Berna

Un terzo delle emissioni sarà compensato all’estero

Avviato agli Stati l’esame della Legge sul CO2 per il periodo 2025-2030 – I gas serra dovranno essere dimezzati rispetto al 1990 – Esclusi divieti e tasse aggiuntive – Bocciati valori obiettivo più severi per le auto nuove
©ALESSANDRO DELLA BELLA
Red. Online
25.09.2023 22:12

Entro sette anni le emissioni di gas serra dovranno essere dimezzate rispetto al 1990 (oggi siamo al 20%). È quanto prevede la revisione della legge sul CO2, giunta oggi sui banchi del Consiglio degli Stati. Il dibattito proseguirà giovedì pomeriggio. Elaborato dopo il no popolare del giugno 2021, il progetto si riallaccia alla legge attuale, prorogata dal Parlamento fino al 2024, e prevede misure per il periodo dal 2025 al 2030. La riforma è «una tappa importante nel perseguimento dell’obiettivo di un saldo netto pari a zero entro il 2050», ha ricordato il relatore commissionale Damian Müller (PLR/LU).

Il progetto consente alla Confederazione di investire nei cinque anni in questione 4,1 miliardi di franchi nella protezione del clima. L’aliquota di 120 franchi per tonnellata di CO2 rimane invariata. Non ci saranno però nuovi balzelli: l’idea è di concentrarsi su incentivi, promozioni e investimenti mirati.

L’accento viene messo su misure che permettano alla popolazione di ridurre le emissioni nel proprio quotidiano e che sostengano gli sforzi in vari settori, in particolare nella mobilità e nell’edilizia. Al contempo, si rafforza l’approvvigionamento energetico, diminuendo la dipendenza da petrolio e gas.

Due terzi in Svizzera

Se sul principio della riforma non ci sono opposizioni, la sfilza di provvedimenti ha suscitato un lungo dibattito (interrotto per raggiunti limiti di tempo), con la sinistra – preoccupata da quella che Lisa Mazzone (Verdi/GE) ha definito «mancanza di ambizione» – logicamente interessata ad alzare l’asticella. Uno dei punti principali riguardava come distribuire la riduzione delle emissioni. Alla fine l’ha spuntata di misura la versione dell’Esecutivo (due terzi in Svizzera e un terzo all’estero), mentre di stretta mkisura (22 a 20) è stata respinta la proposta di una quota interna del 75%. Niente da fare nemmeno per una proposta con cui si voleva impedire alla Confederazione di colmare eventuali lacune nel raggiungimento degli obiettivi tramite l’acquisto di certificati internazionali.

Vetture, come nell’UE

Quanto ai valori obiettivo di CO2 applicabili alle nuove automobili, a partire dal 2030 le emissioni delle vetture, in riferimento al valore di base determinante per il 2021, non dovranno eccedere il 45%. Bocciato un inasprimento suggerito dalla commissione preparatoria, che voleva fissare tale quota al 25% allo scopo di accelerare il passaggio a veicoli più efficienti e che non consumino carburanti fossili.

Il 45% è una percentuale analoga al regolamento dell’UE, ha sottolineato, intervenendo nella discussione, il consigliere federale Albert Rösti. «Non abbiamo una nostra industria automobilistica», gli ha dato man forte Martin Schmid (PLR/GR). Il campo rossoverde chiedeva da parte sua un’aggiunta, ossia un obiettivo pari allo 0% a partire dal 2035. Il plenum ha tuttavia detto chiaramente no.

Carburanti

L’obbligo di compensazione per gli importatori di carburante, che scade alla fine del 2024, sarà mantenuto e verrà aumentata al 90% la quota massima di emissioni di CO2 da bilanciare. Gli importatori potranno ripercuotere tali costi sui consumatori sotto forma di sovrapprezzo, ma senza superare i 5 centesimi per litro di benzina o diesel.

Nel trasporto aereo, i fornitori dovranno miscelare al cherosene venduto in Svizzera per il rifornimento una determinata quota dicarburanti rinnovabili. Come misura di accompagnamento, fino al 2029 verranno promossi progetti pilota per lo sviluppo e la produzione di questo genere di combustibili per l’aviazione. Le emissioni di CO2 devono figurare sui biglietti aerei. Inoltre, è stata respinta la proposta della sinistra di introdurre una tassa di incentivazione per i voli d’affari e dei jet privati. Non spetta alla società nel suo complesso pagare per una minoranza che utilizza tali jet, ha affermato Mazzone.

Edilizia

Infine, Consiglio federale e commissione avrebbero voluto destinare entro il 2030 una quota maggiore dei proventi dell’invariata tassa sul CO2 al fine di garantire un solido finanziamento del Programma Edifici. Una minoranza guidata da Hansjörg Knecht (UDC/AG) si è però imposta: solo un terzo dei prelievi, come finora, verranno utilizzati a tale scopo. La revisione della legge sarà esaminata dal Nazionale in dicembre.