Voto del 28 settembre, i «sì» partono in vantaggio

Sia l'imposta cantonale sulle case di vacanza sia la legge sull'identità elettronica sono ben indirizzate verso l'accettazione alle urne il prossimo 28 settembre. È quanto rivela, a circa cinque settimane dal voto, il primo sondaggio della SSR.
Per quanto riguarda il progetto del Parlamento dello scorso dicembre di abolire il valore locativo e introdurre in cambio un'imposta speciale sulle residenze secondarie ad uso personale, che i cantoni sarebbero liberi o meno di riscuotere, al momento i sì sono al 58%. I contrari, secondo quanto emerge dall'indagine confezionata dall'istituto gfs.bern e pubblicata stamattina, si fermano al 33%.
Passando al secondo tema delle prossime votazioni federali, ossia la cosiddetta legge federale sul mezzo d'identificazione elettronico e altri mezzi di autenticazione elettronici (Legge sull'Id-e), i favorevoli si issano fino al 60%. La nuova norma, che consentirebbe ad esempio di richiedere su Internet un estratto del casellario giudiziario, una patente di guida o di dimostrare la propria età al momento dell'acquisto di alcolici, per contro non convince il 36% degli interrogati.
Vi è comunque da sottolineare come nel caso della riforma immobiliare il tasso di formazione dell'opinione pubblica sia poco avanzato e gli indecisi ancora al 9%. Per l'Id-e invece, gli autori parlano di posizioni un po' più consolidate: il 58% afferma infatti di aver già preso una decisione definitiva.
Entrando nel dettaglio, la nuova imposta sulle case secondarie e il contemporaneo addio al valore locativo piace al 68% dei proprietari, che vi trarrebbero dei benefici. Tra gli inquilini, i favorevoli non vanno oltre il 40%.
Su scala regionale, nella Svizzera tedesca il sostegno è più elevato rispetto alle altre parti del Paese. I sì sono inoltre più numerosi nelle aree rurali - dove vivono più proprietari - rispetto a quelle urbane, in cui a essere in maggioranza sono gli inquilini.
In tanti sono a favore perché ritengono il valore locativo una tassazione ingiusta di un reddito fittizio. Il 60% delle persone coinvolte nel sondaggio crede che la sua abolizione si tradurrebbe in una maggiore disponibilità economica per la manutenzione. D'altro canto, l'argomentazione principale degli scettici è che ad approfittarne saranno soprattutto i ricchi, mentre la classe media ne sosterrà i costi.
Per quel che concerne l'identità elettronica, si osservano differenze legate allo schieramento politico. Tutte le basi dei principali partiti sono bendisposte nei confronti della norma, al di fuori di quella dell'UDC, che è contraria.
Ancora una volta, i sì spopolano soprattutto nella parte tedescofona della popolazione. Riguardo alle motivazioni, chi gradisce l'Id-e lo fa in particolare perché ripone fiducia in una soluzione governativa - preferibile alla dipendenza dalle big tech - e per la sua natura facoltativa. Gli oppositori avvertono invece del rischio di incappare in abusi e si preoccupano per gli svantaggi sociali verso i quali andrebbero incontro le persone meno ferrate in ambito tecnologico.
In generale, precisano gli autori, la campagna elettorale e la formazione dell'opinione pubblica sono solo in fase embrionale e il rapporto di forza fra sì e no potrebbe ancora cambiare col tempo. Vi è poi da capire quale sarà la mobilitazione: per ora si profila un'affluenza del 41%, decisamente inferiore alla media sul lungo periodo (47%).
Il sondaggio è stato condotto tra il 4 e il 18 agosto, su un campione di 13'761 aventi diritto. Il margine di errore è di +/- 2,8 punti percentuali.