Mercati

Tassi ed elezioni europee spingono il franco svizzero

Investitori invogliati ad acquistare la valuta elvetica di fronte al responso delle urne
Di fronte alle turbolenze europee il franco torna ad essere una moneta rifugio. © Keystone
Roberto Giannetti
10.06.2024 22:30

Le elezioni europee e le mosse delle banche centrali in materia di tassi hanno spinto il franco verso l’alto. Quest'oggi occorrevano 0,96379 franchi per acquistare un euro e in giornata la valuta elvetica si è rafforzata dello 0,5%, soprattutto sull’onda dell’esito delle elezioni europee, dalle quali è emerso uno scenario di maggiore instabilità rispetto alla situazione precedente. Le Borse europee erano in calo: Zurigo è scesa dello 0,95%, Milano dello 0,34%, Francoforte dello 0,34%, Londra dello 0,20% e Parigi dell’1,35% (maglia nera).

Il franco nelle ultime settimane ha vissuto periodi di fasi alterne. In un primo momento ha perso terreno sulla scia della decisione da parte della Banca nazionale svizzera (BNS), presa il 21 marzo scorso, di abbassare il tasso di riferimento dall’1,75% all’1,50%. Nelle settimane successive il franco era passato da 0,9650 contro euro a oltre quota 0,99. In seguito, giovedì scorso, è stata la Banca centrale europea (BCE) a tagliare i tassi, portandoli dal 4,50% al 4,25%, provocando un indebolimento dell’euro.

Tensioni sui cambi

Secondo gli analisti finanziari, l’esito del voto in Francia e Germania rischia di alimentare «incertezza in Europa» e di creare tensioni sui cambi, le obbligazioni e il mercato azionario, anche se lo spostamento verso destra era stato ampiamente annunciato ed è in linea con i sondaggi e il partito della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è destinato a mantenere una maggioranza confortevole.

È quindi improbabile un’importante inversione di rotta e le implicazioni principali potrebbero essere una posizione più dura nei confronti dell’immigrazione e meno green deal. Invece sono stati il crollo di Emmanuel Macron e la sua scelta di indire nuove elezioni a cogliere di sorpresa i mercati finanziari. Infatti Parigi fra le piazze borsistiche europee è quella che ha registrato la flessione maggiore nel corso della seduta, anche se poi c’è stato un recupero prima della chiusura.

Come valutare l’evoluzione del franco? Lo abbiamo chiesto a Sascha Kever, gestore patrimoniale della banca PKB. «Dall’inizio dell’anno - spiega - il franco svizzero è risultato relativamente debole nei confronti dell’euro, passando da 0,92 a livelli di poco superiori allo 0,99 in meno di cinque mesi. Da settimana scorsa la forza dell’euro sembra essersi affievolita, con le quotazioni che sono tornate in area 0,96. Ci sono diversi fattori che hanno innescato il movimento recente. Quello principale a mio modo di vedere va ricondotto all’intervista del presidente della BNS Jordan a fine maggio, dalla quale si evince che la sensibilità all’inflazione è ancora notevole, cosa che ci porta a pensare che la BNS a giugno non opterà per un ulteriore taglio dei tassi».

Debolezza di Macron

«A questo aspetto vanno poi aggiunti - prosegue Kever - i recenti avvenimenti in Europa: giovedì scorso la BCE ha tagliato i tassi, rendendo di fatto l’euro un po’ meno attrattivo; e soprattutto l’esito delle elezioni europee di questo fine settimana che, se da un lato dovrebbe portare alla riconferma di Ursula von der Leyen, dall’altro ha mostrato una certa debolezza nella leadership di Macron in Francia e di Scholz in Germania».

Dunque possiamo dire che l’euro è stato indebolito dalla situazione politica? «Diciamo - risponde Kever - che una valuta rappresenta un Paese, o nel caso dell’euro, l’Unione europea. E logicamente se i Paesi più rappresentativi dell’area mostrano maggiore instabilità politica (e dunque incertezze) questo non giova alla moneta».

Guardando al futuro cosa ci si può aspettare dall’euro e dal franco svizzero? «Il franco svizzero, alla luce del nostro sistema Paese, del nostro ridotto indebitamento e della stabilità politica, difficilmente potrà indebolirsi sistematicamente, anche se è del tutto normale che ci siano fasi come questa in cui c’è un ribilanciamento. Sull’euro il risultato delle elezioni europee, che di fatto porterà ad elezioni anticipate in Francia con il concreto rischio di un assetto politico differente in futuro, potrebbe aprire a un’estate più volatile di quanto si potesse pensare qualche settimana fa».

Il franco resterà forte

«Di base - conclude Sascha Kever - il franco svizzero è e resterà una moneta forte, difficile aspettarsi un indebolimento duraturo della nostra moneta. Alla luce dei recenti movimenti era ipotizzabile un proseguo del recupero dell’euro sino a valori leggermente superiori alla parità, ma è probabile che l’incertezza politica peserà nei prossimi mesi e che si ritorni piuttosto a fluttuare in un range sostanzialmente ampio ma laterale».

La BNS rimarrà ferma

Tra l’altro, fra dieci giorni la Banca nazionale svizzera renderà note le sue decisioni sui tassi. E secondo gli analisti di UBS lascerà il tasso guida invariato all’1,50%. UBS corregge quindi la precedente previsione, ma prevede che - più in là nel tempo - il costo del denaro scenderà all’1%.