«Teheran fermi la repressione»

Una ventina di attivisti iraniani per i diritti civili e umani, tra cui i premi Nobel Shirin Ebadi e Narges Mohammadi e i registi Jafar Panahi e Mohammad Rasoulov, hanno rilasciato una dichiarazione in cui condannano l'intensificazione della repressione da parte del governo di Teheran, dopo la guerra di 12 giorni con Israele. Ed hanno chiesto la fine immediata delle esecuzioni e il rilascio incondizionato di tutti i prigionieri politici e ideologici.
«Diverse persone sono state arrestate per 'spionaggio' a favore di Israele, mentre le prove hanno sempre indicato che, più che la gente comune, gli strati della struttura di potere in Iran sono stati infiltrati dai servizi segreti stranieri», si legge nella dichiarazione, citata da Iran International.
«I Governi dispotici reprimono sempre le persone dopo le guerre. Le guerre portano violazione dei diritti umani e distruzione», aggiungono gli attivisti, esprimendo preoccupazione per il trasferimento dei prigionieri da Evin ad altre prigioni intorno a Teheran, dopo l'attacco israeliano al famigerato carcere. «Sono trattenuti in una situazione difficile e disumana», è la denuncia.
Le organizzazioni per i diritti umani hanno riferito che solo nelle ultime due settimane almeno 1'596 persone sono state arrestate in diverse città iraniane. Diversi ebrei e bahai sono stati convocati, interrogati o arrestati, così come alcuni cittadini afghani. Le accuse includono spionaggio a favore di Israele, sostegno a Israele sui social media, attentato alla sicurezza nazionale e all'opinione pubblica, pubblicazione di immagini di attacchi israeliani, espressioni di speranza per la fine della guerra. Diverse persone sono state anche giustiziate per spionaggio a favore di Israele durante lo stesso periodo.