Sanità

«San Gallo, sbagliato questo cardiocentro»

Per la prima volta Santésuisse e Curafutura ricorrono contro una pianificazione ospedaliera - Secondo le associazioni degli assicuratori, la creazione di un istituto per gli interventi al cuore riduce la qualità delle cure e spinge i costi al rialzo – Un assaggio di quanto potrebbe accadere con il Ticino?
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Giovanni Galli
23.04.2024 23:30

Dal 1. gennaio, anche le organizzazioni degli assicuratori malattia possono ricorrere contro le pianificazioni ospedaliere cantonali. Quest'oggi Santésuisse e Curafutura, di comune intesa, hanno messo a segno il primo colpo, presentando un ricorso al Tribunale amministrativo federale contro la creazione di un cardiocentro nella Svizzera orientale. A promuovere il nuovo istituto sono stati, lo scorso 5 marzo, i Cantoni di San Gallo, Appenzello Esterno e Appenzello Interno. Il mandato di prestazione è stato attribuito all’Ospedale cantonale di San Gallo, che a partire dal terzo trimestre di quest’anno avrebbe dovuto effettuare sei diverse operazioni di cardiochirurgia (interventi complessi come i trapianti sono comunque esclusi). Il ricorso ha effetto sospensivo.  

«Decisione incomprensibile»

L’azione a livello giudiziario promossa dagli assicuratori contro una scelta pianificatoria costituisce una prima assoluta. Le due organizzazioni di categoria parlano di «decisione incomprensibile», visto che già oggi alcuni dei 16 cardiocentri attivi in Svizzera non raggiungono il numero minimo di casi raccomandato dalla Società europea di cardiochirurgia e cardiologia. Un tasso basso di casi trattati, dicono, comporta generalmente una riduzione della qualità delle cure e un rischio supplementare per i pazienti. Di qui la richiesta al tribunale di revocare i mandati di prestazioni.

«Un altro cardiocentro fa anche lievitare inutilmente i costi invece di ridurli. I tre cantoni della Svizzera orientale non si sono coordinati abbastanza a livello intercantonale e hanno dato priorità gli interessi regionali», afferma il direttore di Curafutura Pius Zängerle, che lamenta un eccesso di offerta con conseguente trasferimento degli oneri, in ultima analisi, sugli assicurati.  «La pianificazione ospedaliera della Svizzera orientale con la nuova cardiochirurgia va nella direzione sbagliata. Invece di un consolidamento, si assiste ad un inutile espansione. Come associazione di assicuratori malattia e rappresentanti dei pagatori di premi, vogliamo assumerci le nostre responsabilità e fermare questi sviluppi».

L’offerta c’è già

Secondo le due organzzazioni, nella Svizzera orientale e nella città di Zurigo esiste già un’offerta cardiochirurgica. I pazienti possono già essere curati nei reparti di cardiochirurga dell’«Herz-Neuro-Zentrum Bodensee AG» di Münsterlingen, della clinica «Hirslanden» di Zurigo e dell’Ospedale universitario di Zurigo/Triemli, «tutti raggiungibili in non più di un’ora di viaggio.

Santésuisse e Curafutura ritengono che il coordinamento intercantonale non rispetti il criterio previsto dalla Legge sull’assicurazione malattia. In particolare, non sarebbe statata attribuita la dovuta importanza alla creazione di nuove capacità e non sarebbe stato considerato il criterio dell’economicità. Per di più, aggiungono ,negli altri cardiocentri si registrerebbe una diminuzione degli interventi  di cardiochirurgia, con conseguente aumento dei costi. Il ricorso è anche da intendersi come «chiaro segnale in difesa degli assicurati».

Pressioni in corso

Ora, nel collimatore delle casse malati potrebbero finire anche altre pianificazioni. Curafutura, che riunisce CSS, Helsana, Sanitas e KPT, l’anno scorso aveva detto che «in Ticino come in tutta la Svizzera ci sono troppi ospedali» e che «la mancanza di una pianificazione degna di questo nome ha creato nei decenni doppioni e sprechi che pesano sui conti pubblici e spingono in alto i premi». Il Consiglio di Stato ticinese ha presentato il documento nel mese di marzo del 2023. In questo momento se ne sta occupando il Gran Consiglio.  In particolare, è previsto un sensibile potenziamento dei reparti acuti di minore intensità per fronteggiare l’invecchiamento della popolazione  e si punta anche a concentrare in un’unica struttura la medicina altamente specializzata. Si tratta comunque solo di una prima fase di indirizzi strategici, alla quale ne dovrà seguire una seconda di  misure concrete, con l’assegnazione dei mandati per i singoli istituti. Curafutura aveva detto di non essere soddisfatta. «Ci saremmo aspettati di più», aveva dichiarato Zängerle, proprio perché il messaggio presentato dal Governo non prevede misure concrete e non è considerato sufficientemente ambizioso.  Gli assicuratori vogliono tenere alta la pressione. «Esaminiamo sistematicamente tutta le pianificazioni ospedaliere e verifichiamo se i requisiti legali della LAMal sono stati rispettati», ribadisce ora Zängerle al CdT. «Nell’ambito del processo di consultazione sulla pianificazione ospedaliera, forniamo un feedback ai Cantoni. Se le richieste degli assicuratori non vengono prese in considerazione, valutiamo se inoltrare un ricorso. In questo senso procederemo in tutte le regioni ospedaliere, anche in Ticino».