Terminale dei bus alla stazione, più interrogativi che risposte

Adesso si deve ripartire da zero, dicono gli sconfitti; ora è sufficiente rispolverare, aggiornandola, una delle varianti scartate, rispondono i vincitori. Le posizioni di fautori e oppositori al progetto restano distanti anni luce anche dopo la bocciatura popolare di domenica al credito di 7,1 milioni di franchi stanziato dal Gran Consiglio, su di una spesa totale di 16,6 milioni, per la riorganizzazione del nodo intermodale alla stazione ferroviaria di Locarno. Trattandosi di una consultazione popolare resasi necessaria a seguito di una domanda di referendum, chi ha espresso la propria opinione nel segreto dell’urna si è dovuto limitare a dire Sì o No al credito votato dal parlamento cantonale per il cofinanziamento dell’opera. Detto in altri termini, non vi era un controprogetto sul quale esprimersi. La soluzione alternativa, da approfondire dopo l’esito del voto, per i promotori del referendum è relativamente semplice da trovare: basta «riesumare» una delle varianti scartate durante l’affinamento del progetto (alla fine affossato con uno scarto di soli 102 voti) ed attualizzarla alla luce delle criticità e delle aspettative emerse durante la campagna che ha preceduto la chiamata alle urne.


Pensilina a lato della strada
La variante da approfondire, secondo il comitato «Salva viale Cattori» uscito vincitore dalla chiamata alle urne cantonale dell’altro ieri, è la cosiddetta 1A. In buona sostanza prevedeva la realizzazione della pensilina dei bus parallela a viale Stazione (preservando così viale Cattori dal transito di 250 torpedoni al giorno) con l’allargamento delle attuali corsie, lo spostamento delle aree di sosta per i taxi e la probabile demolizione del negozio Avec per creare, appunto, lo spazio necessario ad ospitare almeno quattro fermate per le diverse linee. Per l’uscita dei bus in direzione di Locarno la variante prevedeva un semaforo, ipotizzando inoltre una passerella per i pedoni. La proposta che chiedeva di approfondire questa variante, venne fucilata nel luglio del 2023 dal Consiglio comunale di Muralto, che la respinse a larga maggioranza. La decisione del Legislativo è comunque «sub judice» in quanto Muralto Democratica l'ha contestata attraverso un ricorso. Due mesi più tardi il Cantone, licenziò il messaggio con la richiesta del credito per la riorganizzazione del nodo intermodale secondo il progetto originale, dal quale fu però scorporata la parte di spettanza comunale, ossia la costruzione grezza della pensilina dei bus. La concessione del credito di 4,7 milioni da parte del Legislativo di Muralto era infatti stata annullata in seguito all’accoglimento di un ricorso. Una seconda censura era stata accolta anche per quanto attiene alla variante del Piano regolatore per l’intero comparto della stazione FFS.
Conflitti tra pedoni e mezzi
Ora, come detto, la variante 1A potrebbe tornare d’attualità. «Ma se era stata scartata un motivo ci sarà», ribattono i sostenitori del progetto bocciato di misura alle urne. Le criticità di quella soluzione erano del resto state messe nero su bianco già tra il 2021 ed il 2022 dalla Delegazione delle autorità (Comuni di Muralto e Locarno, Cantone, FFS, FART e Commissione intercomunale dei trasporti). In particolare l’ubicazione della pensilina parallela a via della Stazione, secondo quanto emerso dagli approfondimenti eseguiti allora, genererebbe dei problemi di convivenza tra autobus e pedoni causati dallo «sciamare» dei passeggeri verso le superfici destinate all’entrata e all’uscita dei torpedoni dal terminale. Ciò impedirebbe a questi ultimi di effettuare arrivi e partenze fluidi. Conseguenze negative si avrebbero, sempre per lo stesso motivo, anche sul flusso di traffico lungo la strada cantonale di via alla Stazione.
Piccoli ritocchi o «rivoluzione»?
Premettendo che - come peraltro sottolineato domenica dal Consiglio di Stato nel commento all’esito del voto popolare - per giungere ad un progetto alternativo si devono prevedere tempi lunghi, il direttore della Divisione dello sviluppo territoriale e della mobilità del Dipartimento del territorio Martino Colombo ritiene che innanzitutto si debba decidere in che direzione muoversi. «È sufficiente una soluzione minima, lasciando ad esempio la situazione attuale con alcuni accorgimenti per migliorare l’attraversamento pedonale di via alla Stazione, oppure spingersi oltre, verso un progetto unitario che riguardi l’intero comparto, compresa l’area oggi occupata dal Park & Rail?». L’alto funzionario del Dipartimento del territorio si chiede poi se sia il caso di rispolverare una delle numerose varianti prese in considerazione e tutte scartate. Insomma, l’esito del voto di domenica più che dare risposte pone ulteriori domande. Toccherà in prima battuta ai Comuni il compito di sciogliere questi nodi.