Test rapidi, ecco tutto quello che c’è da sapere

1. Chi può sottoporsi a un test rapido?
Finora i test rapidi erano riservati alle persone che soddisfano i criteri di prelievo di campioni (criteri di test) dell’UFSP, cioè alle persone con sintomi e alle persone che hanno ricevuto una segnalazione dall’app SwissCOVID. Era inoltre consentita l’esecuzione di test rapidi nel quadro di indagini sui focolai. Da ora potranno sottoporsi a un test rapido tutte le persone asintomatiche, anche se non soddisfano i criteri di prelievo di campioni (criteri di test).
2. Chi paga il test rapido?
Al contrario di quanto previsto per le persone che soddisfano i criteri di prelievo di campioni (criteri di test), i costi dei test rapidi eseguiti su persone asintomatiche devono essere assunti dalle persone stesse o dal soggetto che li ha richiesti (p. es. il datore di lavoro).
3. Quali test rapidi sono consentiti?
Per testare la popolazione su scala ancora più larga, in futuro nelle farmacie, negli studi medici e nei centri di test potranno essere eseguiti tutti i tipi di test rapidi validati ammessi sul mercato. Finora erano consentiti soltanto test antigenici rapidi con striscio nasofaringeo.
4. Dove e da chi può essere eseguito un test rapido?
I test rapidi possono essere eseguiti nelle farmacie, negli studi medici e nei centri di test. Il personale che li esegue deve essere appositamente formato.
5. Perché l’impiego di test rapidi viene esteso?
L’evidenza scientifica, le nuove tecnologie e le accresciute capacità operative consentono di testare anche le persone asintomatiche. In virtù delle nuove possibilità tecnico-scientifiche, l’obiettivo di interrompere le catene di contagio è ampliato: le persone asintomatiche possono ora sottoporsi al test in ambito privato o sul posto di lavoro. Grazie ai test rapidi, i piani di protezione vigenti (p. es. per alberghi, fiere, congressi internazionali o manifestazioni sportive) possono essere perfezionati e rafforzati.
6. A chi compete la validazione dei test rapidi?
La validazione indipendente dei test rapidi è effettuata da laboratori autorizzati da Swissmedic.
7. Posso ordinare un test rapido su Internet ed eseguirlo a casa?
L’UFSP lo sconsiglia. L’origine, la certificazione e la validazione dei test ordinati su Internet spesso non possono essere verificati. I test rapidi dovrebbero essere eseguiti sotto la responsabilità di specialisti.
8. I test rapidi sono meno sensibili dei test PCR. Non vi è il pericolo di risultati falsi negativi nelle persone asintomatiche?
Le esperienze nel frattempo maturate hanno rafforzato le evidenze scientifiche che i test antigenici rapidi sono in grado di riconoscere con sufficiente affidabilità le persone contagiose. Per gli ulteriori nuovi tipi di test rapidi presenti o in arrivo sul mercato, va garantito che siano affidabili almeno quanto quelli attualmente in uso.
9. Che cosa bisogna fare in caso di risultato positivo?
In caso di risultato positivo, la persona interessata deve immediatamente sottoporsi a un test PCR di conferma. I costi di questo test sono assunti dalla Confederazione in virtù della legge sulle epidemie.
10. Un turista può sottoporsi a un test rapido per poi tornare nel suo Paese di provenienza?
Sì, a condizione che il Paese di provenienza accetti il risultato di un test rapido per l’entrata. Spetta al turista accertare le condizioni d’entrata del Paese di provenienza. Se la persona non ha sintomi e non soddisfa i criteri di prelievo di campioni (criteri di test), il test rapido è a suo carico. Se risulta positiva, deve eseguire un test PCR di conferma. I costi di questo secondo test sono assunti dalla Confederazione.
11. L’UFSP consiglia test rapidi prima di Natale per poter visitare i parenti?
L’UFSP non emana raccomandazioni. Ognuno è libero di sottoporsi a un test rapido. Va però tenuto presente che un risultato negativo garantisce la negatività soltanto per un giorno (quello del test). Inoltre l’estensione dell’impiego dei test rapidi non sostituisce le regole d’igiene e di comportamento dell’Ufficio federale della sanità pubblica.
12. La partecipazione a test collettivi sul posto di lavoro è obbligatoria?
La partecipazione a test collettivi è per principio facoltativa. Il datore di lavoro è legittimato a far testare i suoi dipendenti soltanto nel quadro del diritto cogente. Il diritto cogente comprende per esempio la protezione della personalità del lavoratore e la protezione dei dati. Il test deve essere giustificato da motivi riferiti alla prestazione lavorativa o alla protezione di altri lavoratori o di terzi (clienti, pazienti). Va inoltre considerato il contesto complessivo, per esempio la situazione epidemiologica e la possibilità e disponibilità di altre misure di protezione.