Il caso

Una famiglia svizzera bloccata in Israele: «Perché il DFAE non organizza un aereo?»

La coppia, accompagnata dal figlio di 15 mesi, si era recata a sud di Tel Aviv lo scorso 1. giugno per far visita ai familiari e avrebbe dovuto far rientro in Svizzera il 13 – Ma poi c'è stato l'attacco all'Iran...
© AP/ALEX MITA
Red. Online
19.06.2025 19:30

Una 41.enne e sua moglie 39.enne, incinta, si trovano in Israele con la figlia di 15 mesi dallo scorso 1. giugno. La famiglia avrebbe dovuto fare rientro in Svizzera il 13 giugno dopo aver visitato i familiari nello Stato Ebraico. Le cose, come riferisce 20 Minuten, sono tuttavia andate diversamente: «Avevamo impostato la sveglia alle 2.30 del mattino per arrivare in aeroporto in tempo» ha raccontato la 41.enne. «Alle 3 del mattino è suonato improvvisamente l'allarme missilistico». Israele aveva lanciato il suo attacco all'Iran.

Da allora, la famiglia è rimasta bloccata a Rishon Lezion, a sud di Tel Aviv, mentre i razzi iraniani colpivano edifici residenziali nelle vicinanze. «Inizialmente pensavamo che la situazione si sarebbe calmata dopo poche ore» ha proseguito la 41.enne, che possiede la doppia cittadinanza svizzera e israeliana. «La portata, però, stavolta è stata completamente diversa». La famiglia, ora, sta cercando un modo per lasciare Israele. Poiché la moglie è cittadina israeliana e portoghese, alla famiglia è stato prenotato un posto su un volo di evacuazione portoghese qualche giorno fa. «Avevamo già il biglietto di evacuazione in mano e avevamo messo l'essenziale negli zaini la sera prima, ma dopo un'attenta riflessione, abbiamo deciso di non prendere il volo quella mattina» ha spiegato ancora la 41.enne. Dato che il volo avrebbe richiesto loro di attraversare prima i Paesi limitrofi, il rischio era troppo elevato per la coppia omosessuale e la loro bambina. «Preferiremmo essere colpiti da un razzo qui in Israele piuttosto che rimanere intrappolati in uno degli altri Paesi».

La frustrazione delle due donne, scrive 20 Minuten, è ancora maggiore perché il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) svizzero non sta effettuando voli di evacuazione, mentre altri paesi come Germania, Stati Uniti, Polonia e Repubblica Ceca stanno rimpatriando i loro cittadini. «Anche il Consigliere federale Ignazio Cassis è stato qui una settimana fa. Perché non possono inviare un aereo militare?» è chiesta la 41.enne. La famiglia è in contatto con il DFAE da alcuni giorni. «Non capisco perché ci dicano che è colpa nostra» ha proseguito la donna. Viaggiare in Israele è sempre un rischio, in effetti. Lo è da anni. «Ma se seguissimo sempre i consigli di viaggio del DFAE, non rivedremmo mai la nostra famiglia. Non è un'opzione». La coppia voleva visitare la famiglia prima della nascita del secondo bambino, a novembre. «Tutti i Paesi stanno evacuando e la Svizzera sta solo a guardare. Il fatto che il DFAE non stia facendo nulla ci sta facendo impazzire». C'è, tuttavia, un barlume di speranza: la compagnia aerea israeliana El Al sta attualmente riportando in Israele i cittadini israeliani bloccati all'estero da Atene, Roma, Milano e altre città. «Quando il traffico aereo per Israele riprenderà, spero che ricominceranno presto a trasportare passeggeri» ha aggiunto la 41.enne.

«La Svizzera non organizza evacuazioni» ha scritto dal canto suo il DFAE in risposta a una richiesta di 20 Minuten. I consigli di viaggio del DFAE sconsigliano da tempo, in effetti, i viaggi turistici e non essenziali in Israele. Dal 2023, i consigli di viaggio forniscono anche informazioni complete sulla situazione della sicurezza nella regione. «In caso di crisi persistente – come nel caso di specie – le persone colpite decidono autonomamente se lasciare la zona di crisi». Il DFAE le sostiene al meglio delle sue possibilità. Questo approccio è conforme ai requisiti della Legge sugli Svizzeri all'estero. Inoltre, leggiamo, «sebbene il traffico aereo commerciale in Israele sia sospeso, è possibile lasciare il Paese via terra, dirigendosi verso la Giordania o l'Egitto». Gli aeroporti dei Paesi limitrofi sono aperti e i biglietti possono essere acquistati. Il DFAE, al riguardo, consiglia ai viaggiatori svizzeri di scaricare l'app Travel Admin del DFAE e di registrare il proprio viaggio. La helpline del DFAE a Berna è disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, al numero +41 800 24 7 365 / +41 58 465 33 33 o via e-mail all'indirizzo [email protected]. La Svizzera intrattiene contatti regolari con diversi Stati partner e, a seconda della situazione e delle possibilità operative, può, se necessario, collaborare con Paesi terzi o partner.