Aviazione

Siamo stati nel cuore di Airbus per vedere il nuovo A350 di Swiss

L'aereo, con livrea speciale «Wanderlust» che omaggia anche il Locarno Film Festival, verrà consegnato a breve alla nostra compagnia di bandiera – FOTO E VIDEO
Marcello Pelizzari
08.07.2025 17:56

«Grande». Un collega svizzerotedesco, nel vedere il primo dei due Airbus A350 di Swiss, si rivolge a noi in italiano. È emozionato. Molto. Come tutti. D’altro canto, trovarsi a tu per tu con un bestione dei cieli non capita tutti i giorni. Le forme sinuose delle ali, i motori, la livrea speciale. La nostra compagnia di bandiera sta per ricevere i suoi primi, nuovi aerei a lungo raggio. Ne ha ordinati 10 tramite la casa madre Lufthansa e quelli ammirati negli hangar di Tolosa, negli stabilimenti di Airbus, saranno i primi a integrare (presto) la flotta. Siamo ai dettagli, direbbero i giornalisti esperti di calciomercato. E proprio a Tolosa, in esclusiva, il Corriere del Ticino ha avuto accesso ai velivoli e, al contempo, al know-how di Airbus.

Ogni tassello al proprio posto

Attorno ai due aeroplani destinati a Swiss è tutto un viavai di persone. La cura per i dettagli è maniacale. Ogni singolo tassello deve funzionare alla perfezione. E, soprattutto, inserirsi in un discorso più ampio: Airbus, volendo enfatizzare, non vende e consegna semplici aerei, ma certezze. E Swiss, di riflesso, è certa di poter fare molta, moltissima strada con questo modello. Di più, è certa di poter, finalmente, dare un taglio netto alle proprie emissioni e spingere, una volta di più, verso l’obiettivo della neutralità carbonica. Per intenderci: le emissioni di CO2 rispetto all’A340, il suo predecessore in casa Swiss, sono del 25% inferiori. Della serie: la sostenibilità non è soltanto un concetto vuoto, da sbandierare nei comunicati stampa, ma un valore in cui credere e uno scopo da perseguire. Con forza, visione, coraggio. «Una delle parole chiave è efficienza» ci viene ripetuto spesso.

Indossiamo pure noi elmetto, scarpe speciali e gilet. E ci avviciniamo al primo dei due Airbus A350. Quello «tutto colorato», con una livrea che trasuda svizzeritudine pur proiettando il velivolo in una dimensione globale. È un aereo figlio del domani, ancorché pensato per l’oggi. È grande, grandissimo. Basti pensare che il motore, ci spiegano i tecnici, è grande quanto la fusoliera del mitico Concorde. Pare incredibile, ma è così. A precisa domanda, ovvero quanto sia alto l’hangar che contiene il velivolo destinato a Swiss, neppure il responsabile che ci accompagna sa dare una risposta: «Sarà una ventina, forse trentina di metri, ma dovreste vedere gli hangar che usavamo per produrre l’A380». Un aereo, quello, nato vecchio e tremendamente inefficiente.   

Juan Camilo Rodriguez, Widebody Market Development Manager di Airbus, va dritto al punto: «Tutto quello che facciamo, beh, lo facciamo con uno scopo». E ancora: «L’Airbus A350 ha livelli di efficienza inarrivabili. È più leggero, dato che è fatto in gran parte di materiali compositi, come la fibra di carbonio, e può volare più lontano rispetto ai suoi predecessori. Parliamo di un vero e proprio leader per il segmento del lungo raggio». Soprattutto, è un aereo sicuro, affidabile, iper-connesso anche. Un aereo, ancora, che cresce con il passare del tempo, «perché non abbiamo mai smesso di sviluppare nuove soluzioni per questo modello» dice Rodriguez. Non a caso, aggiunge il nostro interlocutore, i piloti lo adorano. E anche i passeggeri, dal momento che la cabina è pressurizzata a un’altitudine inferiore rispetto ad altri modelli: «Significa che all’atterraggio, in genere, le persone sono più rilassate».

Ma quanto è grande?

L’A350 di Swiss con livrea speciale si trova in fondo a un hangar gigantesco, uno dei tanti attorno all’aeroporto di Tolosa. Dove i sogni dei clienti diventano realtà. Solo al velivolo della nostra compagnia di bandiera lavorano centinaia e centinaia di dipendenti Airbus. Si alternano in squadre e turni, organizzando quello che – all’apparenza – può sembrare un caos. Sorridono, nel vedere la delegazione elvetica soddisfatta. E sono felici a loro volta di condividere alcuni, piccoli segreti della linea finale di assemblaggio: ad esempio, quando le varie parti della fusoliera vengono saldate insieme per formare il corpo dell’aereo, i tecnici con una certa enfasi parlano di «cigare». Un sigaro, proprio così. A cui, in un secondo momento, vengono aggiunte le ali, mentre i motori sono l’ultimo tassello di un puzzle o, meglio, di un Lego a grandezza naturale che prende forma giorno dopo giorno, sull’arco di circa sei mesi pensando all’A350.

La Wanderlust

Ah, dicevamo della livrea speciale. Si chiama Wanderlust e caratterizza uno dei due A350 visti a Tolosa. Il nome di questa livrea, realizzata dall’artista Frédéric Siegel, richiama il vocabolo tedesco che indica l’irrefrenabile (e romantico) desiderio di viaggiare. Lungo la fusoliera si alternano immagini legate a doppio filo al nostro Paese, fra tradizione e modernità. C’è spazio anche per il Ticino, con il Pardo del Locarno Film Festival. Una giornata del genere, in effetti, ci è sembrata puro cinema. Roba da restare a bocca aperta, già. Ma, presto, le sensazioni provate saranno realtà per tutti i passeggeri di Swiss che vorranno perdersi nella magia di un viaggio ad alta quota. «Grande».

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