«Stop alle scappatoie per il materiale pedocriminale su pagine web, TikTok, Instagram e simili»

Nel 2023, spiega in un comunicato Protezione dell'infanzia Svizzera, la Confederazione occupava ancora la quarta posizione al mondo per quanto riguarda l’hosting di contenuti pedocriminali. Non solo, la metà degli adolescenti in Svizzera si è già trovata almeno una volta a fare i conti su Internet con contenuti sessuali indesiderati. Le piattaforme di comunicazione vengono utilizzate dai malfattori per molestie sessuali, grooming o anche per la diffusione di materiale pedocriminale. Secondo la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni, i provider di servizi di hosting e cloud così come le piattaforme di comunicazione e di content sharing devono, in futuro, essere obbligati per legge a segnalare alle autorità competenti i casi sospetti di contenuti pedopornografici riscontrati in Svizzera nell’ambito della loro attività.
Nell’Unione Europea, spiega sempre Protezione dell'infanzia Svizzera, i servizi di hosting hanno già l’obbligo di bloccare o rimuovere i contenuti illegali. Devono inoltre predisporre una procedura, che consenta alle e agli utenti di segnalare tali contenuti. La Svizzera, è l'auspicio della fondazione, deve stare al passo con queste direttive in materia di protezione dei minori. A tal proposito, nel settembre del 2024 la consigliera nazionale in quota Centro Christine Bulliard-Marbach aveva depositato la mozione denominata «Non tollerare l’hosting di pornografia infantile in Svizzera». Mozione che, appunto, chiedeva l'obbligo per i fornitori di servizi di hosting e cloud in Svizzera a informare i loro clienti sulle possibilità di notificare pornografia infantile nonché a segnalare alle autorità di perseguimento penale contenuti pedocriminali e a bloccare tali contenuti. Mozione, ancora, che il Consiglio federale il 20 novembre dello stesso anno aveva adottato.
La Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio degli Stati ha persino esteso la mozione, prevedendo lo stesso obbligo anche nei confronti delle piattaforme e degli altri provider digitali. Il Consiglio degli Stati delibererà il prossimo 11 dicembre in merito alla mozione.
L’avamprogetto della legge sulle piattaforme di comunicazione (LPCom), presentato dal Consiglio federale, si è finora limitato alle grandi piattaforme di comunicazione. I provider minori, fa notare di conseguenza Protezione dell'infanzia Svizzera, potrebbero continuare a operare senza regole, offrendo di fatto una scappatoia per il materiale pedocriminale. «Il materiale pedocriminale sta esplodendo in rete, lo possiamo constatare anche sul nostro sportello di segnalazione clickandstop.ch» ha spiegato Regula Bernhard Hug, direttrice di Protezione dell'infanzia Svizzera. «Dietro ogni immagine c’è un bambino. Un bambino che può trovare aiuto grazie a una segnalazione. Ecco perché ogni segnalazione fa la differenza».
Ovviamente, fa notare sempre Protezione dell'infanzia Svizzera, è importante regolamentare le grandi piattaforme, come previsto nella LPCom; eppure, nel modello attuale, non sono preventivate misure di protezione efficaci nei confronti di bambini e adolescenti. Serve un obbligo in capo ai provider per tutelare i bambini e gli adolescenti da contenuti inadeguati tramite impostazioni di default sulla privacy, misure di sicurezza e protezione, come già avviene nell’UE.
Protezione dell’infanzia Svizzera, concludendo, chiede a gran voce che la LPCom vada ben oltre il modello attuale. Servono, a suo avviso: obblighi vincolanti di segnalazione e di blocco per tutti i contenuti illegali, in particolare per le immagini di violenza sessuale sui bambini nonché per i contenuti inadeguati come discorsi d’odio, molestie sessuali o altre forme di violenza; obblighi di misure di protezione efficaci e proporzionate («Safety by Design» / «Privacy by Default»): i provider sono obbligati a garantire la sicurezza di bambini e adolescenti, a tutelarli da contenuti inadeguati e ad offrire una maggiore tutela in termini di protezione dei dati fin dalla progettazione; analisi dei rischi vincolanti e relative misure di protezione orientate agli standard europei e in continuo aggiornamento: le piattaforme devono valutare sistematicamente se i servizi offerti siano utilizzati in modo improprio a scopo di violenza sessuale e, alla luce dei risultati, adottare meccanismi di difesa efficaci; sanzioni e finanziamento di misure di prevenzione: in caso di assenza dei meccanismi di protezione, occorre comminare sanzioni nette, ad esempio tramite contributi finanziari che i gestori delle piattaforme colpevoli di reato devono versare in un fondo destinato alle misure di prevenzione.
