Il caso

Terre rare, la Svizzera si attiva in Cina per accelerare i controlli

In alcuni casi, le autorizzazioni all'esportazione sono già state concesse
© KEYSTONE (Chinatopix Via AP)
Ats
13.06.2025 14:02

La Svizzera si è fatta sentire con la Cina in merito ai controlli sulle esportazioni di terre rare imposti ad aprile. La Segreteria di Stato dell'economia (SECO), il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e l'ambasciata si sono adoperati per accelerare l'esame delle domande di licenza.

In alcuni casi, le autorizzazioni all'esportazione sono già state concesse, ha comunicato oggi a Keystone-ATS la SECO, confermando una notizia diffusa dal programma della SRF «Echo der Zeit». In altri è ancora in corso il termine legale di 45 giorni per l'esame.

Le domande devono essere presentate dall'esportatore, che di norma è un'impresa cinese. All'inizio dello scorso aprile, nell'ambito della disputa doganale con gli Stati Uniti, Pechino ha assoggettato sette importanti metalli, facenti parte delle cosiddette terre rare, a controlli generali sull'export.

Di conseguenza, le aziende al di fuori della Cina hanno dovuto sottoporsi a un complesso processo di richiesta per ottenere le autorizzazioni. Durante i colloqui con i partner locali, la Svizzera ha sottolineato che le verifiche sulle esportazioni avrebbero avuto un impatto negativo sulle catene di approvvigionamento esistenti.

Le terre rare sono componenti fondamentali per la produzione di telefoni cellulari, laptop o cuffie. Secondo la SECO, l'industria elvetica dei macchinari, degli apparecchi elettrici e dei metalli utilizza questi materiali nelle leghe, nei magneti e nell'acciaio di alta qualità. Sono usati anche negli impianti fotovoltaici, nei motori elettrici e nelle lampade a LED.