Seconde lingue, differenze importanti fra Cantoni e regioni

Alla termine della scolarità obbligatoria, l'82% dei giovani in Svizzera raggiunge le competenze di base di comprensione scritta nella lingua di scolarizzazione (85% Ticino e 84% Grigioni), con una quota che varia tra i Cantoni dal 69% all’87%. Tuttavia, per quanto riguarda l'ortografia e le lingue straniere, le differenze cantonali e regionali sono notevoli.
È quanto emerge dal rapporto nazionale sulla Verifica del raggiungimento delle competenze fondamentali presentato oggi ai media dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE).
Secondo lo studio della CDPE - cui hanno partecipato circa 18'500 giovani di tutti i Cantoni, tranne Zugo, che hanno terminato la scuola dell'obbligo - l'armonizzazione dell'insegnamento delle lingue nelle scuole dell'obbligo ha fatto progressi dall'adozione del concordato Harmos. Tuttavia, molti giovani non raggiungono gli obiettivi fissati nelle seconde lingue nazionali tedesco e francese al termine della scuola dell'obbligo.
Differenze nell'ortografia e nelle lingue nazionali sono state riscontrate a livello regionale e cantonale. Simili discrepanze si spiegano anche con altre caratteristiche: il genere, la condizione sociale, la lingua parlata a casa e lo statuto migratorio dell'allievo
Per l'ortografia, nei Cantoni con il tedesco come lingua di scolarizzazione, l’84% degli allievi raggiunge le competenze fondamentali (88% Grigioni). Nei Cantoni col francese come lingua di scolarizzazione, appena il 41% dei giovani testati raggiunge le competenze fondamentali, quota che sale al 77% per il Ticino.
Nei Cantoni in cui il tedesco è insegnato come prima lingua nazionale dopo quella della scolarizzazione, il 52% (45% Ticino, dove è la seconda lingua nazionale insegnata) raggiunge le competenze fondamentali nella comprensione scritta e il 58% (51% Ticino) nella comprensione orale
Per quanto attiene al francese - prima lingua nazionale dopo quella della scolarizzazione insegnata in Ticino - il 51% (65% Ticino) raggiunge le competenze fondamentali nella comprensione scritta e il 58% (77% Ticino) nella comprensione orale.
Nei Cantoni in cui l'inglese è insegnato come prima lingua straniera, il 75% (86% Grigioni, dove l'inglese è insegnato quale seconda lingua) raggiunge le competenze fondamentali nella comprensione scritta e l’85% (95% Grigioni) nella comprensione orale.
Alla luce di tali risultati, il presidente della CDPE, Christophe Darbellay (Centro), ha sostenuto che l'armonizzazione nelle insegnamento delle lingue sta progredendo, dal momento che fra i Cantoni la percentuale di giovani con competenze raggiunte è paragonabile.
Tuttavia, l'armonizzazione non è molto avanzata in tedesco e francese come seconde lingue nazionali, ha ammesso il consigliere di stato vallesano. A proposito dei risultati non esaltanti della Romandia, Darbellay ha spiegato che l'ortografia in francese è molto difficile. A parere del «ministro» Vallesano, «ci vuole più tempo per raggiungere lo stesso livello che in altre lingue».
Nei prossimi mesi, alla luce dei dati raccolti dall'indagine, si tratterà di trarre i giusti insegnamenti, ad esempio in termini di obiettivi, ha dichiarato il vicedirettore della CDPE, Armin Hartmann. Per quanto riguarda le lingue straniere, l'attuale obiettivo di apprendimento A 2.2 per l'orale, la lettura e lo scritto - ossia un livello superiore alle competenze di base - è più ambizioso che altrove.
Nel complesso, secondo la CDPE, l'indagine ha evidenziato la necessità di esaminare misure a livello regionale e cantonale per consentire a un maggior numero di bambini e giovani di acquisire competenze di base durante la scuola dell'obbligo.
Dalla ricerca è emerso inoltre che le ragazze hanno maggiori probabilità di raggiungere le competenze di base richieste nella scuola dell'obbligo rispetto ai ragazzi. Anche i giovani provenienti da contesti sociali privilegiati hanno raggiunto gli obiettivi di apprendimento con maggiore frequenza rispetto ai giovani svantaggiati.
Gli scambi scolastici tra le regioni linguistiche si sono rivelati utili per i progressi nelle seconde lingue nazionali. A tale riguardo, secondo Darbellay tali esperienze operano miracoli. Alcuni cantoni sono molto impegnati in questo campo. «Ma devono essere i politici e i bambini a volerlo», ha sottolineato.