Coronavirus

Svizzera Paese a rischio: economia di confine in allerta e il turismo vede nero

La Germania ha annunciato oggi l’obbligo di quarantena per chi rientra dal nostro Paese - I rappresentanti dell’economia dei semicantoni basilesi e della Svizzera orientale sono tuttavia piuttosto ottimisti, non vale lo stesso per il turismo
Alla dogana di Kreuzlingen (TG). ©KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER

Tutta la Svizzera e il Liechtenstein sono ora sulla lista tedesca delle zone a rischio di contagio da SARS-CoV-19. Lo hanno indicato le autorità tedesche. Nessun divieto di viaggio, chi entra in Germania dovrà tuttavia mettersi in quarantena e presentare o fare un test. Ci sono però eccezioni.

«La circolazione transfrontaliera dei pendolari è garantita allo stesso modo della circolazione transfrontaliera delle merci», si legge sul sito del Governo tedesco. Tutti i frontalieri, si spiega, possono continuare a svolgere il loro lavoro in Svizzera senza doversi sottoporre a un test medico, ma a condizione che «ritornino al loro luogo di residenza almeno una volta alla settimana e rispettino in modo dimostrabile le norme di protezione e di igiene adeguate».

Alla dogana di Kreuzlingen (TG). ©KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER
Alla dogana di Kreuzlingen (TG). ©KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER

Non vi è alcun obbligo di quarantena per i pendolari e gli studenti che si spostano tra la Svizzera e il Baden-Württemberg e che trascorrono meno di 48 ore in Svizzera. Lo stesso vale per i frontalieri tra la Baviera e la Svizzera. Sono esentate dall’obbligo di quarantena anche le persone che hanno un valido motivo per viaggiare. Ciò include ragioni come l’affidamento condiviso, la visita al partner, le cure mediche urgenti, la cura dei bambini, la cura dei parenti, i funerali, i matrimoni e altri eventi simili. Sono considerati validi motivi d'ingresso anche gli eventi professionali assolutamente necessari e non rinviabili. Non vige inoltre un obbligo di quarantena e test se il soggiorno è di meno di 24 ore, ma solo per le persone provenienti dalle regioni di confine (Appenzello Interno ed Esterno, Argovia, i due semicantoni basilesi, il Giura, Sciaffusa, Soletta, San Gallo, Turgovia e Zurigo), come indicato dall’ambasciatore svizzero a Berlino Paul Seger alla SRF.

Una decisione bene accolta

Come vivono la novità le regioni di confine che hanno continui scambi con la Germania? Per la regione di Basilea è essenziale che i confini rimangano aperti. «L’economia e il sistema sanitario della regione dipendono dai frontalieri», afferma Gabriel Schweizer, della Camera di commercio basilese. Dalla Germania sono circa 35.000 le persone che si recano ogni giorno al lavoro nella Svizzera nordoccidentale. «Accogliamo quindi con favore il fatto che il Governo tedesco continui a garantire espressamente la circolazione transfrontaliera dei lavoratori e delle merci. Chiunque attraversi il confine per lavorare può continuare a farlo senza ostacoli». La situazione attuale comporta una grande incertezza per le aziende renane. «Ci aspettiamo quindi che le autorità svizzere e tedesche comunichino con anticipo le loro misure e coordinino le loro azioni».

«San Gallo, i due semicantoni appenzellesi e Turgovia hanno forti legami, sia economici sia sociali, con i Paesi limitrofi. La regione, a forte carattere industriale, dipende molto dalle esportazioni in Europa. Scambi sulla frontiera tedesca, come quella austriaca, sono di importanza vitale», ci dice Jan Riss, portavoce della Camera del commercio e dell’industria San Gallo-Appenzello, che fa riferimento soprattutto a tre settori di scambio: «Il primo è quello delle merci, che non viene toccato direttamente. Il secondo, la prestazione transfrontaliera di servizi, è più problematico e concerne soprattutto l’ingegneria meccanica. Laddove una ditta svizzera vuole offrire dei servizi per cui si necessitano più di due giorni di lavoro in Germania, per esempio nel montaggio di un macchinario, entra in vigore l’obbligo di quarantena. Il terzo settore coinvolge i frontalieri (7.200 quelli provenienti dalla Germania) e la manodopera su chiamata. Rispetto a quanto successo in primavera le cose sono messe meglio, perché ora sarà sempre possibile reclutare personale e per i frontalieri non ci sono limitazioni. Il che è importantissimo».

«Se i casi sono aumentati da noi è responsabilità nostra»

Riassumendo, per la Camera del commercio e dell’industria, principale associazione che rappresenta l’economia nella Svizzera orientale, sì, ci saranno nuove restrizioni, ma le frontiere sono aperte e tutto sommato le nuove regole mostrano considerazione per le esigenze dell’economia. Al contrario di quanto successo con la repentina e imprevista chiusura delle frontiere della scorsa primavera. Per Riss «non ci si deve ora lamentare del fatto che la Germania ha adottato adeguate norme di quarantena. Non è una sorpresa. La portata di queste norme era nota da tempo: un Paese o una regione è classificata come area a rischio se negli ultimi sette giorni ci sono state più di 50 nuove persone infette ogni 100.000 abitanti». «Sì - aggiunge Riss -, per chi viaggia in Germania ora è prevista una quarantena e questo è snervante, ma questa regola è stata introdotta perché i casi nel nostro Paese sono aumentati. Il che è responsabilità nostra, non della Germania». Ora bisogna assolutamente evitare di arrivare a un secondo lockdown, conclude Riss. «Sarebbe un problema molto più grande di doversi sottoporre a una quarantena».

Tre fasi

Il turismo vede invece nero. Svizzera Turismo alla Keystone-ATS ha parlato di tre fasi. La prima riguarda la stagione autunnale e quei turisti tedeschi che stanno partendo oppure l’avrebbero fatto nelle prossime due settimane. La seconda fase copre i prossimi uno o due mesi, tradizionalmente non molto importanti. La terza fase è quella invernale, per la quale si spera di essere tornati alla normalità.

La durata
Chi entra in Germania da una regione a rischio deve mettersi in quarantena per 14 giorni e informare l’autorità sanitaria responsabile. Da agosto è necessario presentare un test corona negativo non più vecchio di 48 ore o farsi testare entro 10 giorni dall’arrivo. Se il risultato del test è negativo, la quarantena può essere terminata tranne in Baviera. A partire dall’8 novembre, tuttavia, dovrebbe essere possibile revocare la quarantena in tutti i Länder al più presto dopo 5 giorni con un risultato negativo del test.

Sono 5.256 i nuovi casi nella Confederazione
In Svizzera sono stati segnalati 5.256 nuovi contagi. Il tasso d’incidenza calcolato sugli ultimi 7 giorni è di 271 casi per 100 mila abitanti. Le nuove vittime sono 11. In Germania i nuovi casi sono 11.287 (incidenza: 61 ogni 100 mila abitanti). Le vittime sono 30.

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