Svizzera

Vicenda del «deepfake»: «L'immunità di Andreas Glarner va soppressa»

È quanto ritiene la competente commissione, con 5 voti a 1 e 3 astensioni: sui suoi profili social, il consigliere nazionale aveva postato un video generato con l'aiuto dell'AI in cui il collega Sibel Arslan parlava di «criminali turchi» e incoraggiava a votare UDC
©ANTHONY ANEX
Ats
02.05.2025 14:42

L'immunità del consigliere nazionale Andreas Glarner (UDC/AG) deve essere soppressa nell'ambito della vicenda del «deepfake» realizzato ai danni della collega dei Verdi Sibel Arslan (BS). È quanto ritiene la competente commissione (Cdl-N), con 5 voti a 1 e 3 astensioni. La stessa ha invece espresso parere contrario (6 voti a 3) per quanto riguarda le esternazioni sui social media dell'argoviese contro l'Islam.

Il 16 ottobre dello scorso anno, sui suoi profili X e Instagram, Glarner aveva postato un video generato con l'aiuto dell'intelligenza artificiale (deepfake) intitolato «Se Sibel Arslan fosse sincera». Vi si vedeva la parlamentare pronunciare falsi slogan politici, contrari alle sue reali convinzioni. In particolare Arslan - di origine curda - parlava di «criminali turchi» e incoraggiava a votare UDC, ricorda la commissione in una nota odierna.

Nel caso in questione, l'interesse della vittima e la gravità dell'atto prevalgono sulla libertà di espressione nel contesto di campagne elettorali, secondo la Commissione dell'immunità del Consiglio nazionale. Oltretutto, «questo tipo di atti pregiudica seriamente il buon funzionamento del Parlamento e il fatto di tollerarlo spianerebbe la strada ad altri atti simili nelle prossime elezioni».

Da notare che è la prima volta che la Cdl-N è chiamata a pronunciarsi sull'uso di «deepfake» nell'ambito delle campagne elettorali ed è anche il primo caso di una potenziale usurpazione d'identità, reato introdotto nel 2023 nel Codice penale.

Arslan aveva sporto denuncia e il 20 febbraio scorso il Ministero pubblico di Muri-Bremgarten (BE) aveva chiesto l'autorizzazione a condurre un procedimento penale contro Glarner proprio per il sospetto di usurpazione d'identità e possibili delitti contro l'onore.

Sopprimendo l'immunità e consentendo l'apertura di un procedimento penale nei confronti di Glarner, la commissione scrive di voler esprimere la sua disapprovazione nei confronti di tali azioni. Il dossier passa alla Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (CAG-S).

Sempre oggi, la Cdl-N è tornata ad occuparsi di un'altra vicenda che vede al centro Glarner: i suoi propositi contro l'Islam pubblicati sui social media. Nel novembre scorso aveva deciso di entrare nel merito della richiesta della procura del Canton Berna di sopprimere la sua immunità per sospetta discriminazione e sospetto incitamento all'odio. Alla luce del parere opposto della CAG-S, ha riesaminato la questione, cambiando opinione e allineandosi a quest'ultima.

A suo avviso, l'importanza della libertà di opinione non deve impedire il dibattito politico. Ritiene infatti che i propositi pubblicati dal democentrista riguardino temi di società e facciano parte del lavoro politico dei parlamentari. Secondo la Cdl-N, quando i membri dell'Assemblea federale si rivolgono al pubblico con tali contenuti, si deve partire dal presupposto che lo facciano in qualità di membri del Parlamento, poiché è a questa funzione che il pubblico li associa.

Nella sua nota, la commissione rileva che lo scopo principale dell'immunità relativa è quello di proteggere il buon funzionamento del Parlamento come istituzione. «Questo tipo di protezione è necessario indipendentemente dal canale attraverso il quale sono espresse le opinioni in pubblico.»

Sui social media Glarner aveva pubblicato il seguente post: «Non dovremmo forse lentamente fermare una religione i cui membri enfatizzano le loro richieste di velo, diritti speciali, califfati, minareti, richiami alla preghiera, tribunali della Sharia, ecc. con attentati esplosivi e attacchi a cittadini innocenti?». Aveva accompagnato il messaggio con l'hashtag «#stopall'islam».