“Siamo interessati ad altre acquisizioni”

GINEVRA - Nata nel 2013 dall'acquisto della Sarasin da parte di Safra, la banca J. Safra Sarasin ha un organico di circa duemila addetti e attualmente gestisce patrimoni per circa 160 miliardi di franchi, contro i 148 miliardi del dicembre scorso. Nel 2016 il gruppo J. Safra Sarasin ha registrato un utile netto consolidato di 252 milioni di franchi, in aumento di oltre il 9% rispetto ai 230 milioni dell'anno prima. Grazie al ramo Sarasin, la banca ha celebrato l'anno scorso i 175 anni. Il quartier generale è a Basilea, ma in Svizzera la banca è presente direttamente anche a Ginevra, Zurigo, Berna, Lucerna, Lugano. Il responsabile della sede luganese è Roberto Botta. Il presidente del Consiglio di Amministrazione di J. Safra Sarasin è Ilan Hayim, a cui abbiamo posto alcune domande sulla strategia della banca e sulla piazza finanziaria svizzera.
Su quali attività è centrata soprattutto la vostra banca e pensate a cambiamenti in futuro per queste attività?«La parte centrale delle nostre attività è costituita da private banking e asset management, cioè da gestione di patrimoni privati e istituzionali, e questa parte rimarrà anche in futuro il nostro business principale. Detto questo, abbiamo poi al nostro interno un gran numero di attività che affiancano il nucleo centrale. Abbiamo ad esempio attività legate al trading sui mercati finanziari, al private equity, agli hedge fund, all'immobiliare. Siamo tra l'altro leader in Svizzera per quel che riguarda gli investimenti sostenibili. È un insieme di mestieri che ci caratterizza, creato attraverso le acquisizioni non solo di strutture ma anche di persone dotate di know how specifici. Non siamo interessati a cambiare questo equilibrio, ad essere ad esempio nell'investment banking, attività questa che ci può essere in funzione delle esigenze dei clienti, specie se questi sono imprenditori, ma che per quel che ci riguarda non rappresenta un settore in cui vogliamo avere una presenza strutturata».
Voi siete nati da un'acquisizione e ne avete a vostra volta già fatte tre in questi tre anni, sono parecchie. A questo punto avete intenzione di procedere ancora con acquisti e disponete nel caso dei mezzi propri necessari?«Nel nostro cammino utilizziamo entrambe le gambe: crescita per linee interne, crescita per linee esterne, cioè acquisizioni. È vero che nasciamo dall'unione tra due gruppi familiari storici, Safra e Sarasin, ed è anche vero che ci siamo già dati da fare al riguardo di nuovi acquisti. Dal 2014 abbiamo acquisito le attività di gestione patrimoniale di Morgan Stanley in Svizzera, quelle della banca israeliana Leumi a Lussemburgo, quelle di Credit Suisse a Montecarlo e Gibilterra. Ma siamo ancora attenti a cogliere opportunità di acquisto. E disponiamo chiaramente dei mezzi necessari: abbiamo oltre 4 miliardi di franchi di fondi propri, con un coefficiente di solvibilità Tier 1 alto, pari al 28,2%. Siamo tra le banche svizzere meglio capitalizzate. Ci guardiamo sempre attorno, siamo pragmatici e non dogmatici, siamo interessati ad acquisti grandi o meno grandi, l'importante è che si tratti per noi di buone opportunità per la crescita delle nostre attività. Siamo stati definiti, penso con qualche ragione, un gruppo acquisitore o consolidatore».
L'intervista completa a pagina 27 del CdT di oggi.