Salute

Telemedicina «malcantonese» per i malati di cuore

L’ospedale di Castelrotto ha visto nascere due progetti innovativi: l’applicazione «Cuorema» e la piattaforma PivotSalus
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Martina Cucinotta
05.03.2024 06:00

Chi soffre di una malattia cardiovascolare, o le conosce perché è vicino a un parente che ne soffre, sa quanto queste possano influire sul fisico e sulla mente del malato. Come ricorda la Fondazione Svizzera di Cardiologia, infatti, tra il 40 e il 60% dei pazienti che hanno subito un infarto soffrono di forme d’ansia e di stato depresso leggero. Dopo le cure riabilitative sono dunque in molti ad abbattersi e a trascurare l’attività fisica. Data questa tendenza, da qualche anno l’Ospedale Malcantonese si è attivato per fornire un sostegno ai suoi pazienti anche dopo il percorso di riabilitazione e ha deciso di farlo per mezzo di un app che permette di mantenere i pazienti in contatto con il proprio team curante. Oggi, a tre anni di distanza dall’inizio del progetto in collaborazione con la SUPSI, l’app «Cuorema» è quasi pronta per il lancio, ma non è finita qui: da un anno i pazienti possono usufruire anche della nuova piattaforma digitale PivotSalus, che permette ai pazienti di essere seguiti anche a distanza. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Tania Odello, cardiologa dell’Ospedale Malcantonese a capo del percorso riabilitativo «Cuorema».

«Lo sviluppo dell’app è cominciato nel 2021 e da qualche giorno è giunto al termine. Adesso è partito uno studio clinico per vedere se il suo utilizzo può costituire un beneficio per i pazienti», ci spiega la dottoressa. La ricerca avrà una durata di sei mesi al termine dei quali, a dicembre, è previsto il lancio dell’app. Al suo interno saranno racchiuse diverse funzionalità, tra cui spiegazioni video di esercizi svolti da professionisti, possibilità di essere monitorati dal proprio team curante e promemoria dei medicinali da assumere. Ma non mancano anche alcuni contro. «L’applicazione è pensata per essere usata a livello europeo e questo non permette di personalizzarla per ogni singolo paziente», continua Odello. Da qui, quindi, nasce un anno fa la piattaforma PivotSalus, data dalla necessità di sviluppare un nuovo supporto che potesse essere più personalizzabile.

«Sulla piattaforma il paziente può trovare dei video realizzati appositamente per lui dal suo fisioterapista – spiega la dottoressa -. Differisce da Cuorema perché ha uno scopo diverso: sono fiera dell’andamento dell’app, ma mi mancava qualcosa che avesse un contatto più diretto, e questo PivotSalus lo permette». E riguardo ai costi dei servizi offerti dalla piattaforma non c’è da temere: tutte le prestazioni, essendo basate su delle videoconsulenze, sono coperte dalla cassa malati. L’unico costo previsto è l’accesso alla piattaforma che, tuttavia, «ha un importo simbolico ed equivale al costo di una cena fuori casa», ci assicura la dottoressa.

Anche se oggi ci affidiamo sempre di più a Internet anche per questioni di salute, alcuni pazienti più anziani però potrebbero avere difficoltà con il nuovo approccio telemedico. A tal proposito la dottoressa Odello ha le idee chiare. «Il maggiore limite è sicuramente lo smartphone, ma oggi sempre più anziani hanno un telefono e sanno come usarlo – ci spiega la dottoressa –. Alcuni non ce l’hanno, ma vogliono impegnarsi lo stesso e dicono: “Provo a usare il telefono di mia moglie”. Purtroppo questi programmi funzionano solo quando si ha sempre un telefono con sé e si ha accesso alle notifiche personali».