Torna l'ipotesi di una cassa malati unica

Alain Berset tra un paio di settimane comunicherà i premi di cassa malattia per il 2024. Al momento, l’unica certezza è che si prospetta una nuova stangata. L’ennesima, anche per il Ticino. Di semplici ricette «per alleviare i dolori», però, non ce ne sono e ogni partito è alla ricerca di una cura, o almeno di un possibile cerotto.
Le proposte più avanzate - in particolare le iniziative popolari di PS e Centro - saranno il piatto forte di questa ultima sessione della legislatura, che si concluderà quasi in concomitanza con l’annuncio (atteso e temuto) del «ministro» della Sanità.
Per i ticinesi non cambia nulla
Il PS, con la sua raccolta firme, vuole porre un tetto massimo ai premi, che non devono essere superiori al 10% del reddito disponibile A tale scopo, Confederazione e Cantoni dovrebbero contribuire in misura maggiore alla riduzione dei premi.
L’iniziativa «per premi meno onerosi», però, non convince pienamente: ieri il Consiglio nazionale – così come fatto dagli Stati – ha concluso le discussioni sul controprogetto. Stando al disegno di legge elaborato dalla maggioranza del Parlamento, i Cantoni saranno chiamati ad innalzare i sussidi destinati alla riduzione individuale dei premi: concretamente, dovranno destinare una quota minima compresa tra il 3,5 e il 7,5% dei costi cantonali dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. Da segnalare che il Ticino è uno dei Cantoni che si situa al di sopra di questa quota e dunque il controprogetto non toccherebbe in alcun modo i ticinesi.
«Siamo vittime dei “cattivi Cantoni”, circa una decina, perché noi come Ticino paghiamo quasi 200 milioni», spiega il consigliere nazionale Bruno Storni (PS), che prospetta un cambiamento di sistema. «I premi sono come un’imposta. E penso sia l’unica che non va in base al reddito. Ma i costi della salute aumenteranno ancora. E va bene ridurli, ma bisogna anche vedere dove e chi sarà colpito».
I socialisti non cedono
Il PS, sul controprogetto messo a punto dalle Camere, non ci sta: «La destra si rifiuta di fornire il necessario aiuto alla popolazione», accusano i socialisti, secondo cui l’iniziativa «per premi meno onerosi» aumenterebbe di 3,7 miliardi di franchi il montante per i sussidi di cassa malati. E il controprogetto? Solo 360 milioni. «Non si tratta nemmeno dell’1% del volume totale dei premi». Pertanto, il PS ha deciso di non ritirare il suo testo. Dunque si voterà su entrambe le proposte, presumibilmente a inizio marzo.
Proprio oggi, i «senatori» dovranno esprimersi sulla raccomandazione di voto per l’iniziativa del PS e si occuperanno anche di quella del Centro, denominata «per un freno ai costi»: l’obiettivo del partito è di fare in modo che le spese evolvano in modo corrispondente all’economia nazionale e ai salari medi, e che i premi rimangano finanziariamente sostenibili. Anche in questo caso, tuttavia, il Parlamento vuole contrapporre un controprogetto, elaborato sotto forma di modifica della Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal).
Governo e Cantoni impotenti
«La soluzione facile non c’è. I costi continuano a crescere di miliardi di franchi, che sono poi pagati o tramite i premi, oppure tramite le imposte», ricorda Marco Romano (Centro).
Per il consigliere nazionale, «mai come in questo momento si vede come Consiglio federale e Cantoni siano impotenti di fronte a un sistema nel quale ognuno attende che sia l’altro a fare il primo passo. Non sono solo le casse malattia ad avere potere, ma anche i medici, la farmaceutica e i pazienti stessi. Ognuno fa il proprio interesse personale e ciò genera una spirale verso l’alto dal quale non si riesce a uscire».
Per cercare di contenere i costi, anche il Centro ha lanciato la sua iniziativa popolare: «L’obiettivo è di introdurre un freno alla spesa, con un meccanismo che obblighi Consiglio federale e Cantoni a prendere misure unilaterali, anche se sicuramente non saranno accettate dalle controparti». Per Romano, al momento, «manca la capacità di essere davvero incisivi. Ma con le buone abbiamo visto che non funziona».
Proposta illusoria
E la proposta del PS? «Non va ad affrontare il problema reale, poiché non si riducono i costi. Anzi, si vanno a nascondere nella cassa globale dello Stato e dovranno essere finanziati tramite la fiscalità». Un limite che riconosce anche Alex Farinelli. Per il deputato del PLR, l’iniziativa del PS «va in una direzione di creare l’illusione che si possa mettere un plafone per risolvere il problema. Ma non si scappa: dobbiamo assolutamente contenere i costi», aggiunge Farinelli, anche attraverso un maggior utilizzo di farmaci generici ed evitando le prestazioni sanitarie inutili.
Sistema a 5 stelle
Il PLR, dal canto suo, ha presentato una proposta che mette tutto in discussione: «L’assicurazione di base obbligatoria, di fatto, è un sistema a 5 stelle, con un’offerta di altissimo livello ma troppo elevata per essere obbligatoria», spiega Farinelli, secondo cui i cittadini - chiamati a pagare molto - «si sentono giustamente in diritto di usufruire delle prestazioni. La prima a dire che il sistema non funziona più e che bisogna rivederlo è Ruth Dreifuss, la madre della LAMal. Chi arriverà dopo Berset dovrà pensare a un cambio di paradigma».
Il postulato di Quadri
Nel dibattito sul contenimento dei premi ha poi fatto nuovamente capolino la cassa malattia unica. Il consigliere nazionale Lorenzo Quadri (Lega), tramite un postulato, chiede al Consiglio federale di allestire un rapporto che valuti sia la creazione di una cassa malati unica e pubblica a livello nazionale, sia la creazione di casse malati pubbliche cantonali.
A suo avviso, «una cassa malati unica e pubblica per l’assicurazione di base LAMal non avrebbe di per sé incidenza sui costi sanitari». L’ultima votazione sul tema si è tenuta nel 2014 e l’esito è stato chiaro: 62% i contrari, così come 22 Cantoni. «Tuttavia, a quasi un decennio di distanza, la situazione di partenza appare profondamente cambiata».