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Tagli alla strategia di Cooperazione allo sviluppo

La strategia di cooperazione internazionale 2025-2028 della Svizzera dovrà essere ridimensionata a seguito dei tagli decisi dal Parlamento a dicembre
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Ats
29.01.2025 15:26

La strategia di cooperazione internazionale 2025-2028 della Svizzera dovrà essere ridimensionata a seguito dei tagli decisi dal Parlamento a dicembre. Oggi i Dipartimenti federali degli Affari esteri e dell'Economia hanno informato il Consiglio federale dei settori specifici che saranno interessati.

La Svizzera terminerà i programmi di sviluppo in Albania, Bangladesh e Zambia entro la fine del 2028. Nel campo della cooperazione economica, è stato deciso di ridurre le attività in Azerbaigian, oltre alla prevista cessazione delle attività in Colombia. In altri paesi, la Segreteria di Stato per gli Affari economici (SECO) si sta ritirando da alcuni settori di cooperazione.

In coordinamento con la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), verrà ridotto il sostegno in settori quali la gestione delle risorse idriche e la formazione professionale. Saranno inoltre ridotti i fondi destinati a progetti che non coinvolgono paesi prioritari.

Nel campo dell'istruzione, l'accento sarà posto sulla formazione professionale e sull'istruzione in situazioni di emergenza. Per quanto riguarda la salute, la DSC concentrerà i suoi sforzi sulle attività legate all'HIV/AIDS e alla malaria.

In ambito di cooperazione multilaterale, a partire da quest'anno Berna non verserà più contributi a tre organizzazioni internazionali: il Partenariato globale per l’educazione, il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO). Sarà inoltre data minore priorità alla cooperazione con la Banca interamericana di sviluppo. Sono previsti ritiri anche da altre organizzazioni internazionali.

Tra il 2025 e il 2028 saranno effettuati ulteriori tagli ai programmi per paese e tematici e alle organizzazioni. Particolarmente interessati saranno il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (PNUS), l'Entità delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment femminile (UN Women), nonché il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF). I contributi di base alle organizzazioni non governative svizzere saranno ridotti di 7,5 milioni di franchi.

I fondi flessibili per la cooperazione interdipartimentale in materia di migrazione con la Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) passeranno da 60 milioni di franchi a 40 milioni in quattro anni. Inoltre, a partire dal 2026, la Confederazione ridurrà i propri impegni nei confronti delle banche multilaterali di sviluppo.

A dicembre, il Parlamento ha approvato un taglio di 110 milioni nel bilancio 2025 e di altri 321 milioni nel piano finanziario 2026-2028 per le attività di cooperazione allo sviluppo bilaterali e multilaterali. Questa misura non riguarda le attività di aiuto umanitario, promozione della pace e sostegno all'Ucraina.

"Attraverso un'attenta definizione delle priorità dovrebbe comunque essere possibile ottenere gli effetti auspicati" della cooperazione, assicura il governo. Saranno mantenuti il contributo per la ricostruzione dell'Ucraina (1,5 mia.) e il finanziamento internazionale per il clima (1,6 mia.).