L'intervista

«Ueli Maurer? Si è battuto per finanze solide e non lasciare debiti ai giovani»

Il presidente dell'UDC Marco Chiesa commenta l'addio del consigliere federale
© KEYSTONE / PETER KLAUNZER
Giovanni Galli
30.09.2022 20:30

Ueli Maurer aveva detto che sarebbe rimasto fino al termine della legislatura. Sorpreso?
«Giusto un anno fa, i media davano per imminente la sua partenza. Mi aveva detto: “Pensi che se decidessi di andarmene non ne parlerei prima con il presidente del partito?”. E così ha fatto. Tutto ha un inizio e una fine. È stato in Governo 14 anni e mi ha preceduto come parlamentare e presidente. Umanamente capisco ma mi dispiace, anche per il Paese. È sempre stato vicino alla gente, solido sui dossier e con i piedi per terra».

Un bilancio del suo operato?
«Ha affrontato i temi con grande energia e concretezza, già da quando era alla tesa del DDPS. Alcune sue intuizioni, ai tempi criticate, ora sono realtà. Si è sempre battuto per una Svizzera con finanze solide, per evitare che la fattura un giorno ricadesse sulle prossime generazioni. In un gremio di sette persone, una personalità che ha a cuore anche questo aspetto è preziosa. Nessuno può dubitare delle sue convinzioni e dei suoi valori: indipendenza, autodeterminazione e neutralità».

È sempre stato al fronte e ha avuto il coraggio di portare avanti le idee dell’UDC, restando fedele ai suoi principi

Assieme a Blocher, è stato fra i protagonisti della svolta UDC negli anni Novanta.
«È sempre stato al fronte e ha avuto il coraggio di portare avanti le idee dell’UDC, restando fedele ai suoi principi. Il partito e io stesso abbiamo un sentimento di riconoscenza e di ammirazione».

Ultimamente però, le sue priorità di “ministro” delle Finanze di sono scontrate con le vostre sul potere d’acquisto.
«Abbiamo due ruoli differenti e lui, come membro dell’Esecutivo, questo lo ha sempre accettato. Maurer “ministro” delle finanze è un’altra cosa rispetto a Maurer presidente di partito, ed è giusto che sia così. Queste divergenze di vedute non hanno assolutamente incrinato i rapporti».

Ora inizia il toto-successore. Magdalena Martullo-Blocher si è già chiamata fuori.
«Abbiamo già istituito una commissione-cerca nel 2019, affidata all’ex-capogruppo Kaspar Baader. Il percorso che ci porterà al 7 dicembre è chiaro. Martullo-Blocher ha subito fatto chiarezza. Magdalena ha delle responsabilità difficili da delegare. Nei cantoni però ci sono parlamentari e consiglieri di Stato, da Albert Rösti a Diana Gutjahr, da Gregor Rutz a Nathalie Rickli. Il partito non è in difetto di personalità. Mi aspetto che dai cantoni giungano anche candidature femminili qualificate».

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