Predatori

Venerdì prossimo scatta la regolazione preventiva dei lupi

Dal 1. dicembre sarà consentito il loro abbattimento prima ancora che essi abbiano causato danni, a condizione che venga presentata una domanda ufficiale a Berna, e rispettando i criteri – Alcune associazioni hanno sporto denuncia contro la Confederazione al Consiglio d'Europa
Ats
24.11.2023 10:53

A partire da settimana prossima, venerdì 1° dicembre, in Svizzera entrerà in vigore la regolazione preventiva dei branchi di lupi, che consentirà il loro abbattimento prima ancora che essi abbiano causato danni, a condizione che venga presentata una domanda ufficiale a Berna e rispettando criteri ben definiti. Nel mirino delle autorità grigionesi e vallesane ci sarebbero già complessivamente una sessantina di esemplari.

La nuova misura è stata introdotta per arginare la popolazione di lupi in Svizzera, in costante aumento. Stando ai dati pubblicati dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM), sul suolo elvetico si contano oggi circa 32 branchi e circa 300 animali, il triplo rispetto al 2020. Lo scorso anno sono state inoltre registrate 1'480 predazioni.

L'obiettivo della nuova disposizione, valida dal 1° dicembre 2023 al 31 gennaio 2024, è quello di intimidire i grandi predatori ed evitare che questi animali si estendano troppo avvicinandosi all'uomo o ai centri abitati, nonché prevenire futuri danni.

L'UFAM sta attualmente valutando le richieste di abbattimento giunte dai vari Cantoni e settimana prossima comunicherà quali «licenze» verranno concesse e quali no.

Solo pochi giorni dopo l'annuncio della nuova misura preventiva da parte dell'esecutivo, il Canton Grigioni ha chiesto alla Confederazione l'autorizzazione per eliminare i quattro branchi dello Stagias, del Vorab, del Beverin e del Lenzerhorn.

Le autorità retiche hanno inoltre avanzato la domanda per l'abbattimento fino a due terzi dei cuccioli del branco del Rügiul, in Val Poschiavo, e dei lupi del Jatzhorn a Davos, inoltrando così complessivamente una richiesta per 27 uccisioni. Inoltre, stando a quanto comunicato qualche settimana fa dal Cantone, altri 17 abbattimenti di giovani lupi sono già stati autorizzati in base alla legislazione vigente.

Attualmente nei Grigioni vivono dodici branchi. Il numero totale dei singoli animali non è ancora chiaro e una stima cantonale della popolazione non è ancora stata completata.

A metà settembre, le autorità per la fauna selvatica hanno stimato il numero di lupi in 130 esemplari.

Ad inoltrare domanda è stato anche il Vallese, il quale ha presentato alla Confederazione una settimana e mezzo fa la sua domanda per sopprimere 34 animali. Nel mirino delle autorità vallesane 13 branchi, tra cui quelli di Nanz, Augstbord, Hérens-Mandelon, Le Fou-Isérables, Les Toules, Les Hauts-Forts e Chablais.

Nel cantone, la popolazione dei lupi è stimata attorno ai 90 e i 120 esemplari. Prima di procedere con la soppressione, i cacciatori dovranno seguire una formazione speciale.

Sebbene i cantoni si siano mostrati ambiziosi nei loro sforzi per regolare la popolazione di questi grandi predatori, la caccia al lupo si preannuncia comunque un'impresa complessa. Nicolas Bourquin, responsabile dell'Ufficio della caccia e della pesca in Vallese, ha detto che si tratterebbe di un «grande successo» se il Cantone riuscisse ad eliminare «tra i 10 e i 15» esemplari nei prossimi due mesi.

La denuncia al Consiglio d'Europa

Diverse associazioni svizzere che si battono per la tutela di questi grandi predatori, tra cui CHWOLF e Avenir Loup Lynx Jura (ALLJ), hanno sporto denuncia contro la Confederazione al Consiglio d'Europa.

L'atto d'accusa è stato presentato lo scorso 16 novembre ed invita l'organizzazione internazionale a valutare concretamente se e in che misura la Svizzera stia violando gli obblighi dettatati dalla Convenzione di Berna - sottoscritta dalla stessa Confederazione - ora che da venerdì prossimo nel Paese sarà concesso l'abbattimento dei lupi prima ancora che essi abbiano causato danni, ha dichiarato oggi a Keystone-ATS il presidente di ALLJ, Eric Jaquet.

La Svizzera tuttavia non rischia di incorrere in gravi sanzioni, poiché il Consiglio d'Europa, che ritiene la denuncia ammissibile, non ha la facoltà di imporre alcuna pena e la decisione potrebbe giungere solo a distanza di diversi mesi se non anni, ha dichiarato Jaquet, ammettendo così che la misura delle associazioni arriva troppo tardi, visto che la regolazione preventiva scatta già a dicembre e sarà vigente fino al 31 gennaio 2024.

La Convenzione di Berna è un accordo giuridicamente vincolante volto a proteggere la flora e la fauna selvatiche europee e a conservarne gli habitat naturali. Stando alle accuse, con la nuova misura il governo elvetico starebbe violando tale accordo nonostante il lupo sia catalogato come specie «rigorosamente protetta».

L'anno scorso, il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) aveva già proposto di modificare la Convenzione declassando lo stato del predatore a «specie protetta» (anziché «rigorosamente protetta») per garantire agli Stati firmatari un maggiore margine di manovra in caso di attacchi al bestiame. Allora, il Comitato permanente della riunitosi a Strasburgo aveva risposto con soli sei voti favorevoli su trenta.

Secondo Jaquet, autorizzando l'uccisione senza che un animale abbia causato alcun danno, il governo agisce ai limiti della legalità. Il presidente di ALLJ ricorda inoltre che nel 2020 il popolo svizzero aveva respinto una revisione della legge sulla caccia che prevedeva questo tipo di abbattimento. Jaquet ha anche criticato la brevità della fase di consultazione e spera ora che il Consiglio d'Europa prenda una decisione entro il 31 gennaio 2024, per evitare che le nuove disposizioni del governo possano essere rinnovate dopo tale scadenza.

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