Sanità

Un'iniziativa per evitare la penuria di farmaci

La disponibilità di prodotti farmaceutici continua a peggiorare – Presentata un'iniziativa corredata di 131 mila firme – L'anno scorso sono stati segnalati a Berna 280 casi di interruzione della fornitura
© CdT/ Chiara Zocchetti
Giovanni Galli
03.10.2024 20:38

Pur avendo un’industria farmaceutica avanzata, anche la Svizzera deve far fronte a difficoltà di approvvigionamento di certi medicamenti. Il problema è noto. In agosto, il Consiglio federale ha presentato una serie di misure per migliorare la situazione: ampliare le scorte obbligatorie, rinunciare a riduzioni dei prezzi di determinati farmaci, consentire agevolazioni sulle importazioni di medicamenti non omologati destinati a gruppi più numerosi di pazienti, e creare incentivi per promuovere la fabbricazione/produzione di importanti medicamenti (così da evitare che i fabbricanti ritirino i medicamenti dal mercato per ragioni di redditività).

Una prima serie di misure era già stata decisa nella primavera dell’anno scorso. Le interruzioni nella fornitura di agenti terapeutici, infatti, sono sempre più frequenti. La dislocazione di importanti fasi produttive in Asia e la concentrazione su pochi offerenti hanno reso vulnerabili le catene di fornitura a livello mondiale, Svizzera inclusa. Nel 2016 sono state registrate 51 interruzioni, nel 2019 erano già 184. Nel 2023 il centro di notifica dell’AEP (Approvvigionamento Economico del Paese) ha ricevuto 280 segnalazioni. Circa il 10% delle criticità, secondo Berna, riguardava i vaccini. Sono aumentati anche i casi di ricorso alle scorte obbligatorie: nel 2023 l’AEP ne ha autorizzati 217. Nell’anno precedente si erano registrati 119 prelievi dalle scorte obbligatorie a fronte di 201 interruzioni delle forniture.

C’è chi ritiene, tuttavia, che non si stia facendo abbastanza e ora intende fare pressione sulla Confederazione per contrastare la penuria di farmaci. Un’ampia alleanza di venti associazioni e organizzazioni della comunità medica, dei farmacisti, dei droghieri, dei laboratori medici, delle organizzazioni dell’industria e della logistica farmaceutica, nonché delle organizzazioni di protezione dei consumatori e degli ambienti della ricerca scientifica ha presentato un’iniziativa popolare per intervenire contro la penuria di farmaci importanti. Denominata «Sì alla sicurezza dell’approvvigionamento medico», l’iniziativa è stata presentata oggi a Berna corredata di 131 mila firme. Attualmente, in Svizzera mancano circa 600 diversi prodotti, spiega una nota del comitato promotore. La pandemia di Covid-19 ha pure rivelato che a volte i laboratori non possono fornire del materiale, ad esempio per i test. La causa principale di questa situazione è, appunto, la continua pressione sui prezzi dei farmaci e di altri prodotti a uso medico, che ha portato alla delocalizzazione della produzione.

Farmaci necessari per le cure di base, come gli antibiotici, sono fabbricati quasi esclusivamente in Asia, in particolare in India e in Cina. Inoltre, anche in periodi normali, le aziende con sede in questi Paesi non sono fornitori affidabili. In concreto, per migliorare l’approvvigionamento, il testo mira a creare una competenza federale al posto di quella delle 26 autorità cantonali. La pandemia, a detta dei promotori, ha mostrato come il federalismo abbia raggiunto i suoi limiti per quanto riguarda la sicurezza del rifornimento in beni medici. Inoltre, si vuole rafforzare il sito economico svizzero, a livello di ricerca, sviluppo, produzione e stoccaggio. L’iniziativa chiede anche di realizzare catene logistiche affidabili con l’estero.

Misure concrete per conseguire gli obiettivi dell’iniziativa non vengono menzionate. Secondo uno dei promotori, il già vicedirettore dell’Ufficio della sanità pubblica Andreas Faller, sentito dalla NZZ, non ci sarà un aumento dei premi. La maggior parte dei medicinali mancanti sono prodotti relativamente economici (20-30 franchi a confezione).