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San Gallo: no (per la quarta volta) a orari di apertura più lunghi per i negozi

La liberalizzazione decisa dal Gran consiglio è naufragata alle urne, ottenendo solo il 35,2% dei consensi
©Fiorenzo Maffi
Ats
18.05.2025 16:13

Ferma opposizione nel canton San Gallo a un'estensione dell'orario di apertura dei negozi: la liberalizzazione decisa dal Gran consiglio è naufragata alle urne, ottenendo solo il 35,2% dei consensi.

Contro la riforma - che permetteva orari dalle 05.00 alle 22.00 - è stato lanciato un cosiddetto «Ratsreferendum», cioè un referendum chiesto da una maggioranza qualificata del parlamento, con in prima fila esponenti del PS, dei Verdi e del Centro. Anche l'associazione dei commercianti si era opposta alla novità, sostenendo che delle nuove disposizioni avrebbe approfittato solo la grande distribuzione.

«È una grande vittoria per le commesse e i commessi», ha subito commentato Unia in un comunicato. Secondo il sindacato la lotta contro i peggioramenti nelle condizioni di lavoro è comunque destinata a proseguire, perché sul piano nazionale vi sono altri «attacchi frutto di un'insaziabile politica di liberalizzazione».

Era peraltro la quarta volta che la popolazione sangallese si esprimeva in modo negativo su modifiche agli orari di apertura dei punti vendita: anche le tre proposte del 1995, 2002 e 2004 erano state respinte alle urne.

Sempre nel corrente fine settimana i cittadini dovevano anche decidere su una nuova perequazione finanziaria che avrebbe dovuto tener conto maggiormente degli oneri che il comune di San Gallo si trova a sopportare quale centro regionale. Approvata in parlamento da tutti, ad eccezione dell'UDC, e combattuta ancora una volta con un «Ratsreferendum», l'idea non ha convinto: i no sono stati il 57,9%, con solo 3 dei 75 comuni che hanno optato per il sì, fra cui il capoluogo.

Per il primo oggetto la partecipazione si è attesta al 33,8%, mentre per il secondo è scesa al 33,5%.