Arco lemanico

Test PCR anche per entrare in Francia, ma non per chi abita sul confine

Per andare nelle zone gialle italiane c’è ora l’obbligo di presentare un test negativo alla COVID, mossa simile anche quella attuata da Parigi, ma in questo caso non è valida per gli svizzeri che abitano vicino alla frontiera
KEYSTONE/Valentin Flauraud
Marija Miladinovic
01.02.2021 15:14

Chi vuole andare in Lombardia per turismo - compreso quello degli acquisti - oppure per fare visita ai propri cari deve presentare la conferma di essersi sottoposto, nelle 48 ore precedenti, a un test per la COVID (PCR o rapido) che deve evidentemente essere risultato negativo. L’unica alternativa è quella di mettersi in isolamento per 14 giorni.

Svizzeri in Francia solo con il test?

Un misura simile è stata presa anche in Francia dove, a partire da ieri, domenica 31 gennaio, vigono misure sanitarie più rigide. Di fronte alla minaccia di varianti del coronavirus, il premier Jean Castex, venerdì sera, ha messo in guardia i francesi e, al contempo, ha allarmato la popolazione dell’Arco Lemanico, abituata ad attraversare quotidianamente il confine per i più svariati motivi e che ha temuto, dopo l’annuncio, di non poterlo più fare.

Misure sanitarie anche per gli arrivi via terra

A portare un po’ di chiarezza ci ha poi pensato il sito web della diplomazia francese. Sul portale è infatti spiegato che per entrare nel Paese, proprio come per l’Italia, è ora richiesto un test PCR negativo (effettuato però in questo caso nelle ultime 72 ore e non 48 come per lo Stivale). Obbligo richiesto a chiunque abbia compiuto gli 11 anni. Questa misura che, nei giorni scorsi, riguardava solo gli arrivi via aerea o via mare, è quindi stata ora estesa anche ai viaggiatori in arrivo su strada o ferrovia. Ci sono tuttavia tre eccezioni.

Lavoratori frontalieri ma non solo

Ad essere esentato dall’obbligo di testarsi contro la COVID ogni volta che attraversano il confine sono in particolare i lavoratori frontalieri e gli autotrasportatori. Contrariamente a quanto deciso in Italia, un’eccezione si applica però anche ai residenti di zone di confine entro un raggio di 30 chilometri dal proprio domicilio. Un abitante di Ginevra può quindi recarsi, senza presentare alcun tipo di analisi, a Bonne o sulla Salève. Per le persone che rientrano in queste categorie sarà sufficiente portare, oltre a un documento di identità, un certificato del datore di lavoro e una prova del luogo di domicilio.

In questo articolo: