St. Moritz crede nell'estate: «Il Mediterraneo è caldissimo, da noi vacanze più salutari»

Mare o montagna? Una domanda pratica e concreta, quando si parla di vacanze estive, ma a suo modo anche filosofica. Della serie: dimmi chi sei e ti dirò dove andare. Scegliere la montagna, riassumendo al massimo, significa chiudere la porta al caldo e alla canicola o, se preferite, abbracciare la cosiddetta estate alpina. Con tanti saluti alla salsedine e alla sabbia fra le dita.
I dati, d’altro canto, parlano (abbastanza) chiaro: complice il cambiamento climatico, sempre più turisti scelgono mete nordiche o, ancora, al di sopra dei 1.000 metri. Dove l’aria, appunto, è più fresca. Logico, di conseguenza, che una località come St. Moritz – vi dice nulla il motto Top of the World? Ecco – a circa 1.800 metri sul livello del mare punti con forza e insistenza sui flussi estivi. Nonostante, come è stato sottolineato di recente, rimanga una meta prevalentemente invernale e sciistica.
Si può crescere, davvero
L’Ufficio turistico di St. Moritz, per l’occasione, ha lanciato una campagna – denominata St. Summer – per posizionare maggiormente la località come destinazione estiva. L’investimento, leggiamo, è stato cospicuo: a cinque cifre, addirittura. Cospicuo e, al contempo, logico, considerando che l’estate attrae 140 mila turisti mentre l’inverno «solo» 110 mila. Quando fa freddo, tuttavia, i soggiorni sono mediamente più lunghi. Di riflesso, St. Moritz genera (ancora) più valore aggiunto in inverno. Fino a quando, però?
Non solo: nei Grigioni, in generale, i pernottamenti estivi sono cresciuti del 12% fra il 2014 e il 2024, arrivando a 2,5 milioni. Di qui l’idea alla base della campagna di St. Moritz: c’è modo di crescere, con la bella stagione, parecchio.
Le basi solide
Crescere, soprattutto, partendo da basi di per sé molto solide. Nel concetto di St. Summer, infatti, sono confluiti «punti di forza esistenti» come gli eventi, ha sottolineato – contattata dal Corriere del Ticino – l’amministratrice delegata di St. Moritz Tourismus Marijana Jakic. «Le prime misure», in questo senso, hanno riguardato «lo spostamento di singoli format invernali verso l’estate, come il Gourmet Festival, e l’acquisizione mirata di nuovi partner ed eventi. Con Red Bull X-Alps, ad esempio, St. Moritz è già stata in grado di realizzare una collaborazione di successo in estate. Ecco, vogliamo costruire su queste basi».


Gli indicatori del successo
Ma come valutare, sul lungo periodo, l’impatto e il successo della campagna? Quali, insomma, i fattori che faranno stappare ai promotori una o più bottiglie nei locali modaioli del centro? Due, secondo Jakic, le direttrici: il numero di pernottamenti di ospiti svizzeri nei mesi estivi, fra giugno e settembre, nonché i comportamenti degli utenti nell’universo digitale. Visite al sito web, click sui contenuti prenotabili, interazioni sui social media.
St. Moritz, dicevamo, non è partita da zero nel suo percorso di differenziazione. Ancora la nostra interlocutrice: «In realtà, siamo vicini, molto vicini a posizionarci come meta per tutte le stagioni. La nostra visione è che St. Moritz diventi una destinazione con un’alta qualità di soggiorno, un’alta densità di esperienze e un valore aggiunto anche in estate. Il forte posizionamento in inverno ci aiuta a rafforzare le altre stagioni». Un posizionamento legato a doppio filo al marchio, un sole sorridente accompagnato da una scritta in corsivo utilizzato per la prima volta nel 1930. «E l’estate, ecco, offre le condizioni ideali per soddisfare nuove motivazioni di viaggio più consapevoli: vicinanza alla natura e vacanze decelerate». Il vero lusso, pare di capire, sta diventando l’esperienza stessa.
Quei letti da occupare
Crescere, già. Ma rispetto a quali numeri? «L’attuale tasso di occupazione dei letti, in estate, si aggira intorno al 50-60%, quindi c’è ancora un potenziale significativo per sfruttare meglio le infrastrutture esistenti. Anche gli hotel più rinomati hanno capacità che in estate sono ben lungi dall’essere pienamente utilizzate. A 1.850 metri sul livello del mare, la regione offre condizioni fresche e salutari in estate, mentre molte destinazioni del Mediterraneo sono messe a dura prova dalle ondate di calore e dalla siccità. Stiamo osservando un cambiamento, soprattutto tra la clientela internazionale: l’estate in montagna ha senso non solo per motivi ecologici, ma perché è semplicemente più piacevole e più salutare».
Il discorso, concludendo, trascende l’aspetto puramente turistico. Sentite Jakic: «Un turismo stabile tutto l’anno ha un impatto diretto sulla qualità della vita in loco. Chi può pianificare e lavorare tutto l’anno ha più prospettive, sia come datore di lavoro sia come dipendente. Le destinazioni che ragionano su 365 giorni creano posti di lavoro sicuri, consentono di stipulare contratti di lavoro a lungo termine invece di incarichi stagionali, promuovono la fedeltà del personale e rendono più interessante la possibilità di conciliare famiglia e carriera nella regione. Questo non rafforza solo le imprese, ma anche le strutture sociali della destinazione». St. Moritz, in sostanza, si rafforzerebbe sia come meta di vacanza sia «come luogo in cui vivere e lavorare, al di là dell’alta stagione». Mare o montagna? In Engadina, la risposta appare scontata.