare spazio a una riforma «strutturale e durevole » dell’AVS. Sul tappeto c’è anche una proposta di minoranza di Andri Silberschmidt (PLR/ZH) che prevede di aumentare di 0,5 punti percentuali l’IVA e di 6 mesi l’età di riferimento non appena il fondo AVS dovesse scendere sotto il limite del 90% delle spesse annuali.

Più soldi per le coppie

Oggi le coppie sposate ricevono al massimo il 150% della pensione massima, vale a dire 3.780 franchi al mese. In caso di convivenza la rendita complessiva sarebbe di 5.040 franchi. Questa limitazione concerne circa il 90% delle coppie sposate. Il Centro, con un’iniziativa popolare, vuole abolire questo tetto e far sì che ciascun coniuge riceva una rendita intera. La maggior spesa è stimata da 3,6 miliardi annui nel 2030 a 4,1 miliardi nel 2035. Se l’iniziativa venisse adottata così com’è, nel 2040 il deficit di finanziamento dell’AVS sarebbe di 7,5 miliardi. Il Governo si è detto contrario poiché ritiene che i coniugi beneficino già di una buona copertura sociale nell’AVS, con diverse prestazioni accordate unicamente a loro che controbilanciano gli svantaggi connessi alla limitazione della somma delle loro rendite. Le coppie sposate beneficiano, infatti, di prestazioni dell’AVS e dell’AI a cui i conviventi non hanno diritto. In caso di divorzio e di decesso, per esempio, i redditi conseguiti durante gli anni di matrimonio vengono ripartiti in parti uguali tra i due coniugi. Inoltre, vedovi e vedove hanno diritto a un supplemento del 20%.

La commissione del Nazionale, con un’alleanza fra UDC, PLR e Verdi liberali ha deciso di eliminare il tetto del 150%, ma solo per le coppie che andranno in pensione dopo l’eventuale entrata in vigore della riforma. Per i coniugi che in quel momento sono già in pensione non cambierebbe nulla. Inoltre, in cambio delle due rendite complete, le coppie sposate dovranno rinunciare ad alcuni dei privilegi attuali, come il supplemento di vedovanza del 20%.

Meno per chi resta solo

La commissione, infine, ha fatto sua la proposta del Governo di adeguare le prestazioni per i superstiti al principio dell’uguaglianza giuridica tra uomini e donne. Oggi, le vedove hanno diritto a una rendita per tutta la vita, anche se non hanno figli a carico, mentre i vedovi soltanto fino al raggiungimento della maggiore età da parte dell’ultimo figlio. Nel 2022 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha rilevato una disparità di trattamento tra i sessi. Da allora, la Svizzera applica un regime transitorio, in base al quale ai vedovi con figli viene versata una rendita a vita, in attesa di una riforma del sistema, che si fonda ancora su una ripartizione tradizionale dei ruoli tra uomini e donne. Il Consiglio federale intende adeguare le rendite per superstiti all’evoluzione delle forme familiari, tenendo conto anche delle famiglie ricomposte e dei genitori non sposati, prevedendo prestazioni indipendenti dallo stato civile, incentrate sulla presenza di figli nell’economia domestica.

La commissione ha sviluppato la riforma delle rendite per superstiti, trasformandola in un controprogetto indiretto (a livello di legge) all’iniziativa popolare centrista sul limite massimo delle rendite per i coniugi. In futuro, le prestazioni AVS dovranno essere meno legate allo stato civile. La rendita vedovile verrà erogata solo se, al momento della vedovanza, ci sono figli di età inferiore ai 25 anni. La rendita cesserà non appena il figlio più giovane compirà 25 anni o l’interessato raggiungerà l’età pensionabile. La rendita sarà versata al genitore superstite se deve assistere un figlio adulto disabile (dopo i 25 anni) e a partire dai 58 anni in caso di povertà. Se i vedovi o le vedove hanno già compiuto 58 anni e sono a rischio di povertà a causa del decesso del partner, possono ricevere sostegno tramite prestazioni integrative. Tuttavia, coloro che percepiscono già una rendita per superstiti al momento dell’entrata in vigore della riforma e che hanno figli continueranno a percepirla indipendentemente dall’età dei figli.