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Zero emissioni nel 2050: «Legge costosa e inutile»

Il comitato referendario invita a votare no il 18 giugno al controprogetto indiretto che mira alla neutralità climatica - Chiesa: «Aggraverà ulteriormente la penuria di elettricità» — Il presidente di GastroSuisse: «Non si possono fissare obiettivi senza sapere come raggiungerli»
©Keystone/Peter Klaunzer
Luca Faranda
04.05.2023 23:00

Una legge «divoratrice di elettricità», ma anche «troppo costosa e troppo estrema». L’UDC ha ufficialmente lanciato la campagna referendaria contro la legge sulla protezione del clima che andrà alle urne il prossimo 18 giugno.

Per il consigliere agli Stati ticinese Marco Chiesa, presidente del partito e membro del comitato dei contrari, il testo alle urne va ben oltre la legge sul CO2 bocciata dalla maggioranza della popolazione nel giugno 2021: non porterà alcun beneficio dal punto di vista climatico, ma aggraverà la penuria di elettricità.

Controprogetto indiretto

La nuova legge riguardante gli obiettivi in materia di protezione del clima, l’innovazione e il rafforzamento della sicurezza energetica - adottata a settembre dal Parlamento - rappresenta il controprogetto indiretto all’iniziativa popolare «Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)».

A distanza di due anni dal no popolare dalla Legge sul CO2, la proposta è cambiata profondamente: invece di balzelli e divieti, si punta maggiormente sugli incentivi. Il parlamento ha deciso di sbloccare due miliardi di franchi - in dieci anni - per il risanamento energetico degli edifici e altri 1,2 miliardi - spalmati su sei anni - per sostenere il settore industriale nella transizione ecologica.

Per i contrari, tuttavia, il rischio concreto è di compromettere la sicurezza energetica del Paese. «Siamo nel bel mezzo di una crisi energetica ed elettrica autoimposta e la aggraveremo ulteriormente», afferma il «senatore» ticinese, che auspica una politica più pragmatica e meno ideologica. Incalzato sul tema della possibile penuria di energie, due settimane fa il consigliere federale Albert Rösti – che pur essendo un esponente UDC era chiamato a difendere la posizione del Governo – ha più volte ricordato che sono necessarie misure parallele, come la «Legge federale su un approvvigionamento sicuro con le energie rinnovabili» che è attualmente in discussione in Parlamento.

Divieti de facto

L’obiettivo della legge - sostenuta da numerose organizzazioni economiche e da tutti i partiti ad eccezione dell’UDC - è di ridurre entro il 2050 le emissioni di gas serra, mentre le emissioni residue dovranno essere sottratte dall’atmosfera attraverso le cosiddette «emissioni negative».

Per arrivare a ciò, contrariamente a quanto chiedeva l’iniziativa per i ghiacciai, la controproposta non cita esplicitamente alcun divieto di vettori energetici fossili e prende in considerazione la situazione particolare delle regioni periferiche e di montagna. Per il comitato referendario, tuttavia, non è abbastanza. «La proposta esige de facto il divieto di benzina, diesel, olio combustibile e gas», hanno ribadito a più riprese gli oratori, secondo cui la nuova legge vuole vietare i riscaldamenti a combustibili fossili per sostituirli con sistemi elettrici.

I due limiti

Sono in particolare due i limiti di questa legge, sui quali si concentrano i promotori del referendum: il rischio di penuria energetica e l’aumento – giudicato spropositato - dei costi. Una situazione che colpirà tutti, agricoltori e albergatori compresi. Per il presidente di GastroSuisse Casimir Platzer - che sottolinea di non far parte dell’UDC – non è possibile fissare obiettivi legati alle zero emissioni attraverso una legge, senza poi sapere come raggiungerli.

Dello stesso avviso i consiglieri nazionali Monika Rüegger (UDC/OW) – a suo avviso al momento non esiste alcuna strategia per sostituire le energie fossili – e Pierre-André Page (UDC/FR), secondo cui le emissioni di CO2 elvetiche rappresentano solo un millesimo di quelle mondiali. Un argomento ribadito anche dal responsabile della campagna, il consigliere nazionale Michael Graber (UDC/VS): «La Cina emette in un giorno tanto CO2 quanto la Svizzera in un anno intero».