Ambiente

Rösti a Ginevra per i negoziati ONU sulla plastica: la Svizzera punta a misure concrete e attuabili

Nel quinto round con 170 Paesi, la delegazione elvetica propone riduzione della produzione, sostegno ai Paesi con meno risorse e Ginevra come sede del segretariato
©Gabriele Putzu
Ats
04.08.2025 11:15

Prende il via domani a Ginevra il quinto ciclo di negoziati delle Nazioni Unite per definire un trattato internazionale e giuridicamente vincolante volto a ridurre la produzione e l’uso della plastica. All’appuntamento parteciperanno delegazioni di circa 170 Paesi, con la Svizzera rappresentata dal consigliere federale Albert Rösti e dalla direttrice dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) Katrin Schneeberger.

L’inquinamento da plastica è ormai una crisi ambientale di portata globale: secondo le stime ONU, senza interventi drastici, la produzione mondiale potrebbe raddoppiare entro il 2040. Attualmente non esistono norme internazionali vincolanti, e il processo avviato dall’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente nel 2022 punta a colmare questo vuoto normativo.

La delegazione elvetica porterà al tavolo proposte per ridurre la produzione di plastica, eliminare gradualmente i prodotti più problematici e garantire che l’accordo sia applicabile anche nei Paesi con risorse limitate, grazie a meccanismi di sostegno finanziario. Tra le proposte svizzere figura anche la candidatura di Ginevra a sede del segretariato del futuro accordo, in competizione con Nairobi, che aveva ospitato il terzo round di negoziati.

Il contesto rimane complesso: un blocco di Paesi produttori di petrolio continua a opporsi alle restrizioni sulla produzione di plastica, causando stalli nei precedenti round di discussione. «Vogliamo un trattato efficace che copra l’intero ciclo della plastica», ha dichiarato nei giorni scorsi Felix Wertli, capo della Divisione affari internazionali dell’UFAM.

Secondo il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), la priorità della Svizzera non è un accordo “a tutti i costi”, ma un testo che protegga realmente persone e ambiente, bilanciando ambizione e fattibilità. L’esito dei negoziati, che dureranno dieci giorni, resta comunque incerto.

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